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Saccomanni conferma la copertura di 2 mld per i ticket. L'audizione alla Camera


Lo ha assicurato ieri sera il ministro dell'Economia nel corso della sua audizione alle Commissioni riunite Bilancio e Affari Sociali. Riaffermata la necessità di salvaguardare qualità, equità e universalità del Ssn. Anche per questo basta con i tagli lineari e insistere su costi standard e misure di razionalizzazione della rete ospedaliera. Guarda il video dell'audizione integrale.

31 OTT - Dal 2014 verranno riconosciuti 2 miliardi di euro annui a partire dal 2014 per evitare nuovi ticket "alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’esercizio da parte dello stato della potestà in materia di ticket che non è di competenza esclusiva dello Stato”. La conferma viene direttamente dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, in audizione ieri sera presso le Commissioni riunite Bilancio e Affari sociali della Camera, nell’ambito dell’”Indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica”.
 
Il ministro nel corso dell’audizione ha anche ringraziato i componenti delle due Commissioni della Camera, la Bilancio e l’Affari Sociali, per l’invito che gli ha permesso di “approfondire un tema che onestamente non avevo ancora avuto modo di affrontare”.
 
Saccomanni ha riconosciuto come sia “necessario salvaguardare la qualità, l’equità e l’universalità di accesso alle cure che il nostro sistema ha sempre garantito nella convinzione che tale tutela non rappresenti nel lungo termine un costo ma una risorsa per l’intero sistema paese”.
 
Il responsabile del Mef ha riconosciuto come “Il Ssn è stato oggetto di riforme che nel tempo ne hanno modificato la governance” e rimane “cruciale il monitoraggio dei costi e della qualità delle prestazioni erogate nelle diverse articolazioni territoriali del sistema sanitario nazionale con la determinazione e l’organicità dimostrata negli ultimi anni. Occorre quindi proseguire nell’azione di governo del sistema con l’adozione di strumenti di intervento efficaci per tutte quelle realtà che meno esprimono il valore  del nostro Ssn adoperandoci nel risanamento laddove si ravvisino sprechi di risorse”.
 
Alcune tendenze di fondo.
Nel decennio che ha preceduto la crisi, la spesa primaria è cresciuta in media all’anno del 4,5%, circa. Mezzo punto percentuale in più rispetto al Pil. Negli ultimi anni la tendenza è cambiata. Tra il 2010 e il 2013 la spesa pubblica primaria corrente al netto delle prestazioni sociali in denaro è scesa di oltre il 9% in termini reali. Ciò è avvenuto per le riduzioni percentuali di carattere lineare per i quali non vi sono più margini e ora è necessario intervenire selettivamente nei singoli programmi di spesa, nella definizione della portata del perimetro dell’intervento pubblico nel miglioramento delle capacità gestionali delle amministrazioni. “Le dinamiche demografiche – ha riferito il ministro - determineranno un’esplosione di domanda di prestazioni e servizi sanitari grazie al miglioramento della qualità della vita. Questo da un lato conferma la qualità del Ssn, dall’altro potrebbe in futuro generare tensione nell’utilizzo delle risorse disponibili. Alcune dinamiche demografiche potrebbero contenere tuttavia la crescita della spesa sanitaria rispetto alle stime formulato in base agli andamenti di consumo osservati per età e genere. In primo luogo una quota elevata di spese sanitarie effettuate nell’arco di vita di una persona tende a concentrarsi nell’anno antecedente al decesso.. I costi sostenuti per le cure sanitarie nella fase terminale della vita non risulterebbero pertanto significativamente accresciuti con l’aumento di speranza di vita.
In secondo luogo, come accaduto in passato, all’aumento di speranza di vita si assocerà un miglioramento della condizioni di salute e una diminuzione dell’incidenza di disabilità per data classe di età e genere. L’allungamento della speranza di vita si tradurrebbe in sostanza in un periodo addizionale vissuto in buona salute, durante il quale non si determinerebbe quell’incremento dei costi attesi prefigurato assumendo l’invarianza della struttura dei bisogni sanitari”.
 
