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Crisi. L'Istat sul Def: "Oltre sette famiglie su dieci hanno eliminato spese per visite mediche" 


E' l'allarme lanciato dal presidente Enrico Giovannini nel corso dell'audizione in Parlamento sul Def 2013. "Sono invece rimaste sostanzialmente invariate le spese per i medicinali". Ma è in ogni caso forte il calo della spesa mensile di ogni famiglia per la sanità. IL TESTO DELL'AUDIZIONE

23 APR - Nel corso degli anni di crisi, oltre sette famiglie su dieci (71%) hanno modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati, arrivando quasi a eliminare le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie. Mantenute, invece, sostanzialmente invariate quelle per i medicinali. E’ quanto ha rilevato Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, nel corso dell’audizione sul Def 2013 nelle commissioni speciali congiunte.

Il documento elaborato dall'Istat evidenzia una netta diminuzione, tra 1997 e 2011, della spesa mensile per la sanità: la media di ogni famiglia, espressa in percentuali, scende da 4,3 a 3,7 del totale. Da segnalare in particolare la forte contrazione registrata ad appannaggio del decimo più indigente della popolazione, con un flessione pari a un punto (da 3,3 a 2,3).

Più in generale, Tutte le componenti della domanda interna hanno contribuito a determinare la profonda recessione che caratterizza da ormai un anno e mezzo l’economia italiana. In termini quantitativi, il maggiore contributo negativo è venuto dalla caduta dei consumi privati, diminuiti di oltre il 4% nel 2012. Si tratta di un risultato mai registrato nella storia recente del Paese e che deriva, in primo luogo, dalla ancora più marcata contrazione del reddito disponibile che le famiglie, colpite da una crisi prolungata e condizionate da una incertezza crescente sul proprio futuro, hanno compensato solo in piccola misura con un ulteriore calo della propensione al risparmio. Nel 2012, infatti, in presenza di una flessione del prodotto interno lordo reale del 2,4%, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 4,8%.

Si tratta di una caduta di intensità eccezionale e che giunge dopo un quadriennio caratterizzato da un continuo declino (nel 2011 il reddito reale era già diminuito di circa il 5% rispetto a quello del 2007, ultimo anno che aveva presentato una dinamica positiva). Alla riduzione del reddito disponibile delle famiglie hanno contribuito soprattutto la forte riduzione del reddito da attività imprenditoriale e l’inasprimento del prelievo fiscale. I redditi da lavoro sono rimasti pressoché stabili in termini nominali, subendo comunque la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione.

In relazione all'andamento dell'economia, Giovannini ha specificato che il prodotto interno lordo italiano "dovrebbe ridursi nel 2013 in una misura molto vicina a quella stimata dal governo nel Def", che prevede una contrazione dell'1,3%. Per quanto riguarda il 2014, infine, non è ancora possibile valutare l'impatto delle misure che prevedono lo sblocco di 40 miliardi di crediti verso le imprese da parte della pubblica amministrazione”. A livello di perfomance economica, Giovannini ha stimato per l'anno in corso un PIL molto vicino a quello indicato nel Documento di economia e finanza (Def), ovvero in calo dell'1,3%. 

23 aprile 2013
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