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Specializzandi. Schillaci: “Potranno essere assunti dal Ssn anche dopo il 31 dicembre 2025”


Lo ha chiarito il Ministro della Salute rispondendo ad un’interrogazione del Movimento 5 Stelle durante il Question time di oggi. “La possibilità di assumere gli specializzandi nel Ssn a tempo determinato non è più temporalmente limitata al 31 dicembre 2025 e consentirà di fidelizzare i medici in formazione specialistica al Servizio sanitario nazionale, strutturandoli il prima possibile all'interno delle aziende”. La replica: “Università si oppongono perché non vogliono privarsi di manodopera a basso costo”.

12 APR -

“Si segnala la modifica dell'articolo 1, comma 548-bis, della legge di bilancio per il 2019, con la quale è stata inserita a regime la possibilità, per le aziende e gli enti del sistema sanitario nazionale, di assumere con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, con orario a tempo parziale, in ragione delle esigenze formative, coloro che, a partire dal terzo anno di corso di formazione specialistica, regolarmente iscritti, si siano utilmente collocati nella graduatoria in esito alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario. Questa misura non è più temporalmente limitata al 31 dicembre 2025 e consentirà di fidelizzare i medici in formazione specialistica al Servizio sanitario nazionale, strutturandoli il prima possibile all'interno delle aziende e degli enti facenti parte delle reti formative e favorirà, altresì, il necessario trasferimento generazionale di competenze e abilità tra professionisti”. È quanto ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci rispondendo ad un’interrogazione del Movimento 5 Stelle durante il Question time di oggi.

L’intervento integrale del Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Rispondo a questa interrogazione ed è un'occasione per sottolineare la portata innovativa del recente intervento normativo, per quanto attiene ai medici in formazione specialistica di cui al decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, attualmente in fase di conversione. Le norme portate avanti dal Ministero della Salute si pongono l'obiettivo di superare le criticità del sistema sanitario nazionale ricollegate alla carenza di personale ed essenzialmente dovute a una scarsa attività del sistema sanitario nazionale stesso. Nonostante negli ultimi anni si sia provveduto a incrementare il numero di contratti di formazione specialistica, è stata riscontrata su tutto il territorio nazionale una scarsa partecipazione ai relativi concorsi. Da qui la necessità di un recente intervento normativo, con il quale sono state introdotte misure volte a garantire un inserimento graduale e strutturale dei medici in formazione specialistica nel sistema sanitario nazionale.

A tal riguardo, si segnala la modifica dell'articolo 1, comma 548-bis, della legge di bilancio per il 2019, con la quale è stata inserita a regime la possibilità, per le aziende e gli enti del sistema sanitario nazionale, di assumere con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, con orario a tempo parziale, in ragione delle esigenze formative, coloro che, a partire dal terzo anno di corso di formazione specialistica, regolarmente iscritti, si siano utilmente collocati nella graduatoria in esito alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario.

Questa misura non è più temporalmente limitata al 31 dicembre 2025 e consentirà di fidelizzare i medici in formazione specialistica al Servizio sanitario nazionale, strutturandoli il prima possibile all'interno delle aziende e degli enti facenti parte delle reti formative e favorirà, altresì, il necessario trasferimento generazionale di competenze e abilità tra professionisti. La previsione di tale istituto, a regime, congiuntamente alle modifiche apportate allo stesso comma 548-bis, che consentiva la proroga del contratto a tempo determinato per una sola volta sino al conseguimento del titolo di formazione medica specialistica e comunque per un periodo non superiore a 12 mesi, contribuiranno certamente ad assicurare un più ampio utilizzo dell'istituto su tutto il territorio nazionale, laddove ne ricorrano i presupposti. Una particolare attenzione, inoltre, deve essere dedicata alle strutture di emergenza-urgenza, che ad oggi risultano particolarmente interessate dalla carenza di personale, in ragione dei notevoli carichi di lavoro, del rischio legato alle aggressioni, al burnout, nonché all'elevato livello di responsabilità, quali elementi che determinano la scarsa attrattività dell'impiego in pronto soccorso. Anche in tal caso il contributo dei medici in formazione specialistica, che, tuttavia, non possono in nessun caso essere considerati sostitutivi del personale strutturato, costituisce una risorsa fondamentale, che l'intervento normativo portato avanti dal Ministero della Salute ha voluto valorizzare mediante l'introduzione di norme speciali temporaneamente limitate, che derogano alla disciplina vigente.

Concludo, pertanto, rassicurando gli onorevoli interroganti che le questioni sollevate in questa sede sono state opportunamente affrontate nell'ambito della riforma in materia di salute, portata avanti con il citato decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34.

La replica di Marianna Ricciardi (M5S). Ringrazio il Ministro per la sua risposta, ma, purtroppo, non può soddisfarci e spiego perché. Vi è un tema su questo punto: i dinieghi da parte delle università, che si oppongono a stipulare i contratti di formazione individuale. Il problema principale è che non vogliono vedersi sottrarre manodopera a basso costo, che possono utilizzare per pubblicazioni e per ricerca. Il punto è che le università stanno bloccando migliaia di medici specializzandi, che potrebbero dare un reale contributo a sollevare le sorti del nostro Servizio sanitario nazionale. Bene è aver reso strutturale una nostra norma, con il recente decreto Bollette, ma, purtroppo, resterà soltanto sulla carta, se non si vanno a risolvere queste criticità. La soluzione ve la stiamo proponendo ed è far sì che le autorizzazioni siano automatiche, che non debbano più sottostare all'autorizzazione da parte delle università, oggi tenute a stipulare questo contratto di formazione individuale con le aziende che ne facciano richiesta. Il punto è che lei non sta rispondendo soltanto a me. Lei sta rispondendo a 25.000 persone, medici in formazione specialistica che sono pronti a dare una mano reale, per dare un contributo al nostro Paese e sollevare le sorti del Servizio sanitario nazionale. Sta rispondendo a migliaia di cittadini che stanno aspettando di sapere se potranno curarsi o meno tra un mese o dovranno aspettare un anno nelle liste d'attesa. Sta rispondendo a quei cittadini che stanno aspettando stipati su barelle nei pronto soccorso. Questo è il motivo per cui la sua risposta non può soddisfarci e non può soddisfare il Paese.

12 aprile 2023
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