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Medici Fiscali replicano a Giovannini: “Tagli Inps a nostro discapito solo per ‘estetica’ di bilancio”


L’Associazione dei Medici Fiscali non concorda con quanto riferito dal ministro del Lavoro nella risposta a un’interrogazione parlamentare sulla sospensione disposta dall'Inps delle visite fiscali d'ufficio per le assenze per malattia nel settore privato. In una lettera la replica dell'Anmefi al ministro.

08 OTT - Le scelte effettuate dall’Inps allo scopo di tagliare le spese non sono che “estetica di bilancio” fatto a discapito dei medici fiscali ma che non risolvono i reali problemi di gestione dell’Istituto. Questo, in sintesi, il messaggio che l’Anmefi (Associazione Nazionale dei Medici Fiscali) ha inviato al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, rispetto alla sospensione disposta dall'Inps delle visite fiscali d'ufficio per le assenze per malattia dei lavoratori del settore privato.

L’Anmefi, infatti, non concorda con quanto riferito dal ministro nella risposta scritta a un’interrogazione presentata alla Camera e ha così deciso di scrivere a Giovannini per richiamare la sua attenzione su alcuni aspetti dell’azione dell’Inps che non convincono i medici fiscali. Aspetti che l’Anmefi chiede che vengano prese in considerazione, “tanto siamo certi della loro veridicità”.

Anzitutto, nella lettera a Giovanni i medici fiscali chiedono che la sospensione della loro attività “non sia paragonata alla sospensione del rifornimento di carta, di qualunque tipo essa sia, o alla riduzione di spese bancarie e a qualunque altro taglio di spesa. Infatti la conseguenza della riduzione del controllo dei lavoratori in malattia, comporta un aggravio certo alle casse dello Stato. Infatti, pochi decimali di aumento della malattia, comporterebbero una spesa doppia o tripla della spesa per i controlli”. Nel 2012 sono stati spesi circa due miliardi per indennità di malattia e la spesa per i controlli si attesta sui 50 milioni.
“Di questi 50 milioni – spiega l’Anmefi -, oltre la metà viene recuperata dall'ente con chiusure prognosi, assenti ingiustificati, surroghe per responsabilità terzi, infortuni non segnalati che sono di pertinenza Inail, certificati per cure estetiche, che non hanno diritto a indennità e tanto ancora. Pertanto possiamo senz'altro affermare, con le parole del Sen. Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo, che si è trattato semplicemente di un'operazione di pura ‘estetica’ di bilancio”.
 
Peraltro, sottolineano i medici fiscali, l'annunciata ripresa dei controlli a partire dal 20 giugno 2013 non c'è mai stata, perché "con una nota ufficiale del 1° ottobre 2013, il Direttore Mauro Nori, ha comunicato che 'in conseguenza dell'andamento della spesa sostenuta per l'esecuzione delle suddette visite nei mesi da gennaio a settembre 2013, allo stato attuale, NON E' PIU' POSSIBILE proseguire ad un'ulteriore assegnazione mensile delle visite stesse".

Quanto agli strumenti tecnologici, che secondo il ministro avrebbero comportato un “miglioramento dell'efficienza dell'azione amministrativa attraverso la razionalizzazione e l'integrazione del flusso inerente la prestazione previdenziale di malattia con una più attenta selezione dei casi da monitorare”, l’Anmefi fa notare al ministro che il Data Mining “presenta delle pecche sia operative che di utilizzo”. Anzitutto, “non è in grado di selezionare le diagnosi delle visite da effettuare, infatti non è raro il riscontro da parte dei medici, dell'effettuazione di visite a lavoratori affetti da gravissime ed irreversibili patologie che andrebbero affrontate con altre soluzioni assistenziali e/o previdenziali”. Inoltre, sostengono i medici fiscali, “avendo l'Inps definito ‘esperto’ tale sistema, dotato di auto-apprendimento, è facile comprendere quanto importante sia la casistica per far rendere il massimo dell'operatività  a tale strumento. E' lecito chiedersi come il Data Mining possa auto-apprendere con tre visite per medico al mese”.

I medici fiscali puntano poi il dito contro le cosiddette valigette informatiche, “vanto dell'istituto. Le chiediamo: quanti soldi, assieme ai sistemi operativi, sono costate e se valeva la pena spendere tutti quei soldi per farne un puro oggetto di arredamento per le abitazioni dei medici incaricati”.

Ma anche il programma Savio non convince i medici fiscali. “Dovrebbe semplificare e rendere più efficiente  la distribuzione delle visite a ciascun medico. Se ne sente parlare da molti mesi, ma è come l'Araba Fenice: che vi sia qualcun lo dice, dove sia nessun lo sa”.

Infine, una considerazione sulla riorganizzazione di tutta la medicina di controllo. “Allo stato attuale – spiega l’Anmefi -  esistono due poli diversficati: uno che interessa i lavoratori dell'amministrazione pubblica, di prevalente interesse delle Asl, ed uno di pertinenza Inps, quello che riguarda i lavoratori del settore privato. Riteniamo che un grande contributo alla efficienza dei servizi di controllo possa derivare dalla costituzione di un unico polo, da affidare all'Inps, che migliorerebbe certamente il servizio e salvaguarderebbe tutti i medici che di tale servizio si occupano. L'operazione non rappresenterebbe un aggravio di spese, in quanto i fondi destinati alle Asl potrebbero confluire all'Inps, vincolando l'ente a questa spesa. Tale concentrazione, con le tecnologie su riportate, - conclude l’Anmefi - darebbe un senso compiuto a tutti questi aspetti e porterebbero certamente un considerevole risparmio per lo Stato”.
 

08 ottobre 2013
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