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38° Congresso nazionale Sifo. Vella (Aifa): “Aids esempio paradigmatico per sconfiggere le diseguaglianze di salute”


Con la lectio magistralis “Dall’Aids alla salute globale: un modello per l’accesso universale ai farmaci” il presidente di Aifa ha ricordato come partendo dalla lotta all’Aids si possa arrivare a garantire cure ovunque nel mondo e diminuire le diseguaglianze globali di salute. Anche perché  il mondo “non sta bene”

24 NOV - “Il mondo non sta bene, malgrado l’aumento straordinario delle aspettative di vita dai primi del 900, grazie a fattori igienici favorevoli e fattori sociali, economici e ambientali. E poi naturalmente grazie alla medicina che ha funzionato. E non sta bene perché ci sono ancora grandi diseguaglianze di salute. Non c’è la Salute Globale, soprattutto nel sud del mondo dove l’eccesso alle cure è interdetto. Terre dove la povertà porta ad ammalarsi di più. Perché la povertà è la causa di tante malattie. E le persone marginalizzate sono le più colpite dalle diseguaglianze di salute, pensiamo ai carcerati, ai tossicodipendenti, agli omosessuali che in tante regioni del mondo sono criminalizzati. In questo contesto troviamo l’Aids, un modello per affrontare le diseguaglianze”.
 
Così Stefano Vella, Presidente di Aifa che, con la lectio magistralis “Dall’Aids alla salute globale: un modello per l’accesso universale ai farmaci” presentata in occasione della giornata di apertura al 38° Congresso nazionale Sifo, ha catturato e conquistato la platea dei farmacisti ospedalieri.
 
“L’Aids è stata la prima causa di morte di tantissimi giovani dall’1981fino al 1996 quando il trend di mortalità si è invertito – ha ricordato – e oggi quelle morti non le vediamo più grazie ai farmaci antiretrovirali”. Ma la grande svolta è arrivata nel 2000 quando in qualità di Presidente dell’International AIds Society ha lavorato attivamente per promuovere l'accesso al trattamento e alle cure nel Sud del Mondo portando la grande Conferenza sull'Aids a Durban. Una pietra miliare nella lotta contro le diseguaglianze, un punto di partenza per raggiungere l’accesso universale alla terapia.

“Dopo la Conferenza mondiale Durban, organizzata nonostante le perplessità di molti, è nato il fondo globale per contrastare l’Aids – ha aggiunto – e oggi abbiamo 20 milioni di persone in trattamento e possiamo portare le cure a tutti, nonostante ci siano ancora 2 milioni di nuove infezioni ogni anno. L’Aids ha fatto nascere l’attivismo per contrastare le malattie. Hanno preso le mosse dalla lotta all’Aids le battaglie sul prezzo dei farmaci. È un modello paradigmatico di come si può arrivare a garantire l’accesso alle cure ovunque nel mondo. L’agenda della salute globale un’area di ricerca che si occupa della salute di tutta l’umanità e delle persone più fragili è fitta di impegni da qui al 2030. Ma quello che bisogna fare è diminuire le diseguaglianze globali di salute e dare una copertura di salute per tutti”.

24 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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