Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 29 APRILE 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Precari atipici. Il ministero della Salute: “Concorsi con riserva? Procedura speciale che ha la precedenza anche sulla mobilità”

di Ettore Mautone

L’ufficio legislativo del ministero della Salute risponde a un interpello di David Lebro consigliere dell’Area metropolitana di Napoli che ha sposato la causa dei precari. Intanto è pronto il documento dell'intersindacale della dirigenza medica da consegnare a Palazzo Santa Lucia all'inizio della prossima settimana. Restano forti dubbi sull'inserimento del lavoro interinale e somministrato nel novero degli atipici da stabilizzare. LA NOTA DEL MINISTERO.

20 OTT - Binari separati tra mobilità interregionale e concorsi con riserva di posti fino al 50% per i precari atipici che laddove istruiti dalle aziende banditrici in base alle previsioni dell’articolo 1 comma 543 della Finanziaria del 2016 (n.208 del 2015) sono da avviare su una corsia preferenziale trattandosi di una procedura speciale, che ha un limite di tempo (quello dei requisiti, maturati nei 5 anni precedenti alla norma con contratti di lavoro per almeno tre anni anche non continuativi e per varie tipologie di lavoro flessibile) e per la applicabilità prorogata fino al 31 dicembre del 2019.
 
E un rimando all’articolo 36 della legge sul pubblico impiego 165 del 2001 quanto alla possibilità di considerare anche il lavoro somministrato nel novero della flessibilità che però resta in conflitto con la previsione della finanziaria del 2016 che prevede che il contratto dei precari sia stipulato con l’ente che bandisce il concorso con risorse di posti.
 
Sono queste le principali novità che emergono da una nota di chiarimento fornita nei giorni scorsi dall’ufficio legislativo del ministero della Salute in risposta a un interpello del consigliere dell’Area metropolitana del comune di Napoli David Lebro che ha sposato la causa dei precari atipici della Regione Campania. Un esercito di circa 1200 persone, tra camici bianchi della dirigenza sanitaria (circa 650 di cui la metà medici) e del comparto (tecnici, amministrativi infermieri e operatori Oss) che attendono il via libera della regione alla seconda fase del processo di stabilizzazione avviato nel 2015.

Un esercito che regge le sorti di molti reparti
Un esercito che in Campania continua a reggere l’attività di settori cruciali dell’assistenza. Circa 1200 contrattisti di vari profili (cococo, cocopro e Partite Iva), impiegati soprattutto nelle trincee dei pronto soccorso, reclutati negli anni del blocco del turn-over, ufficialmente senza subordinazione, cosiddetti “atipici” assunti per aggirare lo stop alle assunzioni degli ultimi anni e che hanno raggiunto i requisiti di almeno tre anni anche non continuativo in uffici e corsie.
 
L’ultimo censimento della Regione Campania è del marzo scorso quando una legge regionale (n.10) ha dato il via libera alla raccolta delle anagrafiche in Asl e ospedali. Raccolta dati completata il 31 maggio 2017 con l’impegno ad emanare successive modalità di stabilizzazione che incrociassero le norme nazionali sulle riserve nei concorsi. Norme dettate sin dal 2015 con la legge di Stabilità di quell’anno.
 
“Dei circa 1.200 precari attualmente impiegati tra comparto e dirigenza – avverte Giuseppe Galano, portavoce dell’intersindacale della dirigenza sanitaria, che ha curato il tavolo di lavoro con la Regione – poco più della metà, 650, sono dirigenti di cui 300-350 della dirigenza medica e il resto dell’area non medica”.
 
A scavare nei numeri emerge che il grosso (circa 150 unità), si concentra nella Asl di Caserta, a seguire c’è la Federico II (100 unità di vari profili che insieme agli specializzandi garantiscono turni e assistenza), altri 70 circa sono al Cardarelli (tra cui una ventina impiegati al pronto soccorso e alcuni neurologi del centro contro l’epilessia), altrettanti alla Asl Napoli 1, 60 alla ex Sun, 50 al Pascale. Trenta sono nelle corsie dell’azienda dei Colli, così pure alla Napoli 3 Sud, a seguire una ventina alla Napoli 2 nord, tanti quanti alla Asl di Salerno e al Moscati di Avellino, 18 al Rummo, infine 10 alla Asl di Benevento e altrettanti all’ospedale di Caserta.
 
“Dei dirigenti medici, (ossia circa 350 su 650) – continua Galano - la stragrande maggioranza lavora nelle aree dell’emergenza urgenza sanitaria (pronto soccorso, rianimazione, sale operatorie, radiologia) sia ospedaliera sia territoriale, con ruoli delicati e di responsabilità”. Come le Farmacie nella preparazione dei farmaci antiblastici per gli oncologici e nei centri prescrittori per terapie innovative e ad alto costo come l’epatite C.
 
