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Smi: no alle ambulanze con infermieri e senza medici


Secondo il Sindacato a gestire i codici rossi delle ambulanze con a bordo solo gli infemieri sono spesso i medici di Continuità Assistenziale. “Un uso improprio dei medici di questo settore” che, “peraltro, in quelle situazioni non godono neanche di copertura assicurativa”.

15 APR - Sia ripristinata la non sostituibilità del medico di 118 con quello di Continuità Assistenziale e l'importanza della presenza del medico del 118 nelle ambulanze. A chiederlo sono i comitati nazionali di settore Continuità Assistenziale ed Emergenza Sanitaria Territoriale (118) del Sindacato dei medici italiani (Smi), che in una nota congiunta sottolineano le criticità della rete territoriale e ospedaliera. “Siamo preoccupati dalla scelta di molte Regioni d'Italia di aumentare le ambulanze non medicalizzate (cioè senza medico)- afferma Pina Onotri , responsabile nazionale Smi Continuità assistenziale -  ma anche dalla carenze di organico nel 118. Sempre più spesso, infatti, i codici rossi vengono gestiti dai medici di Continuità Assistenziale, a supporto di ambulanze con soli infermieri a bordo. E’ bene ricordare che questo è un uso improprio dei medici di questo settore, che invece hanno una funzione chiara nel contesto delle cure primarie, assicurando prestazioni non differibili, in sostituzione del medico di famiglia quando questi non lavora e cioè la notte i festivi e i prefestivi. Ricordiamo – aggiunge Onotri - che i medici di Continuità Assistenziale che, per gioco forza , sono costretti ‘a salire’ sulle ambulanze per non abbandonare il paziente in condizioni critiche, non godono neanche di copertura assicurativa”.
 
D’altro canto, sottolinea Fabiola Fini, responsabile nazionale 118 settore convenzionato dell'emergenza-urgenza, “l’Emergenza Sanitaria Territoriale ha una formazione e un aggiornamento diverso” e “confondere i due ruoli può diventare pericoloso per il paziente, che riceve una risposta non congrua al bisogno del momento ed espone i colleghi di continuità assistenziale a rischi di natura medico legale”.
Ma il vero nodo è anche un altro per lo Smi: “E' necessaria una più generale implementazione della rete territoriale -  continua Fini – al fine di dare garanzie del cittadino, anche in relazione anche alla riorganizzazione/chiusura di molti ospedali. Anche in questa ottica non è accettabile che nelle ambulanze non siano presenti i medici” .
La responsabile nazionale del 118, poi, interviene su un altro tema caldo: “E’ indispensabile ridurre l'esternalizzazione del servizio, effettuato da alcune regioni”, ma anche “implementare la trasformazione dei contratti ‘anomali’ presenti  sul territorio nazionale nel settore 118, riconducendoli tutti ad un unico rapporto di lavoro, anche di tipo parasubordinato. Anche così si contribuisce a migliorare il servizio che si offre al cittadino”.
 

15 aprile 2011
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