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Ddl concorrenza. PD ribadisce il suo “no” alla liberalizzazione Fascia C. Voto slitta a domani

di Giovanni Rodriquez

Questo l’esito della riunione di stamattina del Gruppo Pd in vista del voto in Aula alla Camera. Ma la partita potrebbe non chiudersi definitivamente con il ddl concorrenza. Nel corso della riunione si è infatti ipotizzata una possibile riforma organica del sistema di distribuzione del farmaco in Italia. Almeno per il momento, quindi, i farmaci con ricetta medica dovrebbero resatre in farmacia

29 SET - Il Partito Democratico mantiene la linea annunciata nelle scorse settimane dal responsabile sanità del partito, Federico Gelli, e ribadisce il "no" alla liberalizzazione dei farmaci di Fascia C. Questo l’esito della riunione indetta questa mattina dal Gruppo Pd per analizzare il testo del disegno di legge sulla concorrenza prima della ripresa della discussione e della votazione in Aula degli emendamenti presentati al disegno di legge sulla concorrenza. Le indicazioni emerse sono chiare, e l’ipotesi di una possibile apertura al fronte trasversale M5S - Scelta Civica - Sel, che chiedevano attraverso una serie di proposte di modifica la libera vendita dei farmaci con ricetta medica anche al di fuori delle farmacie, sembra ormai del tutto tramontata.

"Il tema è troppo delicato per essere affrontato con un emendamento. Non possiamo rivoluzionare all’ultimo istante e in poche righe di testo l’intera organizzazione del sistema di distribuzione del farmaco di questo Paese. Ci sono proposte di modifica che chiedono la libera vendita dei farmaci di Fascia C ed altre che chiedono di poter fare le vaccinazioni in farmacia. Le due cose non possono stare insieme. Ci sono poi da preservare alcuni equilibri governativi. Siamo al Governo con Ncd e dobbiamo tenere conto anche della loro posizione di chiusura su questa tematica”. Così a Quotidiano Sanità un esponente del partito presente alla riunione.
 
Ma la partita potrebbe non chiudersi definitivamente con il ddl concorrenza. Nel corso della riunione, infatti, si è anche ipotizzata una possibile riforma organica che si occupi, in maniera più approfondita, del sistema di distribuzione del farmaco in Italia. In caso di liberalizzazione del settore, dovrebbero cioè essere apportate una serie di modifiche e correttivi al fine di garantire, ad esempio, gli stessi diritti di accesso ai farmaci a tutti quei cittadini che vivono in piccoli comuni scarsamente serviti.
 
Detto questo, salvo eventuali sorprese non programmate, sul voto degli emendamenti presentati all’articolo 32, in programma nella giornata di domani, le indicazioni sono state ben precise: i farmaci con ricetta medica devono restare in farmacia. Almeno per il momento.
 
Giovanni Rodriquez

29 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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