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Question time/5. Patologie neurocerebrali: “Con nuovo decreto individueremo livello di complessità assistenziale più adatto”


10 APR - "Per le situazioni di disabilità che non rientrano nelle cerebrolesioni o nelle mielolesioni ma che presentano comunque caratteristiche di complessità tali da aggravare il percorso diagnostico e assistenziale, non esistono rischi di esclusione dall'assistenza ospedaliera di riabilitazione intensiva, e che, anzi, grazie al nuovo decreto, si renderà possibile individuare il livello di complessità assistenziale più adatto al trattamento del caso, nel pieno rispetto del principio di appropriatezza che governa l'intero sistema nazionale".
 
Così il ministro della Salute, Giulia Grillo, rispondendo in Aula alla Camera all'interrogazione di Francesco Lollobrigida (FdI) concernente iniziative in merito alla elaborazione dello schema di decreto ministeriale relativo all'accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera, al fine di garantire la più completa assistenza ai pazienti colpiti da patologie neurocerebrali, con particolare riferimento alle malattie degenerative.
 
Questa la risposta integrale del ministro Grillo:
 
"Presidente desidero anzitutto assicurare che lo schema di decreto a cui si fa riferimento nell'interrogazione, peraltro ancora in fase di definizione, non limita in alcun modo l'accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera ai pazienti necessitanti di intervento riabilitativo e di sorveglianza medico-infermieristica nelle 24 ore.
 
Infatti, nello schema di decreto, con il codice 75 (neuroriabilitazione) viene stabilito il ricovero in riabilitazione intensiva ad alta specializzazione per i pazienti affetti da grave cerebrolesione acquisita (GCA), per tali intendendosi le persone affette da danno cerebrale in grado di determinare una condizione di coma con associate menomazioni senso-motorie, cognitive o comportamentali tipiche della disabilità grave. Va detto subito che tali indicazioni è in linea con la normativa precedente ed è stato oggetto di ampia condivisione con le società scientifiche più volte udite nel corso della stesura del decreto. Per i pazienti non rientranti nella definizione di GCA (grave cerebrolesione acquisita) ovvero affetti da patologie di altra natura che richiedono comunque trattamenti riabilitativi di particolare intensità, lo schema di decreto prevede con il codice 56 (recupero e riabilitazione funzionale) tre diversi livelli di complessità, uno dei quali, il 56-A riguarda la riabilitazione intensiva ad alta complessità con caratteristiche di alta intensità assistenziale. In estrema sintesi, il nuovo codice 56-A proposto nello schema di decreto è assimilabile al codice 75 per intensità riabilitativa (tre ore al giorno) e complessità assistenziale, ed è destinato a tutti i pazienti in fase di post-acuzie che presentino bisogni riabilitativi rilevanti per quanto in assenza delle condizioni di coma protratto per almeno 24 ore previste invece per le GCA.
 
Va detto che la distinzione del codice 56 in tre sottolivelli necessiterà certamente di una differenziazione delle tariffe che tenga conto dei livelli di complessità della casistica e dei diversi gradi di intensità riabilitativa, prevedendo l'adeguata remunerazione in base alle risorse impiegate nel trattamento. A tal riguardo desidero informare che il Ministero della salute ha recentemente stipulato con la regione Emilia Romagna un accordo di collaborazione per la definizione di una metodologia per la rilevazione dei costi dei ricoveri di riabilitazione che consenta la successiva definizione di tariffe sulla base di elementi oggettivi. In conclusione, desidero dare piena assicurazione che per le situazioni di disabilità che non rientrano nelle cerebrolesioni o nelle mielolesioni ma che presentano comunque caratteristiche di complessità tali da aggravare il percorso diagnostico e assistenziale, non esistono rischi di esclusione dall'assistenza ospedaliera di riabilitazione intensiva, e che, anzi, grazie al nuovo decreto, si renderà possibile individuare il livello di complessità assistenziale più adatto al trattamento del caso, nel pieno rispetto del principio di appropriatezza che governa l'intero sistema nazionale. Inoltre faccio presente, come sapete, che io ho anche risposto all'appello pubblico che mi era stato presentato dall'Associazione malati italiani sclerosi multipla e quindi ho partecipato direttamente all'incontro che questi hanno avuto con i nostri tecnici, e i nostri tecnici che appunto redigono il decreto sono stati assolutamente disponibili a recepire le indicazioni da parte dei rappresentanti dell'associazione presenti".
 
In sede di replica, Francesco Acquaroli (FdI) ha dichiarato: "Signor Ministro, io non sono medico, lei invece lo è, quindi conosce bene questa situazione. Sicuramente, però, posso portarle la testimonianza della mia città, dove c'è un importante centro di recupero per questo tipo di patologie. Nella nostra città abbiamo incontrato tanti casi che hanno bisogno di un'assistenza e per i quali queste cure sono fondamentali, sia per i malati, per non peggiorare il loro stato di salute, sia per le famiglie, perché queste malattie hanno in sé insito un grave disagio per le famiglie, nonché preoccupazione e necessità di assistenza che non può essere fornita nelle proprie case. È una preoccupazione che tanti sentono forte, perché solo sentir parlare da parte del Governo di questa ipotesi, di questa possibilità che era stata appunto accennata dal sottosegretario in risposta all'interrogazione precedente, ha messo in allerta tantissimi.
 
Noi riteniamo, invece, che il Governo debba ampliare sempre di più gli interventi in questa fattispecie, perché la sanità e l'accesso alle cure deve essere garantito sempre e a tutti, in particolare nelle neuro-degenerazioni, in particolare per quelle malattie che rischiano di escluderti anche dalla società e con un effetto devastante anche sui costi della sanità pubblica, perché se non interveniamo in una fase di prevenzione o comunque di rallentamento delle malattie il rischio è che poi il costo aumenti dopo. Quindi, l'auspicio è che il Governo intervenga di più e inverta la direzione indicata da quanto era stato detto dal sottosegretario. Prendiamo atto delle sue parole, però l'auspicio è anche che siano tradotte in fatti concreti. Chiudo rivolgendo un appello per il ragazzo Paolo Palumbo, 21 anni, malato di SLA. Sappiamo che anche il Presidente Conte si è interessato di questa situazione, e tutto il Governo, chiediamo anche noi che si accolgano le richieste di accesso alle cure per questo ragazzo e per tutti quelli che come lui sono malati di questa malattia".

10 aprile 2019
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