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Manovra. La dirigenza medica e sanitaria resta insoddisfatta: “Bene i 2 mld in più ma risorse per contratti e occupazione non sono sufficienti. Pronti allo sciopero”


L’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria conferma quindi lo stato di agitazione e chiede un incontro con il Governo per avere chiarimenti sugli interventi per il lavoro in sanità. “Ora faremo delle Assemblee Day nelle aziende ma senza risposte e chiarimenti soddisfacenti entro la metà di novembre siamo pronti a proclamare uno sciopero nazionale”. LE SLIDE DELL’INTERSINDACALE                  

19 OTT - Bene il mantenimento del Fondo sanitario a 113 miliardi, di cui va dato atto dell’impegno del Ministro Lorenzin. Ma su rinnovo contratti, assunzioni e stabilizzazioni non siamo soddisfatti. Per questa ragione confermiamo lo Stato di agitazione e se dal Governo non arriveranno chiarimenti siamo pronti anche a proclamare uno sciopero per la metà di novembre”. A sintetizzare la posizione dell’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria (Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil Medici E Dirigenti Sanitari - Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Medici) rispetto alla Legge di Bilancio è stato il segretario dell’Anaao-Assomed, Costantino Troise in una conferenza stampa oggi a Roma.
 
Per avvalorare questa tesi i medici hanno presentato una serie di slide in cui hanno evidenziato come il fondo per le assunzioni di 3 mila medici e 4 mila infermieri  (i 150 milioni dedicati) non “incide sul normale blocco del turnover  e si somma alla misura della stabilità dello scorso anno che riguardava l’orario di lavoro”. E in quest’ottica i medici hanno ricordato “come il sistema necessiti di assumere almeno 12  mila medici (6 mila per coprire i pensionamenti del triennio 2012-2014 e 6 mila per applicare la direttiva Ue sull’orario di lavoro). Senza considerare che nel triennio 2017-2020 andranno in pensione almeno altri 20 mila medici”.
 
Nei numeri dell’Intersindacale un focus anche sul personale precario da stabilizzare: “Sono almeno 13.500 (di cui 7mila a tempo determinato e 6500 atipici)”. E sul punto i medici propongono delle “graduatorie concorsuali riservate almeno per il 50%”.  L’intersindacale ha anche rilevato come dal 2010 al 2015 vi sia stato un calo della spesa per il personale dell’1,2% del Pil.
 
Altro tema il finanziamento dei nuovi contratti. “Rispetto agli 1,9 mld annunciati per tutta la Pa i medici hanno stimato un aumento lordo per la categoria di 115 euro a testa al mese. Una cifra giudicata “insoddisfacente tenendo conto anche che l’ultimo rinnovo aveva previsto un aumento dei 250-300 euro e che tra il 2011 e il 2016 tra le varie norme delle Legge di Stabilità sono tagliati i fondi accessori per 641 mln (circa 628 euro a testa).
 
I medici a questo punto hanno messo nero su bianco alcune richieste a Governo e Regioni:
- implementare le risorse disponibili per un finanziamento del triennio contrattuale coerente con il valore e la funzione sociale del nostro lavoro
- prevedere, anche per la sanità pubblica, la defiscalizzazione del salario di produttività
- estendere al settore pubblico le agevolazioni del cosiddetto “welfare aziendale”
- recuperare i tagli lineari ai fondi contrattuali, che in questi anni hanno ridotto le retribuzioni effettive depauperando le risorse destinate a premiare il merito e remunerare il disagio
 - ristabilire i meccanismi contrattuali, garantendo la salvaguardia della RIA a partire dal 2016
- accelerare la stabilizzazione dei precari e l’aumento dell’occupazione giovanile, promesso con la legge di stabilità dello scorso anno, per rispettare la direttiva europea sull’orario di lavoro, largamente disattesa in Italia.
 
“Mi pare di ricordare – ha detto Troise - che l’impegno del Ministro era quello di riservare il finanziamento aggiuntivo sui farmaci innovativi e sul capito del personale. Ma sui lavoratori riteniamo che l’intervento non può essere giudicato soddisfacente. La quantità e la qualità delle assunzioni è incerta nei tempi e nei numeri e la quota di finanziamento ad oggi prevedibile è assolutamente insufficiente per la gravosità e la rischiosità di un lavoro che garantisce un diritto costituzionale: merito non è valorizzato. Noi chiediamo alla Ministra e al Governo di assumere l’onere politico di darci delle risposte su livelli retributivi e occupazioni. Inizieremo a fare delle AssebleeDay nelle Aziende di tutta Italia e valuteremo uno sciopero nazionale se entro la metà di novembre le risposte non saranno soddisfacenti”.

19 ottobre 2016
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