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“Facciamo chiarezza: l’H16 non ci sarà nel weekend. E la notte si potrà contare solo sul 118. Quest’Atto d’indirizzo penalizza l’assistenza dei cittadini”. Intervista a Massimo Cozza (Cgil)

di Luciano Fassari

Il segretario della Cgil Medici fa le pulci al documento. “Nel testo non sono tutelate le specificità dei territori. Pensiamo a zone rurali, montagne e isole: i cittadini rimarranno senza il filtro del medico”. E poi critiche anche sul ruolo unico: “Si cambia il nome ma si distingue sempre tra medici di serie A e di serie B”. E infine rilancia: "Ma dov'è finito il principio dell'H24 su cui tutti si era d'accordo? Mi spieghino perché è meglio l'H16".

18 APR - "Pensiamo alle isole, alle zone rurali o ad una zona montagnosa per esempio. Oggi in quelle zone c’è una postazione di guardia medica che è un punto di riferimento per il cittadino dalle 24 alle 8. Ecco, con il nuovo Atto d’indirizzo non ci sarà più, come non ci sarà più dalle 20 alle 8 il sabato e la domenica”. Così il segretario della FpCgil Medici, Massimo Cozza in quest’intervista disegna le criticità del sistema di assistenza territoriale basata sulle 16 ore prevista dal nuovo Atto d’Indirizzo per la medicina generale, e chiarisce la posizione del sindacato che è intervenuto nei giorni scorsi anche come Cgil nazionale e Fp Cgil.
 
Ma non solo scenari Cozza rileva anche l’H16 non sarà 7 giorni su 7: “Facciamo chiarezza: l’H16 funzionerà solo 5 giorni su 7 mentre il sabato e la domenica ci sarà l’h12”. E poi fa notare come nel testo “non c’è scritto” da nessuna parte che saranno salvaguardate le specificità regionali.
 
Dottor Cozza, non vi piace proprio questo nuovo Atto d’indirizzo. Tutto il Sindacato (Cgil, FpCgil, FpCgil Medici) lo ha bocciato. Cosa vi preoccupa di più?
Sicuramente il rischio di caos e di seri problemi per l’assistenza notturna per i cittadini. C’è una forte preoccupazione di tutti i lavoratori del sindacato che questa riduzione dell’assistenza che dovrebbe essere fornita dalla medicina generale possa essere penalizzante. Per anni tutto il mondo della sanità (e non solo) compresi noi ha sostenuto il principio del medico di medicina generale h24. Lo slogan era 7 giorni su 7 per 24 ore al giorno. Ecco che improvvisamente l’h24 viene abbandonata per l’H16. Probabilmente, o per anni è stato preso un abbaglio o qualche problema c’è. Noi continuiamo a credere nell’h24 e mi devono spiegare perché l’h16 è meglio.
 
Quali pericoli ci sono con l’H16 con l’assistenza notturna affidata al 118?
Andiamo sul pratico. Pensiamo alle isole, alle zone rurali o ad una zona montagnosa per esempio. Oggi in quelle zone c’è una postazione di guardia medica che è un punto di riferimento per il cittadino dalle 24 alle 8. Ecco, con il nuovo Atto d’indirizzo non ci sarà più, come non ci sarà più dalle 20 alle 8 il sabato e la domenica. Non pensiamo alle grandi città dove il servizio è meno utilizzato. Ripeto, pensiamo ai paesi di montagna, alle isole, o alle campagne. E poi facciamo chiarezza: l’H16 funzionerà solo 5 giorni su 7 mentre il sabato e la domenica ci sarà l’h12.
 
In questo senso il coordinatore della Sisac Pomo ci ha assicurato che saranno garantite le specificità regionali.
Sì, ma non è scritto nell’Atto d’indirizzo.
 
