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Manifestazione del 27 ottobre. Il valore delle adesioni della Sociatà civile, Fnomceo e Ipasvi

di Ivan Cavicchi

Era partita come una protesta sindacale messa in piedi da 27 sigle sindacali mediche. Poi l’idea della manifestazione si è aperta, e piano piano quella alleanza tra diritti e interessi ha preso forma e ancor più l’idea che i tanti diversi interessi del lavoro sanitario fossero ricomponibili in una comune battaglia.

24 OTT - Era partita come una protesta sindacale messa in piedi da ben 27 sigle sindacali mediche, contro lo smantellamento della sanità pubblica, che con intelligenza politica mettendo da parte ordinarie divisioni abbinava rivendicazioni professionali e contrattuali a denuncia sociale, prospettive della professione e quelle del sistema sanitario pubblico.
Tre le idee che mi paiono degne di menzione:
1) gli interessi professionali meno che mai oggi possono essere decontestualizzati perché più che mai oggi sono i contesti e non solo finanziari a condizionarli pesantemente;
2) è necessaria una alleanza tra i diritti dei cittadini e gli interessi degli operatori perchè le pesanti politiche di definanziamento del sistema li stanno contrapponendo;
3) i tanti interessi professionali che gravitano nell’universo sanitario devono trovare una piattaforma comune.
 
Poi l’idea della manifestazione si è aperta, e piano piano quella alleanza tra diritti e interessi ha preso forma e ancor più l’idea che i tanti diversi interessi del lavoro sanitario fossero ricomponibili in una comune battaglia.
 
Tre secondo me sono le adesioni strategiche i cui significati meritano di essere sottolineati. 
Quella dei cittadini e delle loro organizzazioni (Federconsumatori, Cgil pensionati, Cittadinanza attiva, Se non ora quando,Sos sanità ecc), non mi pare di ricordare altre manifestazione dei medici sostenute dai cittadini, anzi in genere le proteste dei medici erano come subite dai cittadini che spesso ne vedevano i limiti corporativi. Questa volta non è così. Nel vuoto più totale dell’iniziativa politica,con una situazione nella quale il sostegno del governo Monti da parte dei partiti ha creato grandi disorientamenti tra i loro iscritti,i medici con la loro piattaforma sono riusciti ad offrirsi come riferimento svolgendo quella funzione politica di cui i cittadini ma non solo loro avevano gran bisogno.
 
Quella degli Ordini dei medici che per la prima volta nella loro storia aderiscono ad una protesta sindacale perché in pericolo vi sono i fondamentali della professione, il ruolo e la funzione dei codici deontologici, le forme dell’esercenza professionale. Certamente sul piano formale può essere una decisione discutibile dal momento che gli ordini sono emanazioni parastatali, ma sul piano dell’eccezionalità del momento e sul piano delle prospettive professionali, gli ordini con la loro adesione hanno dimostrato di fare fino in fondo il loro mestiere, anzi mi viene da dire che forse dal 46 ad oggi è il primo vero atto non burocratico che essi hanno fatto. La loro adesione ci dice della grave condizione del medico e delle altre professioni distinguendo ma non già separando i problemi sindacali da quelli professionali.
 
Quella degli infermieri, cioè di oltre 400000 persone,  che sono riusciti a mettere da parte le umiliazioni, i conflitti aperti con i medici, le condizioni sempre più grame di lavoro, la sottovalutazione del loro valore professionale, dimostrandosi in pieno una categoria dirigente la cui maturità e il cui senso di responsabilità si esprime nell’adesione certo ad una manifestazione decisa da altri ma per aderire ad un bene più grande che loro rappresentano in pieno e in ragione di una preziosa cultura del cambiamento che per quello che vedo e leggo, è dentro ogni loro iniziativa. L’ adesione degli infermieri è ancora più preziosa perché immagino che non sia stato ne facile e ne scontato deciderla ma senza della quale onestamente questa manifestazione avrebbe avuto minore forza contrattuale e progettuale.
 
Con queste adesioni e con tutte le altre che sono state rese note da questo giornale il 27 in piazza ci sarà la sanità , la società dei bisogni, e i valori del welfare, in un momento in cui, lo ripeto, nessuno è in grado oggi di poter fare qualcosa di simile.
C’è da dire che la manifestazione proprio per le novità che rappresenta ha come contratto un debito verso coloro che hanno aderito e verso coloro che scenderanno in piazza. Costoro sicuramente si aspettano un salto di qualità nella proposta e nella battaglia, che si componga un tavolo di lavoro per definire proposte comuni, che si faccia del coinvolgimento per il cambiamento un nuovo metodo operativo. Se questa manifestazione restasse solo una manifestazione di piazza sarebbe davvero un peccato.
 
Ivan Cavicchi
 

24 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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