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Css: chirurghi critici sulla composizione


L’associazione dei chirurghi contesta l’assenza di alcune componenti professionali nel nuovo Consiglio superiore di Sanità, a fronte di “ben sei esponenti dell'università”. “I chirurghi italiani e tutti i colleghi ospedalieri – afferma il presidente Vincenti - hanno avuto ancora una volta la prova della grande considerazione che l’istituzione centrale riserva a tutti coloro che svolgono la parte predominante, per quantità e qualità, dei compiti assistenziali”.

21 DIC - “Come Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), non possiamo che rilevare con disagio che, a parte la presidenza (peraltro lo stesso nominativo che riveste il ruolo di presidente dell’Istituto Superiore di Sanità! A proposito di cumulo delle cariche!), tra i membri componenti il Consiglio Superiore di Sanità, ben 6 risultano essere illustri esponenti del mondo dell’università: ben tre di università private, due dell’Università S. Raffaele di Milano, uno dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, due di università pubbliche (Padova, Tor Vergata, Roma), uno della segreteria tecnica del ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca”. E' quanto dichiara Rodolfo Vincenti, presidente Acoi: “A leggere la composizione del nuovo Consiglio Superiore di Sanità si rimane leggermente perplessi”, aggiunge Vincenti osservando come il Css sia un organo consultivo tecnico di nomina ministeriale che “svolge funzioni di primaria importanza ed esprime parere obbligatorio sulle grandi tematiche della salute pubblica e, tra di esse, sui provvedimenti di coordinamento e sulle istruzioni obbligatorie per la tutela della salute. Insomma, se si deve credere ai decreti attuativi esso risulta essere organismo di fondamentale importanza”.
Secondo il presidente dell’Acoi, quindi, “appare del tutto singolare l’assenza paritaria di altre componenti fondamentali per la corretta risposta alle domande di salute. I chirurghi italiani, e tutti i colleghi ospedalieri, hanno avuto in tal modo ancora una volta la prova della grande considerazione che l’istituzione centrale riserva a tutti coloro che svolgono la parte predominante, per quantità e qualità, dei compiti assistenziali e formativi all’interno di un Sistema Sanitario Nazionale che sembra essere ancora considerato, malgrado tutto, tra i Sistemi più efficienti al mondo”.I chirurghi ospedalieri , dunque, ritengono “doveroso il loro coinvolgimento nella pianificazione dei processi di salute a tutela – conclude il presidente Acoi - non solo del proprio insostituibile ruolo, ma anche a tutela del cittadino oggi sempre più condizionato nel suo diritto costituzionale alla salute”.

21 dicembre 2010
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