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Convenzione/2. Ma i medici di famiglia confermano lo stato di agitazione. Intervista a Milillo

di Giovanni Rodriquez

Giudizio fortemente negativo per il testo dell'Atto di indirizzo. Arrivato con oltre un anno di ritardo e rimasto sostanzialmente invariato rispetto alla bozza di dicembre. Per il segretario generale Fimmg "si parte con il piede sbagliato" e resta da parte delle Regioni "l'atteggiamento arrogante di chi vuole trasformarci in dipendenti pubblici"

13 FEB - Resta il giudizio negativo per un testo rimasto invariato rispetto alla bozza di dicembre e arrivato con oltre un anno di ritardo. La trattavia parte nel peggiore dei modi a causa dell'atteggiamento arrogante delle Regioni e lo stato di agitazione da parte dei medici di famiglia resta confermato. Questo in sintesi il commento del segretario generale Fimmg, Giacomo Milillo, sull'Atto di indirizzo per la medicina generale, la pediatria e la specialistica ambulatoriale.
 
Dottor Milillo come giudica il testo come punto di partenza?
Innanzitutto va sottolineato che il testo è arrivato con oltre un anno di ritardo. Le Regioni non possono pensare ora di mettersi dalla parte della ragione solo per questo via libera del documento, visto che la colpa di questo ritardo va interamente attribuita a loro. Quanto al giudizio sul contenuto, dato che è rimasto di fatto inalterato rispetto a quello di dicembre, non può che restare fortemente negativo. A questo punto andrò a sedermi al tavolo delle trattative - anche se a noi medici questo atto interessa relativamente, visto che poi conta solo quello che viene firmato - ma di sicuro posso dire che in questo modo si parte con il piede sbagliato.

Non le è piaciuto qualcosa in particolare?
Di certo le Regioni si sarebbero potute risparmiare quell'ultima frase contenuta nella nota stampa (Il sistema sanitario è ormai saldamente articolato sulle Regioni e quindi è assolutamente naturale che anche gli strumenti che derivano dai contratti e dalle convenzioni possano aderire meglio alle esigenze delle singole realtà territoriali), da loro dirmata. Questo bisogno di ribadire la lo centralità, a maggior ragione in un momento in cui il Titolo V viene messo in discussione da tutti, mi sembra fuori luogo. Senza contare l'atteggiamento arrogante di chi vuole trasformarci in dipendenti pubblici. Infine, sulla questione delle nuove forme organizzative, tengano ben presente che queste non sono le Case della Salute in stile Emilia Romagna che loro hanno in mente. Non se ne parla neppure.

Quindi resta confermato il vostro stato di agitazione?
Certamente. Non può certo venir meno per un atto di indirizzo, ossia per un atto dovuto da molto tempo. Non hanno fatto altro che trascurare la medicina generale e disprezzare, per anni, il confronto con noi prendendo decisioni in maniera unilaterale.
 
Giovanni Rodriquez

13 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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