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Hiv. In Italia sono le donne a rischiare di più. Al via campagna Lila di sensibilizzazione e raccolta fondi


Con il sostegno al “Progetto DONNA - prevenzione al femminile” si aiuta Lila nell’attuare una corretta informazione sul tema dell’Hiv e genitorialità. Prevista anche una raccolta fondi con Sms solidale al 45508, fino al prossimo 7 dicembre. Con il ricavato saranno realizzati interventi incentrati sulla prevenzione e l'informazione sul territorio.

24 NOV - Oggi in Italia le persone con Hiv sono circa 150.000 mentre ogni anno sono circa 4.000 le nuove infezioni. Un dato che non accenna a diminuire nonostante i comportamenti preventivi siano ormai ben noti. Il nostro Paese, dove il rapporto sessuale non protetto è la prima causa di infezione, è infatti all'ultimo posto in Europa nell'uso del profilattico. A causa una di serie di fattori biologici, sociali e culturali a essere particolarmente esposte al rischio di contrarre l’infezione sono le donne. Per informarle su come affrontare il problema Lila Onlus (Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids) lancia una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi con Sms solidale al 45508 fino al 7 dicembre per sostenere il Progetto DONNA.

Con il ricavato Lila Onlus realizzerà interventi rivolti alle donne incentrati sulla prevenzione e l'informazione HIV e diverse iniziative sul territorio nazionale dedicando particolare attenzione al tema dell’Hiv e della genitorialità, dal concepimento alla gravidanza. Ciò attraverso la produzione e diffusione di materiali esplicativi, i centralini telefonici dedicati; l’attivazione di sportelli di ascolto e orientamento presso le 14 sedi locali (presenti in 11 Regioni) oltre che l’offerta di test a risposta rapida su saliva.

L’infezione da Hiv, infatti, se opportunamente trattata, oggi può lasciare spazio a progetti di vita personali, lavorativi e familiari, compreso quello di diventare genitori. Per affrontare quest’ultima esperienza, però, occorre essere opportunamente informati e aggiornati.
 
È ad esempio necessario sapere che l’Hiv può essere trasmesso al nascituro solo nel caso in cui a esserne affetta sia la madre, in questi casi si parla di“trasmissione verticale” che può avvenire durante la gravidanza, al momento del parto o attraverso l’allattamento al seno. Il rischio di trasmissione da madre a figlio però può essere estremamente ridotto, meno dell’1%, adottando le dovute precauzioni: idonea terapia durante la gravidanza, parto cesareo, allattamento artificiale e idonea terapia al neonato. Se a essere Hiv positivo è il padre il virus non può mai essere trasmesso direttamente al nascituro, è ovviamente necessario che lo trasmetta alla futura madre all’atto del concepimento. Per evitarlo è possibile ricorrere a tecniche mediche ma - in alcune condizioni - il rischio di trasmissione è prossimo allo zero anche nel caso la coppia decida di concepire per via naturale.


Per questa campagna Lila Onlus potrà contare sul prezioso della conduttrice televisiva Elena Di Cioccio, che ormai da qualche anno è testimonial e volto della campagna di comunicazione.
L'hashtag della campagna è #SosteniamoLila

24 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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