Carceri. Fp Cgil: “Condanna Cedu e monito Consulta mostrano uno Stato assente”
Il sindacato: “La mancanza di posti nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sta causando il trattenimento illecito di un numero sempre maggiore di persone con problemi di salute mentale negli istituti penitenziari del nostro Paese”.
28 GEN - “La
condanna della Cedu e il
monito della Consulta sulla vicenda del detenuto con problemi psichici trattenuto illecitamente in carcere per più di due anni dimostra ancora una volta quello che la Fp Cgil denuncia da anni, ossia che lo Stato è totalmente assente sul tema della salute mentale in carcere e scarica il problema sulle spalle dei lavoratori”. Questo il commento della Fp Cgil sulla vicenda del mancato collocamento in una Rems di un detenuto disposto dal Gip di Roma nel 2019.
“La mancanza di posti nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza - prosegue la Fp Cgil - sta causando il trattenimento illecito di un numero sempre maggiore di persone con problemi di salute mentale negli istituti penitenziari del nostro Paese. Questo, oltre a non garantire un adeguato trattamento a questi soggetti, crea problemi di gestione degli stessi che vengono scaricati sulla Polizia Penitenziaria, sui Dirigenti Penitenziari e sul personale civile dell’amministrazione penitenziaria”.
“Auspichiamo che dopo l'intervento della Cedu e della Consulta, il Governo, il Parlamento e anche le Regioni, cui è affidata la responsabilità di organizzare i servizi sanitari sul territorio, siano costretti ad agire. Per le persone con problemi di salute mentale servono percorsi diversi che non prevedano la detenzione in carcere. Il Servizio sanitario nazionale va potenziato anche nelle attività dì sanità penitenziaria per evitare di sommare sugli operatori del sistema penitenziario le carenze dì organico regionali a quelle proprie. Ora qualcuno sarà costretto ad ascoltarci”, conclude la Fp Cgil.
28 gennaio 2022
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