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Ddl Caregiver. “Dalla formazione al riconoscimento del tempo di cura al sostegno delle giovani generazioni”. Ecco i punti da migliorare per Cittadinanzattiva


L’Associazione insieme al Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici ha formulato alcune osservazioni alla XI Commissione del Senato sul Ddl 1461. “È un primo importante passo, ma è necessario migliorare in più punti il testo per riconoscere appieno il ruolo dei caregiver e tutelare i loro diritti, oltre a quelli delle persone assistite”.

13 MAR - A tre anni di distanza dal riconoscimento della figura dei caregiver e a due dall’istituzione del fondo ad essi dedicata, l’atteso DDL N. 1461 formula una “prima fase di normazione, finalizzata al riconoscimento e alla tutela del lavoro svolto dal caregiver familiare”, riconoscendogli un valore sociale ed economico per il Paese. Sul disegno di legge è intervenuta Cittadinanzattiva e numerose associazioni del CnAMC (Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici) di Cittadinanzattiva, attraverso l’invio di osservazioni specifiche alla XI Commissione del Senato.
 
“In Italia in media il 17,4% della popolazione (oltre 8,5 milioni di persone) è caregiver. Spesso si tratta di persone a loro volta anziane, come i familiari che assistono, ma non sempre è così: più di 390 mila sono i giovani caregiver, tra i 15 e i 24 anni. Ragazzi che si prendono cura regolarmente di un familiare, sacrificando tempo, energie, equilibrio e benessere alla famiglia, e rischiando di pagare un prezzo altissimo in termini di salute e realizzazione personale. Essere caregiver non è una scelta ma una necessità e lo si rimane per molti anni, spesso per tutta la vita. Durante quel periodo, per molti non è possibile mantenere il lavoro e di conseguenza viene meno il sostentamento economico. Occuparsi di loro e di tutti coloro che assistono familiari, svolgendo un pezzo importante di welfare del nostro Paese, è una priorità fondamentale. Il Disegno di legge è un primo importante passo, ma è necessario migliorare in più punti il testo per riconoscere appieno il ruolo dei caregiver e tutelare i loro diritti, oltre a quelli delle persone assistite”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.
 
Nell’ampio documento si fa riferimento a diversi aspetti che andrebbero migliorati nel Disegno di legge 1461. Tra questi, le organizzazioni ritengono che la Legge sul caregiver dovrebbe prevedere:


1. interventi “personalizzati” e modulati nel tempo, sul bisogno della persona e del caregiver e sul percorso di cura condiviso che coinvolgano non solo le risorse istituzionali ma anche il “volontariato” e il “welfare di comunità”;
2. interventi che identifichino il caregiver come titolare del progetto di vita con la conseguente condivisione di “scelte informate” sul percorso di cura;
3. formazione e orientamento del caregiver sui diritti, i servizi accessibili, le competenze operative e relazionali;
4. semplificazione del percorso di riconoscimento della qualifica di caregiver familiare;
5. sostegno psicologico per l’orientamento anche attraverso gruppi di sostegno o di auto-mutuo aiuto;
6. affiancamento del caregiver con operatori con competenze specifiche e tecniche;
7. sostegno delle giovani generazioni di caregiver, in particolare per salvaguardarne il diritto allo studio e l’inclusione sociale;
8. riconoscimento del tempo di cura in ambito lavorativo e di incentivazione fiscale per le imprese;
9. estensione dei contributi figurativi per tutto il periodo di assistenza e non limitato ai soli tre anni;
10. riconoscimento del caregiver ai fini dell’inserimento nella categoria dei lavori usuranti.

13 marzo 2020
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