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Abusivismo. Approvata delibera Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Biologi contro “avanzamento di alcune pseudo professioni”


Ci sono casi, sottolinea il presidente Ermanno Calcatelli, “in cui non è corretto parlare di concorrenza, ma di vero abuso”. E ricorda come “per esempio sono in corso diversi procedimenti penali, aggiunge, “nei confronti dei dietisti che si sono messi a fare diete in totale autonomia dimenticando dell’esistenza della prescrizione medica”. 

15 OTT - Il Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Biologi ha deliberato di inasprire ancora di più la lotta all’abusivismo della professione. I settori in cui emergono i maggiori illeciti sono quelli della nutrizione, dell’igiene e sicurezza degli alimenti e dell’ambiente. “Avanzano alcune pseudo professioni – spiega il Presidente Ermanno Calcatelli - che tentano di affiancarsi alle professioni regolamentate. In questi casi, non è corretto parlare di concorrenza, ma di vero abuso. Tant’è che un ‘naturopata’ è stato condannato per abuso della professione di biologo e di medico perché nel suo studio elaborava diete ed eseguiva test sulle intolleranze alimentari”.

Sono in corso diversi procedimenti penali, aggiunge, “nei confronti dei dietisti che si sono messi a fare diete in totale autonomia dimenticando dell’esistenza della prescrizione medica. Stesso discorso per quanto riguarda il fantasioso diploma di etologo alimentare e il diploma o attestato di consulente nutrizionale. E non finisce qui. Ci sono personal trainer ed estetisti che raccomandano integratori e altre bombe proteiche e ormonali”.
Il Senato ha intanto approvato un disegno di legge che introduce pene severe per chi mette in pericolo la salute pubblica, con la reclusione fino a due anni e con la multa da 10 a 50mila euro. La condanna comporta la confisca delle attrezzature utilizzate e, nel caso di una professione sanitaria, è prevista la reclusione da sei mesi a due anni e fino a quattro anni di reclusione in caso di lesioni gravissime.

“Auspichiamo che l’iter legislativo giunga a termine in breve tempo e possa veramente essere incisivo su questa ‘patologia’ professionale - spiega Pierluigi Pecoraro, Consigliere e Delegato Nazionale alla Nutrizione Onb - Per consigliare o suggerire uno specifico integratore alimentare o dare indicazioni sulla corretta alimentazione, di un singolo individuo, è necessario conoscere la comune dieta e quindi l’intake nutrizionale del soggetto stesso, attraverso strumenti tecnico/professionali propri dell’inchiesta alimentare e dell’analisi nutrizionale che rientrano nel complesso delle attività professionali proprie del Biologo Nutrizionista e cioè della valutazione dei bisogni energetici e nutritivi finalizzati anche alla determinazione della dieta ottimale quale strumento per il miglioramento dello stato di salute e del benessere”.

“L’abusivismo non è più tollerabile – prosegue Pecoraro - anche perché chi rischia di più è il cittadino, che ignaro dei pericoli che possono celarsi dietro una dieta o un consiglio sbagliato mettono a repentaglio la prioria salute. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto di recente, firmando un DPR, il primo aprile 2015, nel quale si conferma la competenza del Biologo in materia di Nutrizione ed elaborazione/determinazione di diete, così come previsto dal Parere del Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della salute del 2011, che definisce le competenze anche per altri Professionisti riservando tale attività al Biologo, al Medico, al Dietista che necessità della prescrizione medica”.
Quello del 2016, traccia la tabella di marcia Pecoraro, per l’Ordine Nazionale dei Biologi, sarà l’anno dedicato al contrasto dell’esercizio abusivo della professione di Biologo Nutrizionista con azioni concrete come:
- Comunicazione attraverso i media;
- Affissione di manifesti informativi nei comuni per pubblicizzare e mettere in guardia l’utenza;
- Nomina di Biologi referenti nei comuni italiani per combattere in maniera capillare l’abusivismo;
- Proposta di protocollo di intesa con il Nucleo antisofisticazioni (Nas) dei Carabinieri;
- Attivazione di uno sportello di denuncia, preservando l’identità del segnalatore;
- Opera di sensibilizzazione presso le Asl.

È intenzione del Consiglio dell’Ordine chiedere al Ministero della Salute, a Federsanità e all’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, di sostenere queste iniziative. “Come è evidente - conclude Calcatelli - si tratta un lavoro duro cui tutta la categoria sarà chiamata a collaborare. Ma ne va della salute dei cittadini e della tutela della nostra professione”.
 

15 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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