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Manovra. Con i nuovi tetti della farmaceutica oltre 2 mld di sfondamento nel 2017 per diretta e ospedaliera. E per aziende e Regioni il ripiano sarà “salato”. In attivo, invece, la convenzionata 

di Luciano Fassari

Da tempo si parlava di un aggiornamento profondo del sistema dei tetti/payback, in realtà è tutto confermato, con l’aggravante che, a parte il restyling dei tetti, lo sfondamento appare destinato a crescere ulteriormente in considerazione di una distribuzione diretta in crescita esponenziale. Al contrario la convenzionata (canale farmacia) dovrebbe essere addirittuta in attivo di 300 milioni. Le prime stime di Quotidiano Sanità

14 NOV - Per i tetti di spesa della farmaceutica rivoluzione in arrivo con la legge di Bilancio. Cambiano, nomi, peso e composizione, ferma restando invece l’incidenza complessiva sul totale della spesa sanitaria del Ssn che resta fissata al 14,85%.
 
Ma per il resto, come abbiamo detto, nulla resterà come prima, sempre che il Parlamento accetti l’impostazione del Governo che nasce, come si legge nella relazione tecnica alla manovra, per garantire “una maggiore tracciabilità di detti dati, utile anche al fine di ridurre i contenziosi con le aziende farmaceutiche in materia di payback, che nell’ultimo periodo hanno registrato un notevole aumento”.
 
Questo il quadro. Ma se dietro la piccola rivoluzione dei tetti ci fosse anche l'ambizione di risolvere il problema del loro costante e crescente sfondamento, le prime stime, che abbiamo effettuato con l'ausilio di esperti del settore, deluderanno il Governo: il nuovo tetto degli acquisti diretti (ex ospedaliera+diretta e per conto) sfonderà nel 2017 di ben 2 miliardi, con la magra consolazione che il nuovo tetto della convenzionata (solo canale farmacia) potrebbe addirittura presentare un attivo di 300 milioni.
 
Il tetto della farmaceutica territoriale si restringe e perde pezzi. Oggi è il tetto più importante, assorbe più del 76% della spesa farmaceutica globale programmata ed è fissato all’11,35% della spesa sanitaria. Con la legge di Bilancio 2017 viene scomposto, cambia nome e scende al 7,96%.
 
Il Governo infatti ne limita la sfera di riferimento alla sola spesa farmaceutica convenzionata (i medicinali consegnati ai pazienti con le ricette rosa nelle farmacie) escludendo quindi dal computo la spesa per i farmaci di fascia A erogati direttamente dalle Asl e quella cosiddetta “per conto”, sempre gestita dalle Asl anche se tramite le farmacie.
 
Diretta e per conto di fascia A confluiscono invece nel secondo nuovo tetto, quello per gli “acquisti diretti”, che comprenderà anche la spesa ospedaliera e la diretta e per conto, sia di fascia A che H. Questo nuovo tetto viene fissato al 6,89% della spesa sanitaria globale, rispetto al 3,5% dell’attuale tetto previsto per la sola ospedaliera e diretta di fascia H.
 
In sostanza, se la manovra dovesse essere approvata, avremo un tetto per gli acquisti diretti da parte di Asl e ospedali e uno per la spesa del SSN in regime di farmaceutica convenzionata (le farmacie).
 
Letta così, e stante alle motivazioni del Governo, sembrerebbe un semplice rimescolamento delle carte a saldo finale zero, visto che l’incidenza globale della farmaceutica sulla spesa del SSN non cambia e, di conseguenza, resta anche lo sfondamento di oltre un miliardo di euro. 

Da tempo si parlava di un aggiornamento profondo del sistema dei tetti/payback, in realtà è tutto confermato, con l’aggravante che, a parte il restyling dei tetti, lo sfondamento appare destinato a crescere ulteriormente in considerazione di una distribuzione diretta in crescita esponenziale (+35% nel periodo gennaio/maggio 2016).
 
Una ridefinizione dei tetti andava certamente fatta, invece rispetto al nodo payback, richiamato dalla relazione tecnica della manovra, forse sarebbe il tempo di fare un ragionamento più serio ricordando che l’idea, nata nel 2007 per creare una corresponsabilizzazione virtuosa delle aziende al rispetto dei tetti di spesa farmaceutica, evitando interventi tranchant sui prezzi come si era sempre fatto fino ad allora, può reggere solo se i tetti di spesa oltre i quali scatta il payback sono realistici.
 
Questo è un tema centrale. Tetti distanti dalla spesa corrente evocano infatti inevitabilmente contenziosi e questi nuovi tetti non sembrano risolvere il problema rispetto all’andamento storico della spesa. Tra l’altro le Regioni hanno già ritenuto irrinunciabile l’incremento dal 50% al 75% dello sfondamento a carico delle aziende farmaceutiche.
 
Tuttavia il dato più singolare, anche a parere degli esperti da noi consultati, è quello che il tetto della convenzionata sia posto ad un livello superiore rispetto a quello degli acquisti diretti, quando già nel 2015 la spesa convenzionata (lorda 10.863 milioni di euro – rapporto OsMed) risulta più bassa rispetto a quella per acquisti diretti (6.282+4.921 milioni di euro).
 
Inoltre, la forbice è destinata ad ampliarsi se si tiene conto della già citata crescita esponenziale della diretta (+35%, con il rischio di uno sforamento superiore ai 2 miliardi se si applicasse il nuovo tetto) e di un parallelo rilevante avanzo rispetto al tetto della convenzionata di oltre 300 milioni di euro, sempre che il trend in riduzione della convenzionata registrato nel 2016 con un meno 5% (nel periodo gennaio/maggio 2016), risultasse ulteriormente confermato anche nel 2017. 
 
Come andrà la spesa nel 2017 è di difficile previsione, data la questione aperta dell’epatite C e i medicinali in arrivo dall’EMA, ma su questi presupposti è facile prevedere una manovra di ripiano a carico delle aziende farmaceutiche e delle Regioni anche nel 2017. Il quesito aperto è solo quanto varrà, contenziosi permettendo.
 
Luciano Fassari

14 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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