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Decreto appropriatezza. Saitta (Piemonte): “Come Regione ci lavoriamo da oltre un anno. Eccesso diagnostica non produce benefici”


L’assessore ‘difende’ il provvedimento e rimarca come “l’eccesso di diagnostica non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti. Il tema dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie è centrale per la Regione Piemonte. Ci abbiamo lavorato fin dai primi giorni del nostro insediamento”.

23 SET - “Il tema dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie è centrale per la Regione Piemonte. Ci abbiamo lavorato fin dai primi giorni del nostro insediamento, con la collaborazione di esperti, organizzando seminari ed incontri che hanno visto la partecipazione di molti operatori sanitari. Lo abbiamo fatto con convinzione e non solo perché siamo- da anni- una Regione in piano di rientro. Riteniamo che migliorare il livello di appropriatezza sia un passaggio obbligato, se vogliamo che il servizio sanitario nazionale regga e mantenga le caratteristiche di universalità che lo rendono da sempre uno dei migliori.” Così l’assessore regionale alla sanità, Antonio Saitta, commenta l'ultima bozza del Dm appropriatezza. 
 
“In Piemonte – sottolinea - si registrano 15,94 prestazioni sanitarie ambulatoriali per abitante, mentre lo standard nazionale è 12.  Nell’area metropolitana di Torino assistiamo ad abusi impressionanti, in particolare la Risonanza magnetica lombare: fare radiografie su radiografie per la lombalgia (una delle patologie più diffuse dopo il raffreddore) non produce benefici alla salute”.
 
“Questo eccesso di diagnostica – commenta l’assessore - non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti. Assistiamo al paradosso che da un lato c’è un eccesso di consumo e di assistenza sanitaria in ospedale, mentre i soggetti più fragili hanno difficoltà ad accedere ai servizi essenziali. Chi, ancora in questi giorni, protesta a difesa delle Strutture complesse che abbiamo deciso di ridurre, credo farebbe bene a riflettere e confrontarsi con queste argomentazioni che hanno una solida argomentazione scientifica ”.
“Ribadisco quanto dissi a marzo in occasione del focus organizzato in Sanità con i medici Fornero, Davini e Bobbio. C’è un grande lavoro culturale da portare avanti: bisogna incidere sulla mentalità dei politici, dei prescrittori/operatori sanitari, dei cittadini. Noi abbiamo il dovere di prenderci cura dei malati, di mettere al centro il paziente e di offrire cure sobrie, rispettose e giuste.” conclude Saitta.

23 settembre 2015
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