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Precari Ssn. Cgil, Cisl e Uil contro la bozza del Dpcm. Oggi incontro al ministero


Dopo la revisione del Mef e della Funzione Pubblica, i sindacati contestato in particolare il “rigido richiamo” ai vincoli sul personale imposti da Dl 78/2010 e chiedono che si consentita “un’applicazione del D. L. 78/2010 in linea con l’interpretazione data nel 2011 dalla Conferenza delle Regioni”.

03 GIU - Una lettera indirizzata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al sottosegretario Vito De Filippo, alla Conferenza delle Regioni, al presidente del Comitato di Settore Claudio Montaldo e al coordinatore degli assessori alla Sanità Luca Coletto per chiedere di rivedere il testo del Dpcm sul precariato e non tener conto dei rilievi avanzati dal Ministero dell’Economia e dal Dipartimento della Funzione Pubblica. A firmarla Cecilia Taranto della Cgil Fp, Daniela Volpato della Cisl Fp e Giovanni Torluccio della Uil Fp, che oggi saranno al ministero della Salute per discutere la nuova bozza di DPCM in applicazione dell’art. 4, comma 10 del D. L. 101.

“Da una prima lettura – osservano i sindacati nella missiva datata 29 maggio - si rileva come il testo presentato, così come riformulato, non tenga in alcun conto la specificità del settore in cui va ad inserirsi il percorso di stabilizzazione e la connessa proroga dei contratti relativi al personale a tempo determinato. Al contrario, molte delle modifiche apportate sono addirittura in antitesi rispetto al testo sul quale in modo unanime le parti sociali avevano raggiunto l’accordo con l’allora Sottosegretario di Stato On. Paolo Fadda”.

In particolare, i sindacati contestano “l’esclusione del riferimento alle linee guida del 10 febbraio 2011, redatte congiuntamente dalla Conferenza delle regioni e Province Autonome e dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative regionali, ed il rigido richiamo ai vincoli imposti dal D. L. 78/2010 porrà, se verrà confermata nel testo definitivo, serissimi problemi al Servizio Sanitario Nazionale”.

“Beninteso – evidenziano i sindacati – che nessuno voglia sottrarsi al rispetto degli specifici vincoli finanziari previsti sin dal 2007 (L. 296/2006) per il settore sanitario pubblico e prorogati da ultimo sino al 2015 dall’art. 17 del D. L. 98/2011”. Tuttavia, secondo la Fo Cgil, la Cisl Fp e la Uil Fp “nell’ambito però del rispetto di tali vincoli, specialmente per le regioni sottoposte da anni ai piani di rientro ed al blocco del turn-over, la rigida applicazione dell’art. 9 comma 28 del D. L. 78/2010 risulta incompatibile con il rispetto dei LEA. Ne erano già consapevoli le regioni nel 2011 quando, valutato il rischio, avevano trovato nell’ambito della conferenza una soluzione ragionevole e allo stesso modo compatibile con le finalità del legislatore. Ma l’inapplicabilità in Sanità della norma in questione la testimoniano soprattutto i dati del conto annuale disponibili sul sito della Ragioneria Generale dello Stato che dimostrano come le aziende sanitarie, impossibilitate a fare altrimenti, dal 2009 al 2012 abbiano ridotto il fenomeno del precariato di appena il 21%, percentuale ben lontana dal 50% previsto dal D. L. 78/2010”.

Per i sindacati confederali, “continuare a considerare applicabile in sanità, in fase di stabilizzazione dei rapporti, il D. L. 78/2010 nella sua rigida formulazione non mediata dalle linee guida, salvo non volere consapevolmente mettere in discussione i principi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale, è un gravissimo errore che porterà alla paralisi dell’erogazione dei LEA”.

Per questo i sindacati chiedono, “nel rispetto della volontà del Legislatore stesso che con il D. L. 101/2013 ha inteso riconoscere la specificità di questo settore, di dare concreta efficacia al DPCM consentendo, nel rispetto dei fondamentali vincoli finanziari di cui al D. L. 98/2011, un’applicazione del D. L. 78/2010 in linea con l’interpretazione data nel 2011 dalla Conferenza delle Regioni”.
 

03 giugno 2014
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