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Testamento biologico. Cgil in campo con un video e raccolta firme tra gli operatori


È stata presentata questa mattina la campagna promossa dalla Fp-Cgil e Fp-Cgil medici “Io non costringo curo”. Un’iniziativa rivolta a tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari per la libertà di scelta sul testamento biologico e contro l’accanimento terapeutico. Tra i primi ad aderire l’oncologo Umberto Veronesi e il chirurgo e senatore del Pd Ignazio Marino. Il Manifesto. Il video. L’appello. I firmatari. Il ddl sul testamento biologico.

07 FEB - La libertà di scelta delle terapie è il cardine del rapporto tra medico e paziente, la persona che non è più in grado di decidere dovrebbe avere gli stessi diritti di cura di una persona in grado di far rispettare le proprie volontà. Questo è un principio fondamentale, che attiene ai diritti di ogni individuo e proprio per questo è stata lanciata questa mattina la campagna promossa dalla Fp-Cgil e Fp-Cgil medici “Io non costringo curo”. Un’iniziativa che attraverso la diffusione di un video e di un appello rivolto a tutti gli operatori “intende aprire un dibattito sull’etica – ha spiegato Rossana Dettori, segretario della Funzione pubblica Cgil –, per dire basta all’uso strumentale del diritto alla salute. I medici – ha concluso la Dettori – non sono carnefici, non sono spie, non costringono ma viceversa curano”.
 
“Vogliamo far sentire la voce di tutti coloro che operano nella sanità – ha aggiunto Massimo Cozza segretario nazionale Funzione Pubblica Cgil-medici – vogliamo difendere l’alleanza terapeutica tra il medico e il paziente il cui elemento fondante è il consenso o il dissenso purché questo sia informato. Lo dice la convenzione di Oviedo, lo dice il codice deontologico le varie sentenze della Corte Costituzionale”.
 
Quale sarà dunque la strategia di questa campagna? A spiegarlo è lo stesso Cozza “il prossimo 21 febbraio inizierà nell’Aula di Montecitorio il dibattito sul progetto di legge sul testamento biologico, prima della fine della discussione presenteremo al presidente Fini le firme raccolte”.
 
Nell’appello lanciato dalla Cgil “I medici e gli operatori sanitari non vogliono una legge che costringa a mantenere in vita con tecnologie straordinarie o sproporzionate chi ha deciso di rifiutarle in modo consapevole e non ha più una ragionevole speranza di recupero”. E facendo leva sul codice deontologico e sulla Costituzione i medici chiedono di “poter lavorare secondo scienza e coscienza in una alleanza terapeutica con la persona assistita, alla quale devono sempre essere garantite la dignità e la decisione finale”.



L’appello, come detto, ha già raccolto l’adesione di Umberto Veronesi e di altri operatori, tra questi anche del chirurgo e senatore democratico Ignazio Marino che ha annunciato che sul testo che arriverà in Aula “ci sono già 1500 emendamenti”.
“È evidente – ha aggiunto Marino – che si vuole usare ogni strumento parlamentare contro una legge che non rispetta la volontà dei cittadini né quella dei medici e degli operatori sanitari”.
 
Per il senatore del Pd “La perdita di coscienza equivarrebbe in questo caso a una perdita dei diritti, che verrebbero acquisiti da chi ha vinto le elezioni. Spero ci sia un ripensamento, una riflessione su questo altrimenti finiremo con il Parlamento trasformato in un centro studi” con la conseguenza “che poi dovrà intervenire la tanto criticata magistratura per cambiare una legge contraria alla nostra Costituzione”. Il riferimento di Marino è dunque a quanto sta accadendo alla legge 40 sulla fecondazione assistita che sentenza dopo sentenza sta subendo un profondo cambiamento rispetto al testo originario.
 
Il senatore ha poi ricordato alcuni dati sulla materia diffusi dall’Eurispes. “Sta per arrivare in Aula ricordato Marino – una legge che è contro 77 italiani su 100. Il testo che verrà discusso infatti impone obblighi e prescrizioni e calpesta la libertà di scelta delle cure che, invece, quasi la totalità degli italiani vorrebbe avere. Non vi sono strumentalizzazioni: risulta chiaramente che il 76% di chi guarda a destra e il 64% di chi si riconosce nel centro vuole una legge che permetta alle persone di scegliere a quali terapie sottoporsi e quali rifiutare. A chiederlo quindi sono tutti, anche gli elettori di questa maggioranza”. Marino ha poi ricordato il sondaggio promosso dal Collegio Italiano dei Chirurghi condotto sui Membri dei Consigli Direttivi delle Società scientifiche secondo cui il 73% dei chirurghi ritiene che la nutrizione artificiale e l’idratazione artificiale siano trattamenti medici e che, quindi, siano materia di adeguato e specifico consenso informato”.
 
Stefano Simoni
 

07 febbraio 2011
© Riproduzione riservata

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