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Manifestazione del 27 ottobre. L’adesione della Federazione dei collegi delle ostetriche


“Senza un sostegno di protezione sanitaria e sociale alle donne si rischia di non tutelare la salute delle generazioni future”. Le ostetriche hanno così comunicato la loro adesione alla protesta “per sostenere la tutela di un sistema di salute pubblico equo, universalistico, di qualità e accessibile”.

25 OTT - “Senza un efficace sostegno di protezione sanitaria e sociale alle donne si rischia di non tutelare la salute delle generazioni future”. La Federazione nazionale dei collegi delle ostetriche (Fnco) ha così esternato la sua adesione alla manifestazione nazionale del 27 ottobre “Diritto alla cura. Diritto a curare”, sottolineando l’importanza di sostenere “un sistema di salute pubblico equo, universalistico, di qualità e accessibile alle donne e ai loro bambini”.

Come sottolineato dalla presidente Fnco, Miriam Guana, sostenere i principi della manifestazione significa non solo tutelare il diritto alla salute per i cittadini italiani previsto nella costituzione, ma anche preservare un valore fondamentale della professione presente nel codice deontologico dell’ostetrica/o: “Tutelare e promuovere la salute di genere in ogni età, individuando situazioni di fragilità, disagio, privazione e violenza, fornendo adeguato supporto e garantendo la segnalazione alle autorità preposte, per quanto di sua competenza”.

A testimonianza del supporto, una delegazione delle ostetriche sarà presente in piazza per contestare gli ulteriori tagli al Ssn e per sostenere le colleghe che quotidianamente lavorano, sottoposte a turni estenuanti per carenza di personale, e che, tuttavia, continuano ad assistere nelle Unità Operative di ostetricia e ginecologia le donne, i neonati ed i loro genitori con professionalità e spirito di servizio.


Infine, la Fnco ha rimarcato il possibile avvio di una nuova fase del sistema sanitario pubblico, e, in particolare nell’ambito del percorso nascita auspica:
- la riorganizzazione dei servizi socio-sanitari con l’attuazione di modelli assistenziali  che possano contrastare efficacemente l’alta incidenza dei tagli cesarei;
- la valorizzazione di percorsi dedicati in cui sia tutelata la fisiologia della gravidanza/parto, l’appropriatezza e l’equità delle cure anche per le donne e le famiglie fragili in attesa di un figlio e che vivono situazioni di disagio economico;
- l’attivazione del sostegno a domicilio dopo il parto garantendo così la continuità delle cure.
-il potenziamento dei servizi distrettuali (assistenza domiciliare e cure primarie), come indicato nel “decreto Balduzzi”, in cui l’ostetrica/o avrà l’opportunità di esprimere le sue competenze, recuperando la  collaborazione con i medici  di famiglia, come peraltro già avveniva fino alla fine degli anni ’70 prima della soppressione della condotta ostetrica.

25 ottobre 2012
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