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Governo Monti/4. L'agenda per la sanità. Spandonaro: "Ci saranno ancora tagli e ticket”

di Stefano Simoni

E' il pronostico dell'economista di Tor Vergata che, invertendo i termini di uno slogan che va per la maggiore in queste settimane, dice che "è l'economia ad aver abdicato alla politica" e non il contrario. E anche per questo nessuno ha previsto questa crisi per tempo 

18 NOV - Seconda puntata dello speciale QS sulle aspettative per la sanità. Dopo Mandelli (Fofi), Scaccabarozzi (Farmindustria) e Rimondi (Assobiomedica), ecco l'intervista a Federico Spandonaro docente di Economia Sanitaria presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata. e coordinatore del Ceis Sanità.

Professor Spandonaro lei che è un economista è d’accordo con quanti sostengono che in questa crisi la politica ha abdicato all’economia?
Mi verrebbe più da pensare che spesso è l’economia ad aver abdicato alla politica se ci siamo accorti solo adesso che da 15 anni che questo Paese non cresce e quindi la domanda legittima potrebbe essere “dove siete stati voi economisti fino ad adesso?” Qualcuno, certo, riponderà “io l’avevo detto”, ma insomma complessivamente direi che non abbiamo dato prova di grandissima lungimiranza.

Lei quindi ribalta la prospettiva e chiama in causa gli economisti?
Da anni si parla di rilancio dell’economia reale, piuttosto che di parametri di Maastricht però in realtà il problema di questo Paese è che non si cresce, l’economia ristagna, perdiamo quote di mercato, in generale andiamo male. È l’economia dunque che sembra essere andata dietro la politica.

Quindi come se ne esce?
Nel breve periodo se ne esce solo con i tagli. È economia domestica: se hai debiti e il reddito non cresce l’unica soluzione sono i tagli. Un Paese che è fermo da tempo non lo rilanci in un lampo, questo nuovo governo nel breve periodo ha quindi poco da fare se non cose scomode: tagli. La speranza è che poi, oltre a fare i tagli, si cominci almeno a capire cosa si può fare per tornare a crescere. I tagli possono risolvere la speculazione per adesso, facendo vedere che mettiamo mano al debito ma il problema vero, strutturale è che non cresciamo. La domanda a cui dovrà rispondere l’esecutivo è cosa fare da questo punto di vista.

In sanità invece cosa si aspetta?
Essendo per tre quarti pubblica mi aspetto che anche la sanità faccia la sua parte. D’altra parte già è previsto nella manovra di questa estate che crescesse meno della metà del Pil il che in pratica vuol dire ristagno in termini reali, traduzione: meno risorse per la sanità, quindi poco spazio di manovra se non tagli e ragionevolmente ulteriori ticket che però rischiano di essere iniqui perchè in un Paese dove c’è evasione i ticket li pagano i soliti mentre coloro che risultano esenti sono quelli che già evadono. Altra cosa che mi aspetto è che prima o poi si cominci anche a chiedersi se magari la sanità oltre a rappresentare un problema per le finanze pubbliche può aiutare anche la crescita. Certo è che se si continua a colpire l’industria non credo che si possano fare passi in avanti. Quindi mi aspetterei che per un pò si lasciasse in pace la Farmaceutica che si è già ridotta di molto e si cominci a trovare strade alternative per un nuovo equilibrio.
Tagliare ulteriormente la farmaceutica è un suicidio, a questo punto è meglio mettere i ticket nuovi avendo il coraggio di dire ai cittadini italiani che dobbiamo uscire dalla crisi e che per farlo tutti dobbiamo metterci le mani in tasca. Monti nel breve ha poco da fare se non i tagli, per dare un segnale, ma poi occorrerà affrontare qualcuno dei mali storici tra cui appunto, ripeto, l’evasione.
 

18 novembre 2011
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