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Legge Bilancio. Osservatorio giovani Fnomceo: “No iscrizione a elenchi senza corso di formazione in medicina generale”


L'Osservatorio giudica “non ammissibile che la politica sminuisca in tal modo il valore del percorso formativo”. E scrive una lettera aperta condivisa dal Comitato Centrale della Fnomceo nella quale si boccia l'Odg (presentato anche come emendamento al decreto fiscale) che chiede l'iscrizione agli elenchi senza corso di formazione in medicina generale per una fascia di medici dei primi anni '90. "Per tamponare la carenza di Mmg si investa in formazione".

16 NOV - Deroga al corso di formazione in medicina generale per i medici iscritti a medicina prima del 31 dicembre 1991 e abilitati dopo il 31 dicembre 1994. E’ questo il contenuto di un emendamento presentato da alcuni Senatori al disegno di legge AS 2942, il cosiddetto “Decreto fiscale”, e riproposto con un ordine del giorno al disegno di legge di Bilancio 2018 su cui si concentra la critica dell’Osservatorio Giovani Fnomceo.

L’Osservatorio infatti ritiene, come scrive in un comunicato, “non ammissibile che la politica sminuisca in tal modo il valore del percorso formativo” che conduce all’acquisizione non solo del titolo di formazione specifica in Medicina generale, ma delle competenze e degli strumenti necessari per una professione che cambia in termini quantitativi e qualitativi, in conseguenza dei mutamenti sociali dovuti al crescere delle cronicità e dell’età media dei pazienti.

Per manifestare la propria contrarietà, l’Osservatorio ha voluto scrivere una lettera aperta, condivisa dal Comitato Centrale della Fnomceo, riunito in queste ore a Roma.
Ecco il testo.

“L’Osservatorio Nazionale Giovani Professionisti Medici e Odontoiatri della FNOMCeO esprime la propria disapprovazione circa il contenuto dell’emendamento 16.0.1 - Art. 16-bis al Disegno di Legge 2942 che mira al riconoscimento del titolo di Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale per i medici iscritti all’Università prima del 31 dicembre 1991 e abilitati all’esercizio della professione dopo il 31 dicembre 1994.

Attualmente la Direttiva Europea 93/16/CEE, emanata dal Consiglio Europeo del 5 aprile del 1993 ed in seguito recepita dal Parlamento Italiano con il Decreto Legislativo del 17 agosto 1999 n.368 sancisce che per svolgere l’attività di Medico Chirurgo di Medicina Generale nell’ambito del Servizio sanitario nazionale sia necessario il possesso del diploma di formazione specifica di Medicina generale.

A questa normativa si è aggiunto, poi, quanto enunciato dalla Legge n. 401 del 2000, che specifica che ai Medici sopra citati sia consentito l’accesso al corso di formazione specifica in Medicina generale, in soprannumero,  senza borsa di studio ma al contempo senza la necessità di svolgere il test di ammissione al corso che, in questi anni, è diventato sempre più impegnativo, visto l’aumentare del numero di partecipanti in rapporto ai posti disponibili.

Ebbene, la proposta di emendamento di cui sopra consentirebbe a tali Colleghi di accedere direttamente alla graduatoria regionale, aggirando così la frequenza del corso di formazione che non sarebbe più necessaria ai fini del loro accesso al mondo professionale.

Ciò premesso, appare non ammissibile che la politica sminuisca in tal modo il valore del percorso formativo che conduce all’acquisizione del titolo di formazione specifica in Medicina generale.

In un contesto storico in cui si va incontro al crescente carico lavorativo in termini quantitativi e qualitativi, rappresentato dall’aumento delle cronicità e dell’aspettativa di vita, è infatti quanto mai fondamentale garantire ai futuri medici di Medicina generale gli adeguati strumenti per fronteggiare tale situazione; strumenti che vengono forniti proprio dal corso di formazione durante il triennio.

L’emendamento, pertanto, alla luce di tali riflessioni, risulta un assoluto controsenso.

Per tamponare la grave carenza di medici di Medicina generale, come risulta dai dati a nostra disposizione in merito ai pensionamenti dei prossimi anni, la strada più opportuna da percorrere sarebbe piuttosto quella di investire sulla formazione aumentando il numero di borse di studio in Medicina generale, mantenendo saldo il valore del titolo conferito dal corso di formazione specifica in Medicina generale”.

16 novembre 2017
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