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Blocco stipendi Pa. Fials: “E’ un attacco al diritto costituzionale al contratto. Proclamiamo stato di agitazione”


Proclamato lo stato di agitazione dalla Fials, in seguito all’annunciata proroga la blocco degli stipendi per tutto il 2015. “Siamo stufi degli annunci e stanchi di subire sopraffazioni” si legge in una nota, ma l’obiettivo è di evitare lo sciopero generale, nonostante il nuovo “intollerabile” blocco.

22 SET - Non si placa la protesta in seguito all’annuncio del blocco degli stipendi per i dipendenti della Pa per il 2015. Stavolta è la Federazione autonomie locali e sanità che interviene a gamba tesa contro le intenzioni del governo Renzi e proclama lo stato di agitazione.
“L’annuncio per via mediatica del Ministro Madia è un attacco al diritto costituzionale al contratto di lavoro” ha commentato Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials.

“Ci troviamo di fronte ad un governo che non rispetta le sue stesse leggi – spiega Carbone – che sfugge sistematicamente al confronto con il sindacato, che rimane dedito solo agli annunci sui temi di politica contrattuale e della pubblica amministrazione, azioni queste che denotano un’arroganza che sfocerà sicuramente in conflitti sociali e di protesta”.
 
“Ma è mai possibile – incalza il segretario – che il presidente del Consiglio possa pensare che la centralità degli interventi per risollevare culturalmente ed economicamente il paese siano solo i provvedimenti sulla scuola e sui loro precari?”
 
“Non siamo sicuramente maligni – aggiunge – come chi ha associato l’attribuzione di centralità e privilegi alla sola scuola con il fatto che la consorte del premier è una insegnante precaria, ma sosteniamo, invece, che insieme alla scuola e alla giustizia, la sanità abbia una disciplina speciale”.
 
Secondo Carbone la sanità si trova oggi “in situazioni di problematicità perché non riesce più a rispondere ad un aumento della domanda dei servizi”.
E le cause sono numerose. “I tagli al personale, il blocco degli organici, il mancato pagamento degli straordinari – spiega il segretario – l’impossibilità di riposi settimanali e giornalieri per gli stessi dipendenti in servizio, come il mancato Dpcm per risolvere il problema dei tantissimi precari che attendono da anni le procedure di stabilizzazione, oltre al blocco di carriera economica e ai rinnovi contrattuali dal 2010, stanno demotivando tutto il personale in servizio stanco ormai da anni di non essere più considerato professionalmente ed economicamente”
 
“Senza poi pensare – prosegue – ai termini occupazionali, specie nelle professioni sanitarie come quelle infermieristiche con un ricambio generazionale auspicato ed annunciato dal governo e mai realizzato. Non se ne può più – aggiunge – di questi governi, sia di destra che di sinistra, dediti solo a trovare nella Pa e nei dipendenti pubblici, con alcune immotivate eccezioni, il capro espiatorio della crisi economica del paese”.
“Non è più possibile procedere su questa strada, un nuovo blocco delle retribuzioni non è più tollerabile – sottolinea – non vi sono più le condizioni per i dipendenti per sopportare queste umiliazioni personali e professionali e la protesta che seguirà in questo autunno caldo diventerà una questione di dignità”.
 
“Le risorse economiche per i rinnovi contrattuali ci sono – afferma il segretario generale – questo governo e lo stesso Renzi abbiano il coraggio di confrontarsi con le organizzazioni sindacali per ricercare insieme, e vi sono tantissime e reali possibilità, di pervenire ad accordi sindacali tendenti a tagliare enormemente gli sprechi nella pubblica amministrazione per far sì che parte delle somme recuperate vadano ai rinnovi contrattuali e parte ad investimenti sui servizi della Pa e non si serva dei risparmi lineari solo per fare cassa e mantenere fede a degli impegni preelettorali, come quelli degli 80 euro, che certamente non sono investimenti strutturali per la crescita economica del paese”.
 
“Rimane ora il momento – annuncia Carbone – di un’azione comune e forte di tutte le organizzazioni sindacali contro un governo arrogante affinché si ripristino le relazioni sindacali ed il confronto sui temi cruciali per risanare il nostro paese e ricercare soluzioni concrete per il rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici previa la definizione delle aree contrattuali e del nuovo sistema di rappresentatività.
 
“Siamo stufi degli annunci – conclude – e stanchi di subire sopraffazioni, sistemi e metodi e soluzioni politiche che tendono solo, lo vediamo quotidianamente, a mettere in ginocchio economia e servizi. Rimane nostro obiettivo, quanto mai possibile, evitare di ricorrere allo sciopero generale in un settore, quale la sanità, molto significativo per i cittadini, e proclamiamo da subito lo stato di agitazione”.

22 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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