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La buona sanità fatta dagli infermieri


05 MAR - Da Nord a Sud, una quindicina tra progetti, studi e indagini che raccontano le eccellenze della professione infermieristica.
 
Lazio
Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica: a Roma un'iniziativa unica nel suo genere
Uno studio analizza l'impatto del CECRI sul cambiamento culturale della professione infermieristica in Italia
Attraverso un’indagine qualitativa che ha esaminato dati da differenti stakeholder infermieristici, anche in ambito internazionale, il progetto ha voluto far luce sulle dimensioni e le caratteristiche del cambiamento culturale della professione infermieristica in Italia.
A Roma, la creazione di un Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica è stata un'iniziativa unica nel suo genere. IL CECRI, infatti, agisce in tutti gli ambiti in cui l’infermiere opera: l’assistenza, la clinica, la formazione, l’organizzazione e il management.
Il progetto, attraverso un’indagine qualitativa, ha mirato a ridefinire le basi del Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica (CECRI) del Collegio Ipasvi di Roma. L’attenzione è stata posta  sui risultati del Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica in termini di outcome sulla formazione, sulla ricerca e sull’ Evidence Based Practice dal 2010 al 2014.
Lo studio ha messo in evidenza gli aspetti del cambiamento culturale della professione infermieristica in Italia che  ha prodotto notevoli avanzamenti per la professione stessa.
 
Scompenso cardiaco, un adeguato self-care migliora la qualità di vita dei pazienti
Studio dell'Università Tor Vergata di Roma: intervento educativo basato sul colloquio motivazionale efficace per migliorare self-care
Si stima che in Italia 1 milione di persone sia affetto da scompenso cardiaco, patologia  ha un impatto importante sui pazienti, le famiglie e la spesa sanitaria.
Con questo studio si dimostra come i pazienti che praticano un adeguato self-care hanno una migliore qualità della vita ed una riduzione della mortalità, della riospedalizzazione e degli accessi ai servizi di emergenza.
Il progetto ha arruolato un campione di 300 pazienti e 300 caregiver, ed è stato effettuato negli ambulatori o nelle unità di degenza al momento della dimissione dopo un ricovero per SC.
La difficoltà dei pazienti a praticare self-care consiste nell’adesione a comportamenti specifici che causano inevitabilmente una modifica dello stile di vita.
Recentemente diversi studi hanno dimostrato l’efficacia clinica del Colloquio Motivazionale (CM) che fino ad ora non era mai stato sperimentato sui pazienti con SC e sui loro caregiver. Lo scopo di questa sperimentazione è di testare l’efficacia di un intervento educativo effettuato con il colloquio motivazionale, migliorare il self-care nei pazienti con SC e migliorare il contributo dei caregiver al self-care del paziente.
 
Puglia
Progetto Care Puglia: infermieri manager e nuove linee guida per migliorare la gestione della cronicità
Alla ASL BAT nuovi percorsi di formazione per assistere i pazienti diabetici, ipertesi e con broncopneumopatia cronica ostruttiva
Il progetto della regione Puglia rappresenta la strategia per fronteggiare le malattie croniche attraverso nuove linee guida, nuovi modelli organizzativi di presa in carico e dismissione protetta del paziente cronico e l'istituzione della figura dell'infermiere Care Manager.
Il progetto è rivolto ai pazienti diabetici, ipertesi e con BPCO in età compresa tra i 18 e gli 85 anni, che vengono avviati alla gestione della cronicità attraverso percorsi di follow-up. 
Elementi cardine di questo nuovo approccio sono l’attenzione al risparmio in termini di ricoveri, il risparmio della spesa farmaceutica e la riduzione dei ricoveri extraregionali. I risultati hanno dimostrato il miglioramento della qualità della vita dei pazienti cronici e una notevole riduzione per la ASL della spesa farmaceutica e dei ricoveri inappropriati.
LA FIASO.
 
