In Usa è allarme Aids tra gli afro-americani
Tassi di infezione otto volte più alti nei maschi e 19 nelle femmine.
I Cdc: colpa dell’alta prevalenza maturata negli anni che alimenta la trasmissione dell’infezione nella comunità. Ma anche della disparità nell’accesso ai servizi sanitari e della povertà
04 FEB - Benché gli afro-americani rappresentino il 13,6 per cento della popolazione statunitensi, è in questa fetta della popolazione che si concentra più della metà delle diagnosi di Hiv.
Lo rivela uno studio condotto dai Centers for Disease Control and Prevention in 37 stati americani, secondo cui l’incidenza di infezioni da Hiv sarebbe 8 volte più alta nei maschi neri rispetto ai bianchi e addirittura 19 volte più alta nelle donne.
“Ciò che questo studio conferma è il severo e sproporzionato impatto della malattia negli afro-americani”, ha commentato Kevin Fenton, direttore del National Center for HIV/AIDS, Viral Hepatitis, STD, and TB Prevention dei Cdc.
Le ragioni di questa disparità sono complesse: “ci sono diversi fattori che interagiscono l’una con l’altra a diversi livelli nella società”, ha aggiunto Fenton. Una delle cause è che “l’alta prevalenza «pregressa» continua ad alimentare la trasmissione nella comunità, dal momento che aumenta la probabilità che qualcuno entri in contatto con l’Hiv, anche in presenza di comportamenti a basso rischio”.
Ma, secondo l’esperto dei Cdc, a giocare un ruolo di primo piano nella trasmissione dell’infezione sono anche le disparità nell’accesso ai servizi sanitari e la povertà.
04 febbraio 2011
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