Di precari in settori delicati se ne trovano anche nell’area della dirigenza sanitaria non medica: gli psicologi per minori interessati da provvedimenti giudiziari, ginecologi impiegati negli screening oncologici, farmacisti utilizzati nella piattaforma informatica Saniarp e molti veterinari al lavoro nei controlli anti-brucellosi. Oltre il recinto della dirigenza c’è l’area del comparto, (infermieri, amministrativi, tecnici di radiologia e tecnici sanitari, Oss) con cui si raggiunge quota 1.200 cui si aggiungono i lavoratori interinali (quasi tutti del comparto) la cui stabilizzazione è però controversa e per ora non contemplata nei piani della Regione. Infine l’area della medicina primaria su cui Ernesto Esposito dello Smi chiede una ricognizione per verificare in tutte le Asl le carenze di personale, la pubblicazione di anno in anno dei posti liberi e il rispetto dei massimali di 1500 pazienti per ogni medico.

Processo a metà del guado
In Campania il processo di stabilizzazione, sebbene sia partito in quarta è rimasto a metà del guado. Dal 2015 - quando fu emanato il primo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm 6 marzo 2015) solo gli 800 titolari di contratti a termine reclutati con procedure ad evidenza pubblica sono stati assorbiti nei ruoli. Al palo ci sono invece altrettanti precari (comparto e dirigenza) titolari di contratti atipici e flessibili (Cococo, cocopro e p.Iva) che di proroga in proroga negli ultimi 5 anni hanno assicurato la tenuta dei Livelli di assistenza (Lea) e in alcuni casi maturato un’anzianità di servizio che supera anche i 20 anni a cui vanno aggiunti altri 400 profili subordinati anch’essi entrati senza selezione a evidenza pubblica.
 
Per gli atipici la Regione, a luglio di due anni fa, prevedeva un percorso a due gradini: prima la trasformazione dei contratti in lavoro subordinato a termine e poi la stabilizzazione a tempo indeterminato. In quell’anno, prima che tale percorso iniziasse, il Parlamento legiferò prevedendo, con la legge di Stabilità (n.208 del 2015, articolo 1 comma 543) la possibilità che Asl e ospedali potessero indire concorsi applicando una riserva di posti fino al 50% per il personale medico, tecnico-professionale e infermieristico titolare di contratti atipici o flessibili.
 
Il Consiglio regionale a marzo di quest’anno ha poi promulgando una legge regionale (n.10 del 31 marzo 2017) per censire la platea dei precari impegnandosi ad emanare norme per la successiva stabilizzazione. Il semaforo rosso ai manager di Asl e ospedali è invece scattato il 1° marzo quando l’ufficio personale dell’assessorato alla Salute ha fatto presente che l’operatività della legge del 2015 è sospesa, in quanto “subordinata alla preventiva valutazione del Tavolo di verifica degli adempimenti del Piano di rientro e del comitato permanente per la verifica dei Lea e del Piano di fabbisogno”.

Il Piano del fabbisogno
Il Piano del fabbisogno che deriva dal definitivo via libera al Piano ospedaliero (licenziato dalla Regione il 17 marzo di un anno fa), sarà presentato prima della prossima verifica del Piano di rientro ai tavoli con i ministeri della Salute e dell’economia. Quando sarà approvato saranno stilato i fabbisogni di personale. Intanto i concorsi già istruiti dalla Regione si fanno sulla scorta degli atti aziendali che rispondono agli standard del dM 70 del 2015.
 
“E’ singolare che il ministero risponda a un consigliere dell’Area metropolitana e non direttamente alla Regione – avverte Antonio De Falco leader della Cimo – laddove la Regione è chiamata ad applicare tali norme che peraltro nell’interpretazione del ministero vanno in conflitto con quanto più volte ribadito con apposite circolari del sub commissario in questi mesi che richiamando le norme sul pubblico impiego suggeriva al manager di dare la precedenza alle procedure di mobilità. Così come non apporta chiarezza la maniera sibillina con cui l’ufficio legislativo del ministero anziché chiarire la questione spinosa del lavoro somministrato finisce per rimandare alla interprestazione di un articolo di legge laddove proprio su queste questioni è la regione che dovrebbero prendere posizione doo aver consultati i ministeri competenti”.
 
“Il ministero ha precisato la natura speciale della norma che va in deroga alle ordinarie procedure concorsuali – ribadisce Lebro - infatti il previo ricorso alle procedure di mobilità extraregionale finirebbe per vanificare la volontà del legislatore. Questa precisazione ministeriale consente al Governatore e Commissario alla Sanità De Luca di rimuovere gli ostacoli per l’applicazione della norma e autorizzare finalmente nuove procedure straordinarie di assunzione per la stabilizzazione del personale precario medico, tecnico professionale e infermieristico. Inoltre, in merito alla mia richiesta di chiarimento su quali siano le forme di lavoro flessibile in sanità, l’ufficio legislativo del Ministero richiama le norme nelle quali è previsto anche il lavoro somministrato che, a mio avviso, in Campania di fatto da oltre quindici anni è utilizzato in maniera permanente per colmare i vuoti in pianta organica. Ho già provveduto - conclude Lebro - ad inviare questo parere agli uffici del Governatore De Luca”. 

Ettore Mautone

20 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy