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Cozza (Fp Cgil medici): ripristinato prelievo sopra i 90mila solo per pubblici, ricorreremo


07 SET - Il maxiemendamento presentato oggi al Senato introduce nuovamente il cosiddetto contributo di solidarietà, il 3% di prelievo per tutti i redditi oltre i 300 mila euro, ma non riassorbe, anzi lo reinserisce con un apposito comma, quello del 5% per i dirigenti pubblici con retribuzione superiore ai 90mila euro, che colpisce principalmente i medici (si legge nel maxi-emendamento: All’articolo 2, i commi 1 e 2, sono sostituiti dal seguente: «1. Le disposizioni di cui agli articoli 9, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e 18, comma 22-bis, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, continuano ad applicarsi nei termini ivi previsti rispettivamente dal 1º gennaio 2011 al 31 dicembre 2013 e dal 1º agosto 2011 al 31 dicembre 2014.»).
 
Massimo Cozza, segretario della Fp Cgil Medici non ci sta e annuncia battaglia: “Ricorreremo”.

Per il segretario della Fp Cgil Medici  “oltre 10mila medici pubblici si ritroveranno quindi a pagare il 5% sulla propria retribuzione insieme ai 34mila cittadini che invece pagheranno solo il 3%, deducibile, al di sopra dei 300 mila euro di reddito. Siamo tornati alla inaccettabile discriminazione per la quale il contributo di solidarietà del 5% sulle retribuzioni oltre i 90mila euro e del 10% sopra i 150mila viene pagato, anche a parità di stipendio, solo da chi lavora nei servizi pubblici, mentre il prelievo sui redditi valido per tutti gli altri scatta oltre i 300mila euro e nella misura del 3%”.

Secondo Cozza questa misura rappresenta “un’ulteriore discriminazione che colpisce i medici pubblici (e non i privati con eguale retribuzione), già falcidiati dal blocco del contratto e delle retribuzioni, dal differimento del TFR, dalla mobilità selvaggia e dalla rottamazione estesa fino al 2014, in un servizio sanitario nazionale devastato da tagli e ticket”.

“Ieri – ha concluso - abbiamo scioperato con tanti medici nei cortei. Il segretario generale Susanna Camusso ha già annunciato che la Cgil, partendo dalla incostituzionalità di questo provvedimento, difenderà con i ricorsi i medici pubblici. Domani a Roma, nella intersindacale che vede insieme tutte le sigle rappresentative dei medici già promotrici dell’appello www.cambiamolamanovra.it, siamo pronti ad assumere ulteriori iniziative unitarie di mobilitazione”.

07 settembre 2011
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