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Epatite C. Lorenzin: "Per i nuovi farmaci serve una soluzione europea"

di Edoardo Stucchi

"Le case farmaceutiche stanno invadendo il mercato con prodotti nuovi, risolutivi per certe malattie, ma a caro prezzo. Non è un problema che possiamo risolvere da soli, dobbiamo agire insieme per invertire questa tendenza". Così il ministro della Salute ha aperto la seconda giornata di discussione, organizzata dall’Aifa, per confrontare le diverse posizioni delle Agenzie regolatorie europee sull’accesso ai prodotti innovativi

22 SET - Il meeting dei Ministri della Salute dell’Unione Europea, in programma per oggi pomeriggio, ha avuto una anticipazione con la presenza del Ministro italiano, Beatrice Lorenzin, che ha aperto la seconda giornata di discussione, organizzata dall’Aifa, per mettere a confronto le diverse posizioni delle Agenzie regolatorie europee dei farmaci sull’accesso ai prodotti innovativi. La discussione era partita dall’immissione in commercio dei farmaci per l’epatite C, il cui utilizzo (50.000 euro di costo per terapia per milioni di persone) rischia di far fallire qualsiasi budget di bilancio. Ed è questo il nocciolo della questione che il Ministro italiano porrà all’incontro di oggi con i colleghi degli altri ministeri della salute europei, con i quali occorre un’alleanza per intervenire nei confronti delle case farmaceutiche. Così il ministro ha risposto alle domande della stampa e delle associazioni dei malati di epatite che hanno fatto appello per una equa distribuzione dei farmaci ai malati che ne hanno bisogno.

Ministro come pensa di risolvere la questione e che risposte possiamo dare ai malati che premono per avere la giusta cura?
La questione è sotto osservazione da parte di tutti gli organismi, dal Ministero all’Aifa ma ci troviamo di fronte a una situazione insostenibile. Per 15 anni non abbiamo avuto immissione di nuovi farmaci e ora le case farmaceutiche stanno invadendo il mercato con prodotti nuovi, risolutivi per certe malattie, ma a caro prezzo. Un prezzo che sta facendo saltare anche i budget di paesi come gli Stati uniti. Non è un problema che possiamo risolvere da soli e per questo oggi voglio sentire i colleghi europei, perché dobbiamo agire insieme per invertire questa tendenza che porta le case farmaceutiche a proporre cure costose per rientrare dei costi di produzione che nei casi dei farmaci innovativi sono molto alti. Molti di questi costi, però, sono già rientrati.

Cosa risponde alle richieste delle Associazioni dei malati?
La pressione dei malati è molto forte e ci troviamo di fronte a un grosso problema. In Europa ci sono 5 milioni di malati e di infetti da epatite C, che chiedono di avere accesso a questi nuovi farmaci. Ma siamo di fronte a un evento epocale, è come quando è stata scoperta la pennicellina, che ha dato vita alla battaglia contro i batteri. Oggi siamo in presenza di una malattia virale, come l’epatite C che evolve in cirrosi e tumore e che fa morire. Il nuovo farmaco, ma ce ne sono altri in arrivo, è risolutivo con una cura di 4-8 settimane. I malati guariscono. Ma il prezzo è insostenibile e questo sarà il tema del nostro semestre europeo. Dobbiamo cercare una giusta strada per trattare con le case farmaceutiche. Intanto non dimentichiamo i malati, perché stiamo agendo con le cure compassionevoli. Chi non può aspettare e chi non ha alternative alle cure tradizionali in commercio che hanno pure una loro efficacia sia pure con effetti collaterali, avrà la cura in modo compassionevole. Ora stiamo trattando con chi ha messo in commercio il nuovo farmaco e tratteremo anche con le case farmaceutiche che a breve metteranno in commercio un prodotto simile.

All’incontro dell’Aifa sono emersi tanti aspetti di questa vicenda e tutti hanno auspicato un giusto accesso alle cure. Sul fronte dei budget sanitari, come pensate di risolvere il problema dei fondi. Ieri Luca Pani ha ipotizzato l’ipotesi di un fondo speciale. Che cosa ne pensa?
E’ una delle posizioni in cantiere ma dovremo prendere accordi con il ministero dell’Economia. Ma soprattutto è importante l’alleanza con gli altri ministri europei. Dobbiamo anche tenere presente che in campo ci sono altri settori sanitari che usufruiranno dell’innovazione, dalle malattie croniche (diabete, Alzheimer, Parkinson) aggravate dal problema dell’invecchiamento della popolazione alle infezioni, come Ebola. Si dovrà decidere come affrontare l’innovazione e trovare un nuovo modo di approccio con le industrie farmaceutiche. Da parte nostra dovremo rispondere con una maggiore efficienza sanitaria e con l’avvio delle rete informatica di tutte le strutture ospedaliere.

Edoardo Stucchi  

22 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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