Sperimentazioni su animali. L'Italia dice no a direttiva Ue e conferma divieto assoluto sui randagi
La precisazione arriva dal ministero della Salute in occasione dell'attuazione della Direttiva 2010/63/UE che prevede, per casi eccezionali, una deroga all'uso dei randagi nelle sperimenazioni. L'Italia ha infatti deciso di non adottare la direttiva e mantenere il divieto, senza eccezioni, previsto dalla normativa nazionale.
28 NOV - “Il ministero della Salute conferma il divieto assoluto di utilizzo di animali randagi ai fini scientifici o sperimentali”. La precisazione arriva in occasione della attuazione della direttiva comunitaria 2010/63/UE relativa alla protezione degli animali impiegati a fini scientifici, il cui testo prevede una deroga a tale divieto per casi eccezionali.
Per il ministero della Salute italiano, infatti, “non si può rinunciare ai diritti di maggior tutela degli animali, nel caso specifico riguardanti animali randagi già vittime del reato di abbandono, diritti vigenti nel nostro Paese fin dal 1991 e ormai conseguiti e giudicati irrinunciabili dai cittadini”.
La direttiva stessa consente agli Stati membri di mantenere disposizioni più restrittive rispetto alla direttiva se già adottate alla data del 9 novembre 2010. L’Italia, quindi, invierà alla Commissione europea, entro il termine previsto del 31 dicembre 2012, la comunicazione sulla decisione di mantenere il divieto e quindi la più ristrettiva normativa nazionale in materia di utilizzo e protezione degli animali per scopi sperimentali.
28 novembre 2012
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