Misure di razionlizzazione della spesa sanitria.
“Nel quadro previsivo del governo – ha spiegato Saccomanni – la spesa sanitaria si riduce in rapporto al prodotto del 7,1 nel 2013 al 6,8 del 2016. Hanno contribuito a rafforzare la governance l’obbligo di copertura dei disavanzi delle regioni. La spesa per il personale è il 40% del totale. La spesa per beni e servizi, 21%, prestazioni erogate da privati accreditati circa il 23% spesa farmaceutica circa il 16%. La dinamica della spesa per il personale è in diminuzione, questo è dovuto ad interventi strutturali come il blocco del turn over e la disposizione sulla corretta applicazione degli oneri contrattuali. Anche la spesa per l’erogazione di beni e servizi è diminuita significativamente. Si tratta del comparto interessato dalle più ambiziose manovre di contenimento dei costi. In particolare questa è scesa di tre miliardi nel 2013 e la previsione è di 3,8 nel 2014. Per il contenimento della spesa, dal 1 luglio del 2012, l’osservatorio dei contratti pubblici fornisce alle regioni un elaborazione dei prezzi standard di riferimento sulla base dei prezzi realmente erogati alle condizioni di maggiore efficienza dei beni e delle prestazioni dei servizi sanitari selezionati dall’Agenas tra quelle di maggiore impatto in termini di costo a carico del Sistema. L’osservatorio sta ora procedendo alla seconda rilevazione. I beni e servizi censiti passano da circa 300 a circa 450, e la rilevazione non è più campionaria ma sull’intero universo delle aziende sanitarie e delle centrali di acquisto regionali”.
Secondo i dati riferiti da Saccomanni anche “per le prestazioni erogate da privati accreditati la dinamica è in diminuzione”. E questo grazie alla programmazione regionale che ha fissato un tetto di spesa da assegnare agli erogatori privati”. Su questo punto il responsabile del Mef ha ricordato che “c’è però un contenzioso sulla tariffe che le aziende sanitarie riconoscono alla strutture accreditate in particolare ci sono stati ricorsi in merito al decreto di fissazione delle tariffe dell’ottobre del 2012”.
Infine la spesa farmaceutica che da “oltre un decennio è stata interessata da numerosi interventi regolatori” non ultimo il prezzo dei farmaci che è diminuito, grazie ai brevetti scaduti e all’immissione dei generici. Discorso diverso “per la spesa farmaceutica ospedaliera che ha avuto un significativo incremento”.
 
Piani di rientro
“I piani di rientro – ha spiegato il ministro – si configurano come un vero e proprio programma di ristrutturazione industriale che incide sui fattori di spesa sfuggiti ai fattori di controllo. Per ogni area di spesa sono individuati obiettivi di contenimento, le singole azioni realizzabili per il loro raggiungimento e l’impatto finanziario. L’insieme coordinato delinea il progetto di risanamento che si riflette nei conti economici della regione. L’evidenza empirica disponibile suggerisce una correlazione positiva tra le presenza di disavanzi di gestione e il peggioramento della qualità dei servizi forniti. In tutte le regioni sottoposte a piano di rientro si è registrato un miglioramento dei conti ma anche dell’erogazione dei Lea seppur in misura e tempi non uniformi”.
 
Costi standard
“Dal 2013 un contributo al contenimento della spesa deriva dai costi standard per il riparto del fabbisogno sanitario delle regioni, in particolare sono stati definiti 19 erogatori di efficienza, appropriatezza ed equità sulla base dei quali individuare regioni benchmark in ambito sanitario”. Tra le cinque regioni migliori individuate la conferenza delle regioni sta provvedendo all’individuazione di tre per la costruzione dei fabbisogni standard.
 
Sanità nel ddl stabilità
Ultimo capitolo dell’audizione del ministro Saccomanni sono le misure contenute nel ddl stabilità in materia di sanità. “Il ddl – ha riferito il ministro - non interviene con misure specifiche sul settore”. Ma “vengono riconosciti alle regioni due mld annui a partire dal 2014 alla luce della sentenza della corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’esercizio da parte dello stato della potestà in materi di  ticket che non è di competenza esclusiva dello Stato”. Prima di concludere Saccomanni ha ribadito che il Mef ha chiesto “un provvedimento che mira alla razionalizzazione della rete ospedaliera e del territorio in quanto ci sono troppo strutture troppo piccole”. 

31 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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