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Farmacia. Mandelli (Fofi): "Il futuro è quella dei 'servizi'. Bisogna applicare norme già esistenti"


Questo il principale obiettivo per il 2014 rilanciato dal presidente Fofi all'Adnkronos Salute. Appellandosi alle Regioni, Mandelli ha chiesto che si intraprenda in maniera definitiva questo percorso per arrivare ad una sanità "meno costosa e 'ospedalocentrica'". Sulle liberalizzazioni,"non c'è necessità di spingere su questo pedale".

08 GEN - "Il futuro della sanità risiede anche nella 'farmacia dei servizi', dove si potranno eseguire esami del sangue, assistenza infermieristica, fisioterapia, prenotazioni di visite, possibilità di cambiare il medico di famiglia e soprattutto di essere seguiti nella propria terapia farmacologica. Perchè se lo Stato spende dei soldi per garantire i medicinali ai cittadini, per avere un ritorno in termini di salute e' necessario assicurare anche la corretta aderenza". Queste le dichiarazioni rilasciate ad Adnkronos Salute dal presidente della Federazione Ordini farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli.
 
"Il nostro obiettivo per il 2014 - ha spiegato Mandelli - è proprio poter vedere finalmente realizzato a pieno il progetto 'farmacia dei servizi', sempre più vicina ai cittadini. Gli strumenti legislativi ci sono tutti e in più ultimamente in finanziaria è stata introdotta una procedura grazie alla quale l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) individuerà farmaci di area ospedaliera che potranno essere distribuiti in farmacia. Noi lavoriamo per essere sempre più vicini alla gente, ora sarebbe importante che le Regioni cominciassero a intraprendere questo percorso, che la legge ha già pianificato. Anche per arrivare a una sanità meno costosa perchè meno 'ospedalo-centrica', ma che soddisfa ugualmente la domanda di salute. Grazie alle farmacie è possibile riuscire a coniugare un servizio capillare con il risparmio economico".
 
Passando al tema liberalizzazioni, il presidente Fofi ha sottolineato come "ormai la storia e anche le recenti sentenze della Corte di giustizia europea indicano che nel campo della salute non c'è necessità di spingere su questo pedale. Quando si vuole applicare la politica economica al farmaco bisogna chiedersi: si tratta di un bene esistenziale o di un prodotto di consumo? Quella che noi vediamo come priorità è piuttosto la consulenza, aiutare i pazienti a prendere il farmaco e ad aderire alla terapia prescritta dal medico".
 
Infine, sulla crisi che sembra stia attanagliando anche le farmacie italiane, Mandelli spiega come per il settore vi siano "grosse difficoltà e margini e spazi sempre più ridotti". "Non bisogna più pensare alle vecchie farmacie e questo è un allarme forte, non certo mirato a difendere privilegi. Ci sono molti disoccupati e - secondo dati Federfarma - sono circa 3.000 le farmacie in difficoltà finanziarie, con 600 sull'orlo della chiusura. La speranza - ha concluso - è che anche i nuovi servizi contribuiscano a migliorare la situazione, anche se la priorità è offrire professionalità sempre più vicine ai pazienti". 

08 gennaio 2014
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