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Microbiologi. Da Amcli la proposta di un nuovo modello organizzativo “più efficiente e sostenibile”


Discussi a Torino i possibili nuovi modelli organizzativi più efficaci ed economicamente sostenibili. Un modello che passa dalla riorganizzazione delle oltre 50 strutture di microbiologia clinica che operano in Italia, occupando oltre 2000 addetti, per una spesa di circa 3 mld l'anno. Discussi anche alcuni esempi di eccellenze quali il modello Piemonte. LE LINEE GUIDA

27 MAG - La riorganizzazione delle oltre 50 strutture di microbiologia clinica che operano in Italia, occupando oltre 2000 addetti, costituisce un passo concreto nella direzione di una sanità non solo più efficiente ma, soprattutto, economicamente sostenibile. E' questo uno dei punti più significativi emersi a Torino nel corso del convegno "Il futuro della microbiologia clinica nella riorganizzazione del servizio sanitario", promosso dall'Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) con il contributo non condizionato di DiaSorin.

La microbiologia clinica costituisce un settore della medicina di laboratorio, il cui impatto complessivo nella spesa sanitaria nazionale viene stimato in 3 miliardi Euro. “Nell’ambito di una politica di riduzione tout court dei costi, sarebbe possibile incidere su voci di spesa che attengono attività ritenute non core. Ebbene, il nostro ambizioso progetto per il futuro è di far emergere il valore insostituibile che la microbiologia clinica ricopre nella medicina ospedaliera e territoriale, grazie alla riduzione dei tempi di degenza e il conseguente spostamento di pazienti in strutture diverse (si pensi alle RSA e alle lungodegenze). La microbiologia clinica è il partner nella costruzione e validazione dei percorsi diagnostico-clinico-terapeutici. Siamo convinti che tutto questo sia un valore che non debba essere disperso. Anzi: affinché esso possa estrinsecare le sue potenzialità, elevando ancora la qualità della prestazione ospedaliera e riducendo la spesa della singola prestazione, occorrono modelli organizzativi omogenei, la cui identificazione permetta ai professionisti che vi operano di porsi come partner del nuovo modello di sanità”, ha ricordato Pierangelo Clerici, Presidente Amcli.
 
Un ruolo importante nell’evoluzione della microbiologia, sia in campo clinico sia organizzativo, verrà dalle imprese a maggior capacità innovativa. Un esempio in tal senso viene da DiaSorin, la quale non solo ha saputo nel corso degli ultimi 24 mesi introdurre sul mercato 14 nuovi test ma, soprattutto, ha investito ingenti risorse in progetti di ricerca fortemente orientati ad una migliore prestazione clinica. “DiaSorin investe da sempre nella ricerca, credendo nell’eccellenza delle diverse realtà scientifiche italiane e nella fucina di giovani talenti che il nostro Paese è in grado di esprimere. Per il futuro auspichiamo una sempre maggiore collaborazione ed integrazione tra le imprese come la nostra, in grado di cogliere la sfida dell’innovazione scientifica, ed i poli di eccellenza delle microbiologia italiana. Il continuo sforzo congiunto in ricerca e sviluppo è, difatti, condizione necessaria per continuare a produrre nuovi e sempre più efficaci kit diagnostici per il mercato italiano e per quello mondiale”, ha dichiarato Ugo Gay, Vice President DiaSorin.

Nel corso dei lavori sono stati illustrati i sistemi adottati da alcuni ospedali di punta in Italia, quali il Policlinico di Milano, l’Ospedale di Treviso, l’Ospedale San Filippo Neri di Roma e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Secondo Erminio Torresani, Direttore OUC Laboratorio Centrale Fondazione IRCCS Ca’ Grande Policlinico di Milano: “Il miglioramento continuo della qualità delle prestazioni di Laboratorio, ed in particola quelle microbiologiche, rese all'utenza, sul territorio cittadino di Milano, richiede la valorizzazione ed il completo utilizzo delle professionalità presenti, si da formare un reale network di eccellenze. Un concreto coordinamento cittadino del sistema, oltre che perseguire l'obbiettivo, può comportare una maggiore efficacia clinica delle indagini effettuate ed un aumento di efficienza in termini di qualità del servizio e di impiego complessivo delle risorse, anche economiche".
 
