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Ddl Fazio: Pd, condivisione di fondo anche se sarebbe stato meglio rinunciare alla delega 


È ripreso ieri in commissione Affari sociali alla Camera l’esame del provvedimento di riordino sanitario targato Fazio. Il partito democratico ha espresso le sue considerazioni che sono in linea di massima di condivisione anche se avrebbe preferito che l’Esecutivo rinunciasse a impostare il provvedimento in termini di delega legislativa, per consentire il confronto parlamentare. 

01 GIU - Condivisione delle linee di fondo del provvedimento in esame, che affronta questioni su cui da tempo si attendeva un intervento normativo, ma sarebbe stato preferibile che il Governo rinunciasse a impostare il provvedimento in termini di delega legislativa, per consentire un confronto parlamentare pieno ed esaustivo sul merito delle singole disposizioni. Questa l’estrema sintesi del giudizio espresso ieri dal Partito democratico in Commissione Affari Sociali della Camera in merito al Ddl Fazio.
 
Un provvedimento, a detta di Luciana Pedoto (PD), da condividere nell'obiettivo “della riduzione dei comitati etici autorizzati alla sperimentazione per uso umano” (articolo 1) anche se il Pd chiede al “Governo se intende prevedere modalità semplificate per gli studi multicentrici”,
 
Con riferimento, ai “giovani ricercatori”, la deputata democratica ha sottolineato “la necessità di verificare che questa norma non finisca con il creare tra i ricercatori una generazione di prestanome”.
Esprimendo, poi, la più ferma contrarietà “al superamento del principio di esclusività del rapporto di lavoro per i direttori scientifici degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico” (articolo 3), evidenziando il rischio che tale norma “al di là delle ragioni specifiche che hanno indotto il Governo a proporla, finisca per essere una sorta di cavallo di Troia in materia di libera professione medica”.

 
La Pedoto ha poi “osservato che nell'ambito degli interventi in materia di ordini delle professioni sanitarie (articolo 6), sarebbe utile affrontare anche l'annoso problema dei biologi”. Mentre per quanto riguarda la decisione di “affidare alle farmacie l'erogazione di ulteriori servizi” è condivisibile “nella misura in cui vengano adottate misure volte a garantire l'attendibilità dei risultati diagnostici e la qualità delle prestazioni, come evidenziato dalla Conferenza Stato-regioni”.

 
Più critica Anna Margherita Miotto, Pd, riallacciandosi alle osservazioni della Conferenza Stato-regioni ha aggiunto “che la Conferenza delle regioni ha sollevato, sul provvedimento in esame, una serie di questioni, che dichiara di condividere e rispetto alle quali il Governo non si è ancora pronunciato”, e per questo ritiene che “sarebbe utile che il Governo sciogliesse la riserva su tali questioni prima che scada il termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge in esame, onde evitare che la Commissione lavori su un testo non definitivo”.
 
Punto questo sul quale il presidente della Commissione Giuseppe Palumbo, (Pdl) ha reso nota la disponibilità del ministro Fazio a “verificare i profili richiamati dall'onorevole Miotto”.
 
La Miotto passando poi alle disposizioni contenute nel Ddl Fazio ha espresso forti riserve sull’articolo 3, “volto – ha detto – secondo quanto sostiene il Governo, a evitare che l’incarico di direttore scientifico degli Irccs sia di fatto affidato soltanto a medici in pensione. La citata disposizione, infatti, si pone in contraddizione con il più generale principio di esclusività del rapporto con il Ssn e rischia di dar vita a gravi conflitti di interesse”.

 
Inoltre la Miotto ha ritenuto troppo sintetico il punto sulle disposizioni in materia di sicurezza delle cure (articolo 7). Anche perchè il Senato sta esaminando “un disegno di legge sul rischio clinico, circostanza questa che, forse, suggerirebbe l'opportunità di stralciare le norme di cui al citato articolo 7”.
 
Sulle funzioni delle farmacie (articolo 10) “si dovrebbe attentamente valutare se alcune delle funzioni in discorso non possano essere affidate, oltre che alle farmacie, anche alle parafarmacie”.

 
Infine la Miotto ha evidenziato il problema “di un maggiore coordinamento dell'attività dei due rami del Parlamento riguardo al provvedimento in esame, posto che il Senato sta esaminando disegni di legge in materia di registro delle protesi mammarie, medicinali per uso umano ed esercizio dell'attività farmaceutica e, soprattutto, nuove professioni sanitarie”.

01 giugno 2011
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