Friuli Venezia Giulia
Udine, test per valutare il work engagement degli infermieri dell’ASS 4 Medio Friuli 
Dai 499 questionari emerge un 'coinvolgimento' maggiore negli over-55
Il progetto ha come scopo quello di descrivere il work engagement degli infermieri in relazione alla loro età, anzianità professionale, tipologia di turno e setting lavorativo.
Mira ad analizzare le dimensioni psicologiche ed organizzative del work engagement e a fornire alcune indicazioni di lavoro per il nursing management.
È stato realizzato uno studio trasversale attraverso un questionario anonimo online sottoposto a tutti gli infermieri occupati nelle diverse aree cliniche dell’ASS 4 Medio Friuli.
Il questionario è stato diviso in tre sezioni: aspetti demografici e professionali, Nurse Engagement Survey e la versione italiana dell’Utrecht Work Engagement Scale-17.
Nel questionario sono stati aggiunti quesiti relativi all’età, al sesso, alla tipologia di orario di lavoro, alla turnistica, all’anzianità lavorativa, all’attività di docenza e tutoraggio, alle pubblicazioni scientifiche, alla partecipazione a progetti e gruppi di lavoro aziendali e infine alla presenza e tipologia di limitazioni ed idoneità.
Dall’analisi dei dati rilevati (93,2% tasso di adesione) emerge un livello moderato di work engagement: in misura più elevata negli infermieri in età superiore ai 55 anni, negli infermieri con anzianità lavorativa tra 1 e 3 anni, nei turnisti sulle 24 ore, nel piccolo numero di infermieri prossimi alla pensione.
Le differenze statisticamente significative del work engagement sono state rilevate rispetto all’età e al setting lavorativo.
 
Veneto
Nursing generativo: un approccio assistenziale innovativo
Uno studio della Fondazione Emanuela Zancan di Padova ne valuta l'efficacia
La fondazione Emanuela Zancan di Padova ha sviluppato una ricerca quantitativa, attraverso uno studio descrittivo e prospettico, sull’azione generativa delle infermiere che nel prendersi cura della persona hanno un approccio assistenziale innovativo che integra il nursing con i nuovi sviluppi del welfare generativo. Lo scopo dell’azione generativa nel nursing è di liberare, generare e ridistribuire risorse nella comunità attraverso il coinvolgimento della persona/caregiver che concorre al risultato di salute.
L’attivazione di azioni generative incrementa la responsabilità della persona/caregiver di generare risorse che possono essere rimesse al bilancio del welfare; l’aiuto in questo modo non è rivolto unicamente alla singola persona e ciò che oggi è un diritto individuale diventa il corrispettivo sociale per chi ne ha ugualmente bisogno.
 
Basilicata, Campania, Molise
Essere Infermiere oggi tra ideale e reale: uno studio pilota analizza la condizione infermieristica
Studio osservazionale conoscitivo dei Collegi IPASVI di Basilicata, Campania e Molise
I propositi di questo progetto sono quelli di indagare la realtà della condizione infermieristica che spesso manifesta una disparità tra il pensiero reale e l’immaginario ideale della professione stessa e di analizzare la percezione che l’infermiere ha del suo ruolo.
Per realizzare questo studio è stato somministrato un questionario in forma anonima sottoposto agli infermieri delle Unità Operative di tre regioni, Basilicata, Campania e Molise, per valutare la loro percezione rispetto alla condizione infermieristica.
 
Campania
ASL Napoli 3 Sud: un ambulatorio infermieristico pediatrico migliora la qualità di vita delle famiglie
Un percorso sanitario e socio-assistenziale per assistere l’intero nucleo familiare nel primo anno di vita del bambino
Il progetto della regione Campania vuole formulare un nuovo percorso sanitario e socio-assistenziale per la famiglia, nel primo anno di vita del bambino, attraverso la creazione di un ambulatorio infermieristico pediatrico.
L’intento è quello di coinvolgere  e motivare il personale identificato nel perseguimento del progetto, al fine di assicurare una continuità assistenziale infermieristica alla mamma e al neonato, per rassicurarla e sostenerla durante l’allattamento e in secondo momento facendole  comprendere l’ importanza dell’alimentazione del bambino fra i 6 e i 12 mesi di età.
In questo modo ci si concentra sulla prevenzione dell’ obesità in età precoce, si assicura un’adeguata educazione sanitaria, si forniscono informazioni sull’ importanza delle vaccinazioni,  in particolare  su quelle raccomandate al fine di migliorare le coperture vaccinali. Fornire informazioni sui bisogni più elementari dei bambini al fine di migliorare la qualità di vita dell’ intero nucleo familiare.
 
