Inchiesta parlamentare su ambiente e salute. "Stabilire monitoraggio permanente nel Vesuviano. Avviare bonifica"
È questa in sintesi la richiesta di Wwf, Legambiente e Comitati vesuviani per far fronte al drammatico tasso di inquinamento riscontrato in Campania, zona Vesuviana, su cui la Commissione Sanità del Senato sta svolgendo un’indagine conoscitiva per capirne gli effetti sull'incidenza dei tumori e delle malformazioni feto-neonatali
06 OTT - “Se è vero che allo stato, non vi è ancora certezza scientifica in ordine all’esistenza del nesso causale tra inquinamento ambientale e insorgenza di determinate patologie, la peculiare situazione della regione Campania dovrebbe indurre a nutrire quanto meno un fondato sospetto e per questo è imprescindibile l'effettuazione di un monitoraggio continuo, anche alla luce del principio di precauzione”. A parlare è
Vincenzo Viglione, rappresentante del Wwf Campania, davanti i componenti della Commissione Igiene e Sanità del Senato nel corso dell’indagine conoscitiva “Sugli effetti dell'inquinamento ambientale sull'incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica”.
Se dunque non si può affermare con certezza che l’inquinamento dell’area vesuviana è diretto responsabile di patologie tumorali e malformazioni neo-natali questo non vuol dire che non debbano essere svolte operazioni di monitoraggio anche alla luce del principio di precauzione oltre ad indagini approfondite, anche di tipo epidemiologico, nonché analisi sui prodotti ortofrutticoli. Già perché sempre secondo Viglione “il numero reale di roghi è nella realtà più elevato di quello censito dalle forze dell'ordine e dai Vigili del fuoco, i quali, anche per la povertà dei mezzi a disposizione, riescono ad intervenire solo su alcune delle condotte incendiarie”.
Michele Buonomo, presidente di Legambiente
, ha riferito i risultati di studi condotti dall'Istituto Superiore di Sanità e da Legambiente, dai quali emerge “la presenza di malattie collegate al fenomeno delle discariche abusive”. Aggiungendo che altra fonte di pericolo è rappresentata dal “fenomeno dei roghi, ulteriore strumento utilizzato nello smaltimento illecito dei rifiuti, che tuttavia sta subendo un decremento grazie all'operato del Commissario straordinario Cafagna, che sta assicurando una maggiore e più costante attività di monitoraggio”.
Oltre a ciò per il presidente di Legambiente è utile “effettuare una mappatura completa dei siti inquinati, procedere ad un campionamento e all'analisi dei prodotti ortofrutticoli, garantire maggiore operatività e collaborazione tra le varie amministrazioni deputate alla tutela dell'ambiente, tutelare la cosiddetta terra dei fuochi come sito di interesse nazionale, bonificare i terreni”. È poi necessario “anche attraverso il ricorso ai fondi comunitari, attivare un registro tumori a livello regionale, sviluppare approfondite indagini epidemiologiche ed introdurre, nel novero dei reati contro l'ambiente, la fattispecie di ecocidio”.
Per conto delle popolazioni e dunque del territorio è intervenuto
Franco Matrone, portavoce della Rete dei comitati vesuviani, che ha illustrato le problematiche riguardanti l'area vesuviana, pur facendo rilevare che quello dell'inquinamento ambientale è tema di interesse dell'intera regione Campania. In particolare ha riferito che nell’area ci sono diverse “discariche, sia lecite che illecite, che hanno recato pregiudizio tanto alla salute delle persone, tanto alla tutela della fauna e delle produzioni ortofrutticole, in un territorio a forte vocazione agricola e assoggettato a tutela ambientale”. Questa criticità ha indotto l'Unione europea “ad avviare più di una procedura di infrazione nei riguardi dell'Italia, delle quali una si è già conclusa con una sentenza di condanna”. Anche Matrone ha chiesto infine di procedere con la bonifica dei territori e in ogni caso ad una messa in sicurezza degli stessi.
06 ottobre 2013
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