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Biotestamento: concluso il dibattito generale


Ieri si è conclusa la discussione generale alla Camera dei deputati sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Il Pd insiste sull’incostituzionalità del provvedimento. L’Idv parla di favore al Vaticano, la maggioranza sottolinea l’importanza di evitare derive giudiziarie. Respinta la sospensiva di un anno proposta dal Pd. I radicali lanciano l’idea del biotestamento su facebook.

10 MAR - È da quando è iniziato il dibattito che i radicali stazionano davanti Montecitorio. Non per protesta, ma per una forma di dialogo con le istituzioni secondo la loro tradizione non-violenta. Quello che i radicali stanno inscenando è un sit-in e dalla piazza hanno lanciato (attraverso l’Associazione Luca Coscioni) l’ennesima proposta: il testamento biologico che può essere sottoscritto su Facebook, il social network più diffuso, per sensibilizzare sull’importanza del documento che garantisce la propria volontà sul termine della vita.
 
L’applicazione si chiama non a caso “The Last Wish” (l'ultimo desiderio). Permette all’utente di nominare due “esecutori testamentari” che, in caso di decesso, possono attivare una procedura di pubblicazione di un messaggio scelto preventivamente dall’utente. In questo modo è possibile avere il controllo sul proprio ultimo messaggio pubblicato sulla bacheca di Facebook, cosa che oggi non è ovviamente possibile.
“Nonostante la legge italiana non abbia ancora sancito la validità del biotestamento – riferisce una nota dell’Associazione – da oggi è possibile far valere, anche se solo 'simbolicamente', la propria volontà grazie a un'applicazione di Facebook”.
 
E così mentre dalla piazza reale, Montecitorio, e quella virtuale dei social netework, ci si confronta, si cercano soluzioni per attuare il testamento biologico, all’interno del Parlamento si è concluso il dibattito in materia.
 
Mario Baccini (Pdl)ha ribadito il “valore sacro e inviolabile” della vita. “È giusto che lo stato democratico, laico e libero si doti di una norma in materia”. Una buona legge ha ribadito Baccini “deve rifuggire due estremi: quello di ammettere derive eutanasiche e quello di imporre l’accanimento terapeutico”. Questo perchè “l’eutanasia è la negazione della vita, e l’accanimento terapeutico trasforma l’uomo in una cavia da laboratorio”. Il medico per il deputato del Pdl “non è mai tenuto a pratiche contro la propria coscienza ed fondamentale che le decisioni mediche di fine vita non entrino nella spirale dei tribunali”. Quindi la proposta di Baccini: “la legge va integrata con un’authority preposta che impedisca la deriva giudiziaria ed il totale caos di sentenze contraddittorie”.
 
“Il dibattito – ha detto Arturo Iannaccone (Ir) – è falsato da implicazioni di natura politica e ideologica” però “nessuna forma di eutanasia o di suicidio assistito è eticamente e moralmente accettabile: la vita è un bene non negoziabile”. E quindi per finire il rappresentante dei responsabili ritiene “di dover esprimere una valutazione sostanzialmente positiva rispetto al testo così come licenziato dalla Commissione”.
 
Duro e critico l’intevento di Fabio Evangelisti (Idv)che non usa mezzi termini nel definire la proposta di legge questione “un vero e proprio abuso di potere che lede la libertà di ogni individuo e il rispetto della dignità delle persone”. Questa maggioranza, ha aggiunto l’esponente dell’Idv, “ intende portare a casa il provvedimento perchè le serve compiacere di là dal Tevere”. Soltanto “il bieco cinismo di questa maggioranza di Governo – ha concluso Evangelisti – ha rispolverato questo provvedimento soltanto nella speranza che l’argomento stesso potesse diventare il centravanti di sfondamento contro l’unione di Fli e Udc nella speranza di salvare la baracca sulla pelle di migliaia
di anime e familiari in pena”.
 
“Nessuna legge piuttosto che questa”, ha detto Rosa Villecco Calipari (Pd)che ha chiesto alla maggioranza di fermarsi cercando così di porre un parziale rimedio a un testo “irragionevole, autoritario e incostituzionale” e ricercando, invece, “una via condivisa per discutere di una norma che rifletta due principi: libertà e rispetto”.
La legge, ha spiegato la Calipari “è contraria a principi di buon senso. Prevede che il biotestamento non sia vincolante, che il medico abbia la parola finale anche contro la volontà dei familiari o del fiduciario mentre obbliga i sanitari a somministrare idratazione e nutrizione artificiali sempre, senza valutazioni di merito. Sembra una legge voluta da una politica ipocrita, assolutamente lontana dalla realtà, non curante dei diritti degli individui e irrispettosa del ruolo dei medici e degli infermieri. Sulle scelte che riguardano le fasi terminali della vita di ognuno di noi si finirà a discutere, e a decidere, in tribunale”.


“Una legge sul testamento biologico deve essere sintetica, lineare, chiara, immediatamente comprensibile. E deve rispettare tre principi fondamentali: le indicazioni che una persona scrive quando è nel pieno delle facoltà devono essere assolutamente vincolanti; deve contenere l'indicazione di un fiduciario; deve prevedere che medici e infermieri affianchino e assistano ma non decidano in autonomia.

Soltanto una politica debole – ha concluso – cerca di impadronirsi della vita delle persone”.
 
Chi non si iscrive “alla categoria dei detrattori della proposta sul testamento biologico” è Pino Pisicchio (Api)che chiede rispetto per “questo delicato dibattito per affrontarlo con il cuore sgombro da ogni pregiudizio”. 

10 marzo 2011
© Riproduzione riservata
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