Emilia Romagna
Bologna, nuovi modelli organizzativi di assistenza per i pazienti con BPCO
Intercettare il bisogno di salute del paziente sul territorio alla base del progetto sviluppato dall’AUSL emiliana
Lo sviluppo del progetto è servito per sperimentare la presa in carico territoriale dei pazienti con Broncopneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO) secondo una logica di assistenza di iniziativa da parte dell’infermiere Case Manager (ICM) con formazione specifica.
Lo studio ha valutato l’impatto della presa in carico territoriale rispetto ad alcuni outcome come il miglioramento della qualità di vita o il profilo di utilizzo dei servizi sanitari. Ha dimostrato come una presa in carico territoriale del paziente con BPCO da parte di un infermiere Case Manager possa migliorare lo stato di salute del paziente o impattare sul profilo di utilizzo dei servizi.
Prima della realizzazione di questa sperimentazione, l’efficacia reale di programmi di presa in carico territoriale di pazienti con BPCO non era mai stata studiata in modo adeguato.
La sperimentazione è stata rivolta alla presa in carico di 50 malati di BPCO nell’ambito di 6 aree territoriali del Dipartimento di cure Primarie dell’Azienda AUSL di Bologna.
Dalla valutazione di qualità percepita dei malati emerge che il 74% conferma che il programma migliora il loro stato di salute generale. L’88% dei pazienti ritiene che le aspettative del programma sono state soddisfatte e l’82% dei malati consiglierebbe la partecipazione al programma ad un familiare e amico con gli stessi problemi.
 
A Ferrara un gruppo multidisciplinare per implementare i protocolli ERAS in chirurgia colo-rettale
I nuovi protocolli perioperatori (enhanced) mettono in discussione le pratiche tradizionali, sostituite da pratiche basate su evidenze scientifiche
Lo scopo della sperimentazione all'Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Anna di Ferrara:
· attuare un protocollo interprofessionale di cure per il miglioramento del recupero post-operatorio dei pazienti sottoposti a resezione colo-rettale per tumore del colon;
· allargare l’applicazione dei protocolli ad altre tipologie di interventi di chirurgia generale;
· formare il personale infermieristico.
I protocolli ERAS (Enhanced Recovery After Surgey) rivestono un ruolo fondamentale in tutte le fasi di cura del paziente, dall'arruolamento fino alla dimissione post operatoria, coinvolgendo diverse figure professionali (chirurghi, anestesisti, infermieri e nutrizionisti).
Il gruppo multidisciplinare organizza incontri mensili e seminari per discutere i casi clinici arruolati e da arruolare. L’implementazione del protocollo inoltre ha previsto una revisione dei protocolli assistenziali con la necessità di istituire corsi di aggiornamento per il personale medico-infermieristico non appartenente al gruppo multidisciplinare.
 
Piemonte
Un progetto a sostegno degli infermieri neolaureati in attesa di occupazione
L'azione dei Collegi IPASVI del Piemonte: borse di studio per il mantenimento delle competenze professionali
Il progetto, svoltosi tra maggio e ottobre del 2014, ha coinvolto i Collegi IPASVI della Regione Piemonte e le Direzioni Infermieristiche di Aziende Sanitarie del Piemonte. Ha attivato stage formativi, tramite convenzioni con residenze per gli anziani per agevolare il mantenimento delle competenze dei neolaureati disoccupati.
I 28 stagisti, sono stati chiamati a realizzare un progetto formativo che ha permesso loro di ottenere borse di studio.
Gli infermieri neolaureati, iscritti al Collegio di appartenenza della Regione Piemonte, sono stati messi nelle condizioni di poter conservare il sapere e le competenze professionali.
 
