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Sigarette elettroniche. Lorenzin: “Chiederemo nuovo parere al Css su loro efficacia nella prevenzione del fumo da tabacco”


Lo ha detto oggi al question time alla Camera il ministro della Salute rispondendo a un’interrogazione di Adriana Galgano (Civici e Innovatori). “Al momento non ci sono certezze sulla loro utilità a far smettere di fumare e non siamo neanche certi della loro non tossicità”, ha ricordato Lorenzin.

19 OTT - Ma insomma le sigarette elettroniche possono aiutare a smettere di fumare oppure no? La domanda è stata posta in Aula alla Camera al ministro Lorenzin dalla parlamentare diel gruppo Civici e Innovatori, Adriana Galgano che nella sua interrogazione ricordava come studi scientifici evidenziano che è possibile prevenire il vizio del fumo con le sigarette elettroniche, “perché le persone fumano per la nicotina, ma muoiono per le sostanze ad essa collegate, come catrame, gas tossici e particelle”, ha sottolineato la parlamentare.
 
Per la quale “la sigaretta elettronica, a differenza di quella normale, non contiene queste sostanze tossiche”. Da qui la richiesta a Lorenzin su “qual è la valutazione in merito al contributo che le sigarette elettroniche possono dare alla riduzione delle morti causa fumo in Europa e in Italia”.
 
 
La risposta del ministro.
Il tabagismo costituisce, ancora oggi, il primo fattore di rischio di malattie croniche non trasmissibili, e se è vero che muoiono 700.000 persone, ogni anno, per motivi correlati al fumo, in Italia muoiono tra le 70.000 e le 83.000 persone, ogni anno.
 
È un numero veramente ingente di persone e la migliore prevenzione, lo ribadisco come Ministra della salute, è non fumare non cominciare a fumare, soprattutto quando si è giovanissimi. Ecco perché il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 impegna tutte le regioni italiane a ridurre la prevalenza dei fumatori del 10 per cento, con una serie di politiche attive da condurre nelle proprie regioni entro il 2018, al fine di contribuire al raggiungimento, entro il 2025, dell'obiettivo della riduzione del 25 per cento della mortalità precoce dovuta alle malattie non trasmissibili, prevista dal Global Action Plan dell'OMS per gli anni 2014-2020. 
 
Ciò premesso, evidenzio che l'introduzione sul mercato delle sigarette elettroniche che è avvenuta nel 2003 ha costituito motivo di forte preoccupazione per la salute pubblica, in considerazione della mancanza, fino al 2014, di normative specifiche che fissassero standard di qualità e di sicurezza per la produzione dei dispositivi e dei liquidi di ricarica. In tale periodo, un ruolo fondamentale della valutazione della pericolosità e dei rischi per la salute connessi all'utilizzo delle sigarette elettroniche è stato svolto dall'Istituto superiore di sanità che ha fornito il proprio supporto tecnico-scientifico, ai fini della gestione dei rischi e dell'emanazione della normativa nazionale.
 
Ricordo che già nel 2011, a seguito di uno specifico parere reso dal Consiglio superiore di sanità, in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, erano state emanate le ordinanze del 4 agosto 2011 e del 28 settembre 2012, relative al divieto di vendita di sigarette elettroniche contenenti nicotina ai minori di 16 anni, divieto esteso, con l'ordinanza del 2 aprile 2013 e rinnovato il 26 giugno 2013, ai minori di anni diciotto.
 
Peraltro, sempre nel 2013 su mia iniziativa era stato introdotto per legge il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche sia all'interno che nella pertinenza delle scuole. Solo nel 2014, con la revisione della cosiddetta direttiva tabacchi, recepita in Italia con il decreto legislativo del 12 gennaio 2016 n. 6, è stata finalmente introdotta una disciplina relativa alla produzione, alla presentazione e alla vendita delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica, prevedendo per legge il divieto di vendita di tali prodotti ai minori di anni diciotto, così come avviene per gli altri prodotti da tabacco. 
 
Quanto poi all'efficacia della sigaretta elettronica per la cessazione del fumo da tabacco l'Istituto superiore di sanità ha comunicato che l'analisi degli studi pubblicati in materia fino al mese di gennaio 2016 evidenzia che lo scarso numero degli studi medesimi e il basso numero di soggetti reclutati non consentono di giungere a delle considerazioni conclusive sul punto.
 
L'Istituto ha, peraltro, evidenziato che non è possibile, al momento, valutare gli effetti della tossicità a lungo termine delle sigarette elettroniche. Concludo, tuttavia, che ho comunque dato mandato ai miei uffici di approfondire ulteriormente la problematica sollevata dall'onorevole interrogante e mi riservo, all'esito di questi approfondimenti, di valutare l'opportunità di investire nuovamente il Consiglio superiore di sanità anche alla luce dei cambiamenti che sono avvenuti dal punto di vista tecnologico nell'utilizzo di questo strumento.
  
La replica di Galgano.
Grazie, Ministra, per la sua risposta che ci soddisfa per quanto riguarda l'ultima parte. Proprio oggi, in Aula, il gruppo Civici Innovatori, che io rappresento, ha sottolineato l'esigenza che la politica sia più veloce nelrecepire i vantaggi dell'innovazione, perché siamo troppo lenti. C’è stata una lettera che è stata recapitata al Ministero da esimi esperti oncologi, tra cui cito il professor Tirelli, il professor Veronesi, il cardiologo Cipolla, che vuole sensibilizzare il Ministero sulle ricerche che sono state fatte e che certificano che la sigaretta elettronica riduce, oggi, i danni dovuti al fumo. Quindi, apprezzando tutto quello che lei ha detto per l'attività di contrasto del tabagismo che noi condividiamo, la invitiamo, però, a fare quanto più può ed è nelle sue possibilità per rendere l'innovazione tecnologica più veloce, anche nel suo Ministero.

19 ottobre 2016
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