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Non autosufficienza. Di Virgilio (Pdl): “Meno ospedale e più sostegno alle famiglie”


Il deputato del Pdl è intervenuto stamani ai microfoni di Articolo 32, la trasmissione di Gr Parlamento condotta da Gerardo D’Amico e dedicata oggi alla non autosufficienza. Ospiti anche il responsabile Tdm-Lazio, Giuseppe Scaramuzza, e il nostro direttore Cesare Fassari.

05 MAR - Meno ospedale, più territorio e più sostegno alle famiglie per realizzare una reale presa a carico globale del paziente non autosufficiente. Un percorso non semplice ma che per l’on. Di Virgilio, componente della commissione Affari Sociali della Camera, è possibile, oltre che necessario.

Il deputato del Pdl, componente della commissione Affari Sociali della Camera, è intervenuto stamani ai microfoni di Articolo 32, la trasmissione radiofonica di Gr Parlamento condotta da Gerardo D’Amico e dedicata oggi alla non autosufficienza e alle criticità evidenziate dal recente dossier di Quotidiano Sanità sul tema. Ospiti della trasmissione anche il responsabile Lazio del Tribunale per i diritti del malato, Giuseppe Scaramuzza, e il nostro direttore Cesare Fassari, che ha ricordato come l’Italia spenda oggi, per la non autosufficienza, una cifra pari a quasi 30 miliardi di euro. “Tanti soldi ma spesi male”, come titola anche il nostro dossier, in cui si evidenziano inoltre forti disomogeneità regionali che vedono, in particolare, il Sud erogare più pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento che non servizi.

“Tutti vogliamo invecchiare e invecchiare bene. Ma in pochi tengono presente che l’aumento della vita comporta problemi di salute e di non autosufficienza”, ha affermato Di Virgilio aprendo il suo intervento e sottolineando che “prendersi cura”, in questo caso, non significa solo erogare prestazioni sanitarie. “Stiamo parlando anche di persone che non possono guarire, ma che hanno comunque bisogno di essere prese in cura. Il compito del medico e della Asl è anche questo”. Tuttavia, ha rimarcato Di Virgilio, “nel nostro Paese manca un’adeguata assistenza sul territorio e un’adeguata assistenza domiciliare”.

Il deputato del Pdl ha quindi ricordato “il problema di 2-3mila persone in stato vegetativo che oggi sono assistite da famiglie costrette a fare ricorso a enormi sacrifici”. L’assistenza a questi pazienti, per Di Virgilio, “dovrebbe essere inserita tra i Livelli essenziali di assistenza”.
 
Scaramuzza, condividendo le criticità sollevate dal dossier di Quotidiano Sanità e, in trasmissione, dal direttore Cesare Fassari, ha quindi evidenziato la necessità di intervento derivante anche dal progressivo aumento dei malati cronici, che “sono il vero problema e rappresentano la mole più grande delle segnalazioni che riceviamo al Tdm. Il fatto – ha affermato Scaramuzza – è che in Italia manca un coordinamento tra la parte sanitaria e parte sociale, tra Asl e Comuni”. L’assenza di questo coordinamento, secondo Scaramuzza, crea tra queste due componenti un gap, una sorta di ‘terra di nessuno’ in cui “il cittadino cade in mezzo senza che nessuno se ne faccia carico. I cittadini, oggi, devono cavarsela da soli”.

Per il rappresentante del Tribunale per i diritti del malato occorre quindi “programmare meglio il sistema socio-sanitario”. Ma “in questi anni – ha concluso Scaramuzza - ci siamo dimenticati troppo spesso parola sociale” e “nella maggior parte dei casi i Comuni non hanno saputo organizzare e programmare i servizi assistenziali”.

“Nella maggior parte dei casi”, appunto. Perché, come hanno ricordato gli ospiti di Articolo 32, la competenza in questo campo è di Regioni e Comuni. Ed è questo a causare le forti disomogeneità evidenziate anche dal dossier di Quotidiano Sanità.
Servirebbero forse più controlli dagli organismi centrali ma su questo tema “c’è una forte disputa tra Stato e Regioni”, sottolinea Di Virgilio. “Queste ultime reclamano la loro autonomia in materia di organizzazione dell’assistenza, ma ci sono Regioni virtuose ed altre non virtuose”. In ogni caso, secondo il deputato del Pdl, il vero problema è che “non esiste una legge sulla non autosufficienza che garantisca un reale supporto alle famiglie dei pazienti. I dati di Quotidiano Sanità sono obiettivi, ma non vanno a coprire che non parzialmente l’assistenza alla non autosufficienza”.

Per Di Virgilio occorre quindi “smettere di illudere i cittadini”. Serve “più peso e più sostegno alle famiglie, meno ospedale e più territorio, potenziando le residenze per anziani”. Insomma, occorre realizzare “un’assistenza domiciliare globale, cioè sanitaria e sociale”. Per Di Virgilio “se riorganizziamo i servizi ospedalieri, togliendo loro il peso della non autosufficienza, e aiutiamo le famiglie, anche problema non autosufficienza si può risolvere”.
 

05 marzo 2012
© Riproduzione riservata

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