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Allarme personale sanitario. Nel mondo ne mancano 7,2 mln. A rischio anche l’Europa


Senza interventi, entro il 2020 in Europa ci sarà una carenza di circa 1 milione di operatori sanitari. Questa la stima della coalizione internazionale Health Workers for All, che ha lanciato oggi un appello ai Governi europei per chiedere un impegno concreto contro il fenomeno e suggerire 5 ambiti di intervento.

05 GIU - “Se l'austerity mette in crisi i sistemi sanitari, se il diritto alla salute e l'accesso alle cure sono in discussione anche in Europa, la società civile si mobilita per chiedere alle istituzioni europee e nazionali di salvare l’assistenza socio-sanitaria”. Con queste parole la coalizione europea Health Workers for All, rappresentata in Italia da AMREF, lancia oggi da Madrid un Appello alle istituzioni europee, per “riportare l'attenzione sulla crisi legata alla carenza di personale sanitario, che rappresenta una delle principali minacce per la salute globale, e per chiedere il sostegno e la promozione delle condizioni di lavoro e di vita del personale sanitario in tutto il mondo”.

Pianificare e formare a lungo termine il personale sanitario, puntando all’autosufficienza; investire sul personale sanitario; rispettare i diritti degli operatori sanitari migranti; pensare e agire coerentemente a livello nazionale, regionale e globale; fare la propria parte nell’applicazione del Codice di condotta dell’OMS per il reclutamento internazionale del personale sanitario. Questa la ricetta di Health Workers for All contenute nell'appello per far fronte a una situazione già oggi preoccupante ma che rischia di aggravarsi, anche in Europa.

“Il mondo – spiega la coalizione nell'appello - ha bisogno di oltre 7,2 milioni di operatori sanitari, e l’Europa è parte del problema: se le tendenze non saranno invertite, entro il 2020 nel Vecchio Continente ci sarà una carenza di circa 1 milione di operatori sanitari”.

Facendo riferimento alla recente pubblicazione del "World Social Protection Report" dell’Organizzazione internazionale del lavoro, la coalizione sottolinea come “insieme alla disoccupazione persistente, ai salari più bassi e alla tassazione più pesante, le misure di austerità hanno contribuito ad aggravare povertà ed esclusione sociale che oggi colpiscono oltre 123 milioni di persone in Unione europea, il 24% della popolazione, la maggior parte dei quali bambini, donne, persone anziane e persone con disabilità”.

Inoltre, “alcuni Paesi europei reclutano in giro per il mondo personale sanitario formato localmente: una pratica insostenibile che alimenta le diseguaglianze in salute e indebolisce i sistemi sanitari dentro e fuori l’Europa”, denuncia Health Workers for All.

Con il sostegno di European Forum for Primary Care (www.euprimarycare.org), European Public Health Alliance (www.epha.org), Equinet: The Network on Equity in Health in Southern Africa (www.equinetafrica.org), Global Health Workforce Alliance (www.who.int/workforcealliance), Medicus Mundi International, (www.medicusmundi.org), l’appello ha l’obiettivo di raccogliere quante più adesioni possibile di rappresentanti delle parti interessate, delle associazioni, dei lavoratori, delle istituzioni coinvolte, che verranno presentate il prossimo autunno ai Parlamentari europei per chiedere la loro collaborazione verso un cambiamento di passo dell’Europa e dei Paesi membri nell’affrontare i problemi legati alla sostenibilità dei sistemi sociali e sanitari di tutto il pianeta.

“L’Europa – sottolinea la coalizione - può essere parte della soluzione se implementa pratiche di assunzione del personale condivise a livello globale. Nel 2010 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito una roadmap per rafforzare gli opertori sanitari in una prospettiva di sostenibilità globale". Il 'Codice di condotta dell’OMS per il reclutamento internazionale del personale sanitario' affronta le cause strutturali della migrazione e del brain drain, compresa la formazione del personale sanitario, il trattenimento in servizio nei Paesi d’origine, le condizioni di lavoro, la remunerazione, i finanziamenti e i diritti. "Nonostante il Codice OMS, tuttavia - evidenzia Health Workers for All -, un vero consenso politico sulla gestione sostenibile del personale sanitario e delle sue migrazioni a livello regionale e globale rimane molto lontano. In molti Paesi si scontrano interessi potenti, ma spesso di corta visione; in altri, per di più, le misure di austerità comprimono la spesa sanitaria e limitano l’implementazione di specifiche iniziative politiche”.

Per Health Workers for All, dunque, “l’Unione Europea e i suoi Stati membri devono prendere una posizione ferma in questo dibattito. Il personale sanitario è un elemento fondamentale di un modello di Stato sociale e di welfare che caratterizza l’identità europea e deve essere sostenuto a livello globale. Per questo chiediamo ai decisori politici in Europa e in Italia di dimostrare la propria capacità di leadership su questo tema, e di assicurare una coerenza delle politiche che determinano questo settore, per sostenere una presenza sostenibile di personale sanitario all’interno e fuori dall’Europa”.

05 giugno 2014
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