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Veneto. Accordo Regione-Poste per servizi sanitari. Farmacisti in stato di agitazione


“Siamo sbalorditi e agiremo di conseguenza” È questo il primo commento del presidente di Federfarma Veneto, Marco Bacchini, all’accordo siglato tra la Regione e Poste Italiane Spa che comprende, tra l’altro la prenotazione delle visite specialistiche e la consegna di farmaci attraverso il servizio di Posta. Si oppone all’accordo anche il Tribunale per i diritti del malato: “Così si affidano i servizi sanitari a chi non ha alcuna competenza in materia”.

27 MAG - Prenotazione di visite specialistiche, pagamento ed incasso dei ticket sanitari, la consegna di referti sanitari in modalità multicanale, servizi di gestione del rischio clinico e di logistica del farmaco, con la possibilità di inviare a domicilio medicinali per l’assunzione dei quali non sia necessaria una consulenza medica diretta. Sono questi alcuni dei servizi che saranno forniti dalle 1.118 sedi e dai 428 “sportelli amici” delle Poste italiane dislocate in Veneto.
Lo prevede un accordo firmato il 24 maggio tra presidente della Regione, Luca Zaia, e l’amministratore delegato di Poste Italiane Spa, Massimo Sarmi, per realizzare nuove soluzioni progettuali con particolare riferimento ad alcuni servizi al cittadino riguardanti l’area sanitaria. Questi saranno inizialmente forniti, in via sperimentale, nelle Ullss 4 Alto Vicentino e 8 di Asolo (Treviso), ma l’intenzione è di allargare il progetto a tutta la Regione.
“L’idea – ha affermato Zaia – nasce dalla volontà reciproca di mettere il network di Poste Italiane al servizio dei nostri cittadini, ai quali offriremo una nuova opportunità per gestire con più comodità di scelta tutta una serie di loro rapporti con la macchina sanitaria regionale. Nessuna sovrapposizione con quanto già fanno le nostre Ullss – ha aggiunto il presidente – ma un nuovo servizio integrativo che potrà essere molto utile a varie categorie di persone. Penso, ad esempio, a chi risiede nei tanti nostri piccoli comuni e può trovare le risposte all’ufficio postale ed ai molti cittadini, soprattutto anziani, che non hanno dimestichezza con i sistemi informatici e, magari, hanno difficoltà a recarsi agli sportelli delle loro Ullss”.
Di diverso avviso l’associazione dei titolari di farmacia. “Non riesco a capire quale sia il vantaggio per la cittadinanza visto, tra l’altro, l’orario ridotto degli uffici postali rispetto alle farmacie e la gestione della corrispondenza che proprio tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 ha raggiunto valori incredibili con ritardi di oltre due mesi nella consegna”, ha affermato il presidente di Federfarma Veneto, Marco Bacchini, sottolineando che “le farmacie, riconosciute a livello nazionale idonee a svolgere il  servizio di Cup per venire incontro a tutte le fasce di popolazione, con particolare attenzione a quelle più deboli, come gli anziani, non sono state nemmeno interpellate dalla Regione Veneto per sapere come avrebbero organizzato il delicato compito in oggetto. La nostra categoria non ha avuto alcuna risposta da Palazzo Balbi quando, nel gennaio scorso, esprimemmo le nostre perplessità in merito a concetti evidentemente irrilevanti per i nostri politici quali assenza di professionalità specifica, privacy, rapporto fiduciario con l’utente della farmacia, discrezione”. Secondo il presidente di Federfarma Veneto l’accordo con Poste Italiane non sarà vantaggioso neanche per la spesa pubblica, “perché so per certo che il Governatore Zaia non possa valutare quella di Poste Italiane l’offerta più favorevole visto che non ha nemmeno voluto sapere quale sarebbe stata quella delle farmacie”.
Federfarma Veneto annuncia quindi che “se non verremo subito ricevuti dal Governatore della Regione Veneto Luca Zaia, bloccheremo tutti i servizi Cup già attivi da anni in alcune zone della regione e in particolare nelle province di Vicenza, Venezia, Verona, Treviso e Rovigo (oggi completamente gratuito in alcune zone). Non vorremmo farlo – aggiunge Bacchini - perché non è giusto che sia il cittadino più debole a fare le spese di una politica poco lungimirante, ma stanti così le cose il futuro del servizio Cup in farmacia ha poche possibilità di continuare ed ampliarsi, come in realtà vuole la legge nazionale 69/2009 sulla Farmacia dei servizi (i decreti attuativi sono appena stati pubblicati), a tutte le 1.222 aderenti a Federfarma Veneto”.
Ma l’accordo non piace neanche al Tribunale per i diritti del malato. “Non tiene conto delle esigenze del cittadino più debole e dei servizi che dovrebbero essere sempre più a portata di mano”, ha affermato Flavio Magarini, segretario regionale del Tdm, che aggiunge: “Oltre alle valutazioni già espresse dai farmacisti non capisco come si possa affidare un servizio sanitario a chi non ha alcuna competenza in materia”.
 

27 maggio 2011
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