A questo riguardo Rossana Cavallo Direttore SC Microbiologia e Virologia AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, ha ricordato come “l’attività di diagnosi microbiologica sia attualmente svolta in tre Presidi: Molinette, OIRM/S. Anna e CTO, che nel 2014 hanno effettuato complessivamente 434.721 esami in batteriologia, le epatiti ed HIV, 23.000 esami virologici, 15.000 esami per epatiti ed HIV e 281.625 in sierologia. L’obiettivo finale è di centralizzare tutta l’attività di Microbiologia presso la sede Molinette. I vantaggi che stiamo registrando grazie a questa riorganizzazione sono una maggiore copertura e pianificazione del servizio oltre ad una valorizzazione delle competenze presenti nella microbiologia a livello cittadino”.

Dal canto suo Marcello Meledandri, Direttore UOC Microbiologia e Virologia Ospedale San Filippo Neri Asl Roma, ha sottolineato come “la Regione Lazio è in questo periodo impegnata nella riorganizzazione della rete dei laboratori analisi pubblici: il piano prevede la progressiva concentrazione della medicina di laboratorio in pochi centri di riferimento (Hub). Anche la microbiologia clinica sarà a breve coinvolta da un provvedimento mirato di riordino. Il nuovo modello è basato sulla concezione della microbiologia intesa come servizio di consulenza per il clinico, fondamentale nello scenario epidemiologico corrente caratterizzato da infezioni emergenti e aumento di resistenza agli antibiotici. Viene definito un sistema di gestione a rete caratterizzato da diversi livelli di competenza scientifica, organizzativa e clinica, progettato per realizzare un uso appropriato delle prestazioni. È ribadito che microbiologia e virologia sono discipline peculiari, che richiedono una formazione specialistica dedicata e un approccio professionale specifico”.

Altra Regione che ha sperimentato questo profondo cambiamento è il Veneto. Roberto Rigoli, Direttore UOC Microbiologia Ospedale di Treviso, uno dei 5 hub della Regione, ha ricordato come “la necessità di risparmiare in ambito sanitario non vuol dire necessariamente ridurre la qualità delle prestazioni erogate. In qualche caso l’obbligo di rivedere le organizzazioni può indurre ad ottimizzare i flussi di lavoro, riducendo i costi e in qualche caso aumentando la qualità del servizio erogato. Da tempo Treviso pone attenzione alla qualità e contemporaneamente alla riduzione dei costi. I risultati sono significativi. Il costo del personale ospedaliero per singolo test erogato nel Dipartimento di Patologia Clinica dell’Ospedale di Treviso è oggi di 0,60 centesimi Euro contro una media regionale di euro 1,20. Questo è possibile mantenendo una qualità elevata come confermato dalla certificazione ottenuta recentemente dall’accreditamento canadese che ci ha riconosciuti come centro di eccellenza”.

Nella seconda sessione dei lavori, è stato sottolineato il contributo che può venire al sistema sanitario da una maggiore collaborazione tra classe medica e innovatori. Secondo Antonio Scarmozzino, Direttore S.C. Direzione Sanitaria Presidi Molinette/SGAS, "la corretta terapia antibiotica costituisce un presidio fondamentale per preservare i pazienti ricoverati da un danno conseguente a somministrazione di terapie non appropriate che possono indurre antibioticoresistenza. A tal fine la collaborazione coi microbiologi risulta fondamentale. All’interno dell’AOU è stata attivato un processo integrato (Stewardship antibiotica) che si propone di ottimizzare l’utilizzo degli antibiotici in ospedale con la collaborazione di diverse figure professionali: farmacista, igienista, infettivologo, microbiologo e clinici di varie discipline, allo scopo di ridurre l’insorgenza di resistenze microbiche locali e di contenere i costi. L’obiettivo del progetto stewardship - ha proseguito - è quello di assicurare a tutti i pazienti la terapia antibiotica empirica corretta, al giusto dosaggio, con tempistica di inizio e durata della terapie appropriate. Nell’ambito delle attività del gruppo di Evidence Base Medicine (EBM) aziendale è emersa la necessità di elaborare un manuale, ad uso dei clinici, di supporto nella prescrizione della terapia antibiotica empirica. La cooperazione e condivisione delle decisioni tra più professionisti sanitari, operanti nella medesima struttura ospedaliera ed ugualmente coinvolti nel progetto, si è rivelata un modello di governo clinico. Sono stati promossi interventi in linea con un uso prudente e razionale delle molecole tenendo presente soprattutto i dati epidemiologici locali”.

