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Specialistica ambulatoriale. Magi (Sumai): “Ci saremmo aspettati maggiori risorse per convenzione”


"Ci saremmo aspettati maggiori risorse da governo e regioni per la presa in carico specialistica dei malati cronici, per l’abbattimento delle liste di attesa e per evitare l’accesso improprio ai pronto soccorso. Ma evidentemente la politica ha altre priorità". Questo il commento di Antonio Magi Segretario Generale del Sumai Assoprof, dopo l’incontro avuto con la Sisac per il rinnovo dell’Acn e la firma del pre accordo.

01 MAR - “Per adesso abbiamo sottoscritto il verbale e la pre-intesa sul testo della bozza di Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con gli Specialisti Ambulatoriali Veterinari e le altre Professionalità Sanitarie (Biologi, Psicologi e Chimici) per il periodo 2010-2015 (pari all’indennità contrattuale già corrisposta ai dipendenti del Ssn) e per i medici specialisti ambulatoriali interni, medici veterinari e professionisti sanitari (biologi, chimici, psicologi)”. Così Antonio Magi Segretario Generale del Sumai Assoprof, commenta l’incontro che le organizzazioni di categoria hanno avuto con la Sisac.
 
“Inoltre per la partecipazione alla realizzazione degli obiettivi primari di politica sanitaria nazionale (Piano Nazionale della Cronicità, Piano nazionale Prevenzione Vaccinale, Accesso improprio al Pronto Soccorso, Governo delle liste di attesa e appropriatezza) e a seguito dell’adozione degli elenchi delle specializzazioni valide per l’accesso agli incarichi verranno corrisposti gli arretrati relativi agli anni 2016 e 2017 (pari all’indennità di vacanza contrattuale già corrisposta ai dipendenti del SSN con l’aggiunta però anche degli arretrati derivanti dagli incrementi previsti per gli anni 2016-2017)”.
 
“Il nostro sindacato, come sigla maggiormente rappresentativa sarà riconvocato con gli altri per concludere l’iter procedurale di ratifica del documento integrativo di aggiornamento dell’atto di indirizzo per la medicina convenzionata approvato dal comitato di settore delle Regioni il 19 febbraio scorso”.
 
“La Sisac – commenta ancora il Segretario Generale degli Specialisti Ambulatoriali – che ha poi accolto tutte le modifiche proposte dal Sumai, presentate prima della riunione in un documento precedentemente inviato alla Struttura, come la perequazione della quota degli incarichi a tempo determinato unificando le tabelle per i medici chirurghi e veterinari con quella dei professionisti (biologi, chimici, psicologi). Su proposta del solo Sumai Assoprof vi è inoltre l’impegno, da parte della Sisac, alla successiva definizione del futuro accordo economico, di favorire, oltre al previsto incremento economico del 3,18% fino al raggiungimento del 4,23% a regime, il ricambio generazionale indispensabile per risolvere la carenza prevista di specialisti nel territorio oltre di modificare alcuni articoli del vigente Acn che hanno creato in questi due anni di applicazione alcune problematiche per la loro attuazione pratica”.
 
“Dopo 8 anni di blocco dei contratti, in cui non è mai mancato il grande impegno da parte dei nostri specialisti medici e professionisti che lavorano per superare le tante difficoltà (dovute ai tagli lineari ed al blocco del turnover a fornire prestazioni specialistiche per evitare le liste di attesa negli ambulatori territoriali, a casa dei pazienti, nelle carceri, nei pronto soccorso, nei consultori e nei Dsm evitando la chiusura di molti reparti ospedalieri italiani, nei macelli, nei mercati, nelle aziende zootecniche garantendo tutti i giorni la sanità animale e alimentare), ci saremmo aspettati maggiori risorse da parte del governo e delle regioni rispetto a quello che sembra essere a noi destinato per la presa in carico specialistica dei malati cronici, per l’abbattimento delle liste di attesa e per evitare l’accesso improprio ai pronto soccorso".
 
"Ma evidentemente – conclude Antonio Magi – la politica ha ritenuto prioritarie, investendo miliardi di euro, altre necessità della popolazione invece di mettere in sicurezza il Ssn, proprio in occasione del 40° della legge 833/78, un servizio che non garantisce più in modo uguale ed universale la sanità a tutti i cittadini italiani indipendentemente dal reddito e dall’occupazione”.

01 marzo 2018
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