Sempre sul sovraccarico del 118. In che modo potrebbe andare in tilt la notte?
Si dice che di notte ci sono meno accessi ma credo che il diritto alla salute dei cittadini vada garantito pure nelle isole o in montagna o nelle zone disagiate. Detto ciò con il modello proposto si dovrebbe in ogni casi ristrutturare tutto il servizio di 118 facendogli svolgere anche le funzioni di guardia medica e bisognerà assumere persone che svolgano questa funzione. Se così non fosse, e che il 118 sarà riorganizzato nell’Atto d’indirizzo non c’è scritto, e si lascia tutto così com’è sarà il caos.
 
Ci faccia un esempio?
Sto male, ho un mal di pancia e voglio essere visitato. Sicuramente l’infermiere è in grado di fare un triage iniziale ma il medico per una visita a casa non ci sarà più. A questo punto partirà un’ambulanza  mi trasporterà al Pronto soccorso per un caso che sarebbe potuto essere risolto benissimo da un medico di guardia medica con una visita domiciliare. Insomma non ci sarà più il filtro solo del medico che oggi con la guardia è doppio, sia telefonico che della visita domiciliare. Con il 118 avremo un filtro solo infermieristico, che va bene è prezioso, ma mancherebbe un filtro medico e soprattutto della visita domiciliare. Chi la farà? Ricordiamoci le zone disagiate. Il rischio come le dicevo è che ci saranno più accessi impropri al pronto soccorso.
 
Sull’attivazione del numero 116117 per le richieste di assistenza non urgenti?
Bene, ma non possiamo pensare tutto si possa discernere con una telefonata. Ma a parte questo facciamo chiarezza. Oggi se una persona ha bisogno di essere visitata c’è la guardia medica, se quest’Atto d’indirizzo dovesse realizzarsi si dovrà andare al Pronto soccorso con il rischio di accessi inappropriati e di aver mobilitato un’ambulanza. Questo è il vero pericolo senza considerare come il cittadino sarà sempre più portato ad accedere direttamente al Pronto soccorso nelle ore notturne.
 
Altra vostra critica è quella che modifica il rapporto ottimale medico/paziente?
Viene demandata alle Regioni l’individuazione del rapporto ottimale. E non siamo d’accordo. In questo paese c’è un problema di frammentazione delle cure e riteniamo che al cittadino vada garantito a livello nazionale un medico di medicina generale che abbia la disponibilità di tempo di poterlo seguire. E calcolare il tempo dedicato all’assistenza può essere fatto solo in base ad un numero di medici in rapporto alla popolazione. Le dirò di più, per noi già oggi il massimale di 1.500 pazienti è troppo altro e andrebbe abbassato. Ma ripeto a ogni cittadino italiano devono essere garantiti gli stessi diritti.
 
Tra i problemi che avete segnalato anche quelli legati al ruolo unico…
Da sempre abbiamo detto che va superata in medicina generale la differenza tra i medici di serie A e quelli di serie B. Il medico di medicina generale che supera il corso è poi abilitato a svolgere nell’interezza il suo ruolo. Quindi, è ovvio con tempi e gradualità, si deve arrivare al punto che quando si entra in Medicina generale si devono poter svolgere sia la funzione di punto di riferimento per alcuni cittadini sia la funzione di attività territoriale all’interno dei distretti. Tutti i medici devono avere pari dignità mentre questo Atto, cambia il nome ma distingue sempre in due categorie i professionisti (medici a ciclo di scelta e medici a rapporto orario ndr.). Per noi ripeto il ruolo dev’essere unico veramente.
 
Insomma, salvate qualcosa di quest’Atto?
La parte positiva è che finalmente si dovrebbero riaprire i tavoli per le convenzioni anche se è mitigato dal Def e dal fatto che non ci sono investimenti e men che meno per la programmazione dei rinnovi con il rischio che, di quello di cui stiamo parlando, non rimanga che un discorso etereo perché non ci sono risorse.
 
Luciano Fassari

18 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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