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Farmacie comunali. Assofarm disdice il contratto e scrive ai sindaci: “Sosteneteci o rischiamo il tracollo”


Il vecchio contratto delle farmacie pubbliche, spiega l’associazione, presentava rispetto a quello dei privati un costo superiore del 30-40% e non permetteva un’efficace concorrenza. In assenza di aperture dei sindacati, Assofarm chiede il sostegno dei sindaci per superare le criticità con il nuovo contratto.

15 FEB - “Respingiamo ogni critica ed illazione, francamente incomprensibili, in merito a presunte perdite di diritti ed a sopraffazioni subite dai lavoratori delle nostre Aziende che abbiamo sempre ritenuto parte essenziale e strutturale delle stesse”. E’ quanto scrive il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi, in una lettera inviata a tutti i sindaci italiani per rispondere alle “informazioni riguardo a pressioni sul territorio esercitate dai sindacati tese a delegittimare l’operato della parte datoriale con informazioni spesso fuorvianti e non rispondenti alla reale situazione ed al lavoro che questa Associazione, con senso di responsabilità verso i dipendenti e la proprietà, porta avanti ormai da tempo, così come sono stati informati gli Organi dirigenti dell’Anci”.
Ed è proprio per fare chiarezza che Gizzi scrive ai sindaci. Al centro della questione c’è il contratto collettivo nazionale di lavoro delle farmacie pubbliche e il suo rinnovo. “Il vecchio contratto – spiega Gizzi nella lettera - è scaduto dal lontano 31 dicembre 2010. Tale contratto presentava, per i nostri Associati, rispetto al contratto dei privati, un costo superiore del 30-40% comprensivo della parte economica e normativa. Inoltre, fra l’altro, il contratto in questione non permetteva di rispondere efficacemente alle sollecitazioni legislative in direzione di una maggiore apertura della concorrenza così come previsto dalle norme intervenute negli ultimi anni. Le motivazioni di cui sopra, da sole, portano inevitabilmente al tracollo dei conti economici delle Aziende comunali con inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali”.

Tuttavia, durante la trattativa per il rinnovo del predetto contratto, “abbiamo ricevuto una netta chiusura da parte delle organizzazioni sindacali”, precisa il presidente di Assofarm spiegando che i sindacati “hanno dimostrato di essere legate ancora a vecchi schemi di rappresentatività settoriale ormai superati dalle mutate condizioni di mercato del settore farmaceutico”.

Per il presidente di Assofarm, però, “non si comprende come lavoratori che svolgono la medesima funzione e mansioni, a seconda se operano presso settori pubblico o privato, debbano rappresentare costi decisamente disomogenei per le proprietà e ciò in un momento in cui, come sopra accennato, si accentua l’aspetto concorrenziale del settore farmaceutico. Di più l’apertura di nuove farmacie, alla fine di concorsi straordinari ex art. 11, L. 27/2012 e la incontrollabile distribuzione diretta da parte delle Asl, rendono ancor più precaria l’esistenza delle farmacie comunali”.

“Tutto ciò – spiega Gizzi ai sindaci - non poteva che farci assumere un’ulteriore e decisa funzione di responsabilità che si è tradotta con una rescissione del contratto di lavoro e con l’adozione di un regolamento che, in attesa della sottoscrizione del nuovo contratto nazionale, potesse costituire uno strumento operativo a salvaguardia dei rapporti con le maestranze delle nostre aziende. Tale regolamento presenta la struttura salariale del contratto dei farmacisti privati e, nella parte normativa, viene riconosciuta una maggiore tutela dei lavoratori relativamente alle condizioni di Welfare”.

In attesa della firma di un nuovo contratto collettivo con le organizzazioni sindacali, Assofarm ha quindi deciso di adottare sulla parte economica lo stesso contratto utilizzato dalla maggioranza dei farmacisti dipendenti del nostro Paese. “Il tutto per dotare le nostre aziende, così come già avviene ormai da anni per tutti gli altri settori locali (trasporti, igiene urbana, ecc.), di un unico contratto di settore”.

Gizzi ricorda quindi ai sindaci come “proprio per garantire con la nostra azione gli attuali livelli occupazionali possiamo affermare che fino ad oggi non si è avuta alcuna riduzione di personale come viceversa avviene nel settore privato. Peraltro, continuiamo a trattare con le organizzazioni sindacali anche se quest’ultime non percepiscono l’importanza di avere, in una fase così difficile, la giusta tranquillità per operare congiuntamente verso i migliori obiettivi”.

Per questo Assofarm chiede il sostegno dei sindaci per “superare vecchi schemi non più riproponibili per le mutate condizioni socio economiche e politiche del nostro Paese” e auspica “la sua condivisione alla nostra linea di azione ed agli obiettivi che ci prefiggiamo, ovvero di valorizzare e sviluppare sempre più il servizio farmaceutico comunale sul territorio.”

 

15 febbraio 2013
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