Maria Paola Landini, Direttore UOC Microbiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Sant’Orsola di Bologna, centro che svolge l’attività per tutta l’area metropolitana di Bologna (1 milione di abitanti), ha illustrato i risultati del progetto di accorpamento delle attività di Microbiologia, iniziato nell’Area metropolitana di Bologna, alla fine degli anni 90 e recentemente portato a compimento. I miglioramenti ottenuti sono sostanziali non solo nei costi (la spesa per esame è stata ridotta quasi della metà rispetto a prima), ma anche negli orari di apertura della struttura, nei tempi di risposta, nella tipologia di esami offerti ai curanti, nelle attività che vengono svolte h24, nelle attività di sorveglianza e di riferimento per l’intera Regione. Il tutto continuando a svolgere un’importante attività di ricerca e di formazione, vista l’integrazione con l‘Università di Bologna.

Secondo Valeria Ghisetti Direttore SC Microbiologia e Virologia Comprensorio Ospedaliero Amedeo di Savoia di Torino, "in un sistema sanitario con sempre meno risorse, di fronte ai continui nuovi scenari che le malattie infettive pongono e alla conseguente crescente domanda di salute, è importante per i microbiologi clinici tracciare le strategie più consone per efficaci risposte assistenziali nell'ottica di appropriatezza e di network globali di collaborazione. La riorganizzazione dei laboratori di microbiologia per essere in sintonia con le esigenze della nuova rete ospedaliera, passa attraverso la definizione di centri di Riferimento a livello regionale, come di recente realizzato dalla Regione Piemonte, per specifici aspetti diagnostici ad alta complessità' tecnologica, che interessano infezioni a forte impatto sulla salute come HIV/AIDS, tubercolosi, meningiti, febbri virali e le infezioni correlate all'assistenza. Solo tale strategia è garanzia di appropriatezza diagnostica e qualità nell'ambito di un percorso virtuoso di contenimento dei costi”.

Il progetto Amcli
Le finalità dell’azione intrapresa da Amcli sono di costituire e adottare modelli di gestione integrata con le aree clinica della diagnostica microbiologica nella continuità ospedale-territorio; definire un modello di gestione a rete caratterizzato da diversi livelli di competenza scientifica, tecnico-organizzativa e clinica; infine, definire i diversi livelli di organizzazione dei servizi per un uso appropriato delle prestazioni microbiologiche.

Cinque i parametri per realizzare una rete nazionale dei Laboratori: il bacino di utenza territoriale servito (in linea con le direttive ministeriali), le caratteristiche ospedaliere di riferimento (posti letto, tipologia attività di cura); strumentazione necessaria (presente o da acquisire); expertise esistente del personale e sue capacità di sviluppo; evidenze costo-efficacia.

Il raggiungimento di questo obiettivo permetterà non solo di migliorare l’accuratezza e l’efficacia dei trattamento curativi erogati al singolo paziente. Si otterrà anche una migliore allocazione delle risorse, garantendo sempre come primario l’intervento diagnostico sul paziente e, al tempo stesso, creando le migliori condizioni affinché il microbiologo possa operare ed esprimere al meglio la propria professionalità.  

27 maggio 2015
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