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Ospedali: -41% di spesa con il farmacista di reparto


Con il farmacista in corsia, tagli netti alla spesa farmaceutica e agli errori di prescrizione, somministrazione, preparazione e monitoraggio del farmaco in ospedale. Il risultato è stato ricordato stamani, in occasione dell'inaugurazione del corso post lauream per la formazione del farmacista di reparto avviato dalla facoltà di Farmacia dell'Università di Bari.

18 FEB - Una riduzione della spesa farmaceutica pari al 41% ma anche una diminuzione del 70% degli errori clinici relativi a prescrizione, somministrazione, preparazione e monitoraggio del farmaco in ospedale. É questo il lusinghiero bilancio dell'introduzione della figura del farmacista di reparto registrato dall'Azienda ospedaliera San Giovanni Battista, Molinette di Torino. Ad illustrarlo è stato Francesco Cattel, dirigente farmacista Area Farmacia clinica dello stesso ospedale, nell'ambito del convegno con il quale è stato inaugurato a Bari il Corso post laurea per la formazione del farmacista di reparto, attivato dalla facoltà di Farmacia dell'Università barese in collaborazione con la Sifo Puglia, la Società italiana di Farmacologia, l’Agenzia regionale sanità Puglia e con il supporto di Teva Italia e Bristol-Myers Squibb Italia.
Oltre a quella di Torino sono in corso nel nostro Paese altre sperimentazioni che vedono protagonista questa figura professionale. Dell'esperienza dell’ISMETT, l'Istituto mediterraneo per i trapianti e le terapie ad alta specializzazione di Palermo, ha riferito Piera Polidori, dirigente del Dipartimento di farmacia clinica. Il Dipartimento, come ha ricordato, è nato con l’apertura dell’Istituto nel 1999 "allo scopo di contribuire, all’interno di un gruppo multidisciplinare, alla centralità del paziente e all’ottimizzazione della terapia farmacologica in termini di sicurezza, appropriatezza, efficacia e controllo dei costi". In pratica, all'interno della struttura, unica in Italia, i farmacisti controllano la gestione del farmaco attraverso una verifica informatizzata delle prescrizioni 24 ore su 24, oltre alla preparazione delle terapie in dose unitaria, per evitare sprechi, allestite dai tecnici di farmacia o controllate attraverso gli armadi informatizzati.
Il corso della facoltà di Farmacia di Bari, come ha spiegato Cosimo Damiano Altomare, direttore del Dipartimento Farmaco-Chimico dell’Università di Bari “Aldo Moro” "punta a perfezionare la preparazione professionale dei farmacisti ospedalieri, affinché possano entrare autorevolmente a far parte di team multidisciplinari (medico, infermiere, farmacista) nei reparti ospedalieri". "Il farmacista nei reparti – ha aggiunto – può essere di aiuto nella scelta appropriata dei farmaci, dei dosaggi più adeguati alle esigenze del singolo paziente, della riduzione del rischio di interazione tra farmaci. Si pensi, per esempio, al caso delle politerapie tipiche del trattamento del paziente anziano. Il professionista può fornire strumenti di valutazione costo-efficacia, condividere con il medico modifiche di terapia farmacologica, fornire un servizio di informazione scientifica sui farmaci indipendente. In estrema sintesi, il farmacista può contribuire a migliorare la qualità delle cure, razionalizzandone i costi”.
Michele Lattarulo, segreterio regionale della Sifo, dal canto suo ha illustrato la funzione svolta dal farmacista di reparto, negli ospedali di Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele, dove questi "diventa consulente del medico all’interno del reparto: la maggior parte dei Paesi occidentali ha identificato nel farmacista di reparto una figura professionale in grado di affrontare le criticità in ambito clinico con particolare attenzione all’appropriatezza prescrittiva, al rischio clinico ed alla corretta allocazione e gestione delle risorse nel campo del farmaco". "Questa figura, quindi – ha concluso –va considerata come "qualificato “consulente” al fianco del medico e non come nuova individualità nel contesto assistenziale. Se le grandi potenze economiche europee e d’oltreoceano hanno puntato su questa professionalità, sostenendone i costi, è corretto ritenere che la risorsa del farmacista clinico di reparto rappresenti un reale investimento anche per la sanità italiana”.

 

18 febbraio 2011
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