“Angeli custodi a quattro zampe”
All'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, il successo della Pet Therapy per i bambini ospedalizzati
Il progetto “Angeli custodi a quattro zampe” è stato finanziato dalla Fondazione FORMA Onlus e comprende AAA (Attività Assistita con Animali) e AAT (Terapie Assistite con Animali).
L’AAA, di cui il progetto si occupa maggiormente, è un’attività con i cani in ambito ludico-educativo rivolta ai bambini per migliorare il loro stato emotivo durante il ricovero in ospedale.
L’AAA ha inoltre un obiettivo di apprendimento per i pazienti pediatrici.
L’educatore cinofilo raggiunge i bambini nei reparti e propone alcuni interventi con gli animali; imposta la seduta con tecniche di educazione ai comportamenti da adottare in gruppo e con l’animale e prevede il coinvolgimento del personale sanitario che si relaziona quindi con il bambino in una situazione diversa.  
Gli incontri di Attività Assistita con Animali, previsti dal progetto, si sono svolti due volte a settimana e hanno coinvolto circa 1000 bambini.
Dall’analisi dei risultati ottenuti è emerso un buon coinvolgimento da parte di tutti i bambini. Dal questionario consegnato ai genitori è stato riscontrato un buon grado di soddisfazione: si riscontrano dei benefici in seguito all’AAA e tutti farebbero rifare questa esperienza ai propri figli.
 
A Torino, uno strumento sperimentale per il calcolo delle dotazioni organiche
Uno strumento informatico basato sul modello MAP sviluppato dal Collegio IPASVI di Torino
L’obiettivo del progetto è quello di costruire uno strumento informatico funzionale, flessibile e di facile utilizzo per la definizione delle dotazioni organiche sulla base del modello della complessità assistenziale MAP. Utilizzando il modello MAP sono stati individuati 10 problemi di salute prevalenti e trasversali ai diversi contesti di cura.
I dati sono stati elaborati includendo:
· problema di salute
· giornate di degenza
· livello di complessità
· risorse assorbite
L’altro importante obiettivo del progetto è quello di identificare le patologie in ricovero ordinario attraverso l’utilizzo del sistema DRG 24 che permette la classificazione di tutti i pazienti dismessi in gruppi omogenei per assorbimento di risorse impegnate.
Referente del progetto: Monica Rolfo – monica.rolfo@libero.it
 
Lombardia
A Milano, parte l’aggiornamento delle schede di valutazione dell’apprendimento clinico di un Corso di Laurea in Infermieristica
Il progetto è stato condotto dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
Il progetto è iniziato a settembre 2013 con lo studio della letteratura di riferimento, la creazione del consenso delle Direzioni coinvolte e l’accreditamento del lavoro nel sistema di formazione continua dei professionisti della salute (ECM).
Il GdM si è riunito complessivamente per 12 incontri tra maggio e dicembre 2014, iniziando la propria attività attraverso lo studio delle competenze infermieristiche del progetto Tuning Europe, unitamente a quelle previste dalla Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI (2007) e dalla Commissione Nazionale dei Corsi di Laurea in Infermieristica.
La finalità del progetto di Revisione delle Schede di valutazione dell’apprendimento clinico è quella di aggiornare le Schede nel CLI-UniSR, in uso da diversi anni accademici, per fornire uno strumento che indichi agli studenti e ai tutor, attraverso un linguaggio appropriato, le competenze attese dagli studenti ai vari livelli di sviluppo della formazione e nelle differenti realtà cliniche.
L’aggiornamento viene realizzato con l’esplicitazione di criteri di valutazione multidimensionali in grado di restituire un profilo di competenza concreto e intersoggettivo sui risultati raggiunti dallo studente, a partire dalle competenze infermieristiche del Progetto Tuning Educational Structures in Europe attraverso una rilevazione del consenso tra tutor e studenti.
 
HIV e Malattie Sessualmente Trasmissibili: a Pavia l’informazione passa attraverso le scuole
Un percorso strutturato al fine di sviluppare e approfondire argomenti vicini alla realtà giovanile in un’ottica di accompagnamento alla crescita
Il progetto della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia è rivolta agli studenti delle scuole medie superiori e gestito da un medico e un’infermiera counselor. Si concentra sulla crescita del livello di conoscenza in merito all’infezione da HIV e MST attraverso un’informazione corretta sulle modalità di trasmissione dell’AIDS.
Lo scopo è quello di trasformare l’azione informativa in azione preventiva realizzando un opuscolo che contenga informazioni utili volte a conoscere le patologie.
Importante l’intento di realizzare una collaborazione con il “Gruppo Giovani” del comune di Pavia e di facilitare le collaborazioni sul territorio con altri soggetti interessati a realizzare interventi educativi rivolti ai giovani.
In questo scenario la scuola secondaria sembra essere il luogo ideale per affrontare le molteplici problematiche correlate a queste patologie.   

05 marzo 2015
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