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Decreto liberalizzazione e farmacie. Parafarmacie deluse


“Giudizio negativo” da parte delle associazioni di parafarmacia sul nuovo testo del decreto liberalizzazione varato ieri pomeriggio dal Consiglio dei Ministri. “Il positivo aumento del numero delle farmacie non è sufficiente per aumentare la concorrenza nel settore”.

22 GEN - Le associazioni di parafarmacia hanno accolto con delusione il nuovo testo del decreto liberalizzazione approvato ieri in Consiglio dei Ministri. Ecco le reazioni di Essere Farmacisti, del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e di Omnisalus.


Essere Farmacisti: “L’unica soluzione è la prelazione e riserva delle nuove farmacie ai titolari di parafarmacia”
"Negativo” il giudizio di Alessandro Mazzacca, presidente di Essere Farmacisti, l'associazione nazionale di farmacisti titolari di parafarmacia, sul Decreto Legge varato ieri dal Cdm. "Il testo – afferma Mazzacca -  conferma e peggiora le indiscrezioni dei giorni scorsi, oltre al danno si aggiunge la beffa: niente fascia c , possibilità nulle di vincere le farmacie a concorso e per giunta la concorrenza stessa delle nuove farmacie che apriranno nelle zone in cui operano già le nostre parafarmacie. L'unica soluzione, a questo punto, è prevedere la prelazione e la riserva delle nuove sedi per i farmacisti titolari di parafarmacia”.
E Aldo Frasso, vice presidente dell'associazione, rincara la dose: "In un momento di crisi sarebbe assurdo dilapidare e distruggere il patrimonio economico , professionale e occupazionale creato in questi anni dai giovani farmacisti che hanno investito nelle loro attività. Siamo già titolati e pronti sul territorio a migliorare la capillarità del servizio anche come farmacie vere e proprie. Abbiamo trasmesso già le nostre proposte al Ministro della Salute Balduzzi e ai principali partiti che appoggiano il Governo e – conclude Frasso - abbiamo speranza che vengano recepite come emendamenti durante l'iter di conversione in legge."
 

Mnlf: “Non aumenta la concorrenza e tanto meno lo spazio per i giovani”
“Il provvedimento appena varato del Governo sulla farmaceutica non aumenta la concorrenza nel settore e, al contrario di quanto affermato dal premier, lascia inalterato lo spazio per i giovani, ovvero lo zero assoluto”. Ad affermarlo è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, secondo il quale “il positivo aumento del numero delle farmacie, che dovremmo verificare se resisterà durante il passaggio parlamentare perché già oggetto di attacco da parte della corporazione dei titolari di farmacia, non è sufficiente per aumentare la concorrenza nel settore”.
“La raccomandazione di alcune settimane fa dell’Antitrust favorevole alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C non è stata ascoltata dal Governo – continua la nota del Mnlf - e così le raccomandazioni di numerose associazioni dei consumatori. I vantaggi in termini economici per i consumatori non ci saranno. Le esperienze maturate nel passato (decreto Storace) insegna che senza il confronto pro-concorrenziale tra due diverse reti  distributive non si abbassano i prezzi e non ci sono sconti da parte degli operatori appartenenti ad una stessa rete”.
Per quanto riguarda i giovani, secondo il Mnlf “l’effetto che si otterrà sarà l’esatto opposto: i giovani non riusciranno ad ottenere le nuovi sedi farmaceutiche e continueranno a rimanere ai margini della professione”.
Riguardo alle ultime modifiche apportate alla precedente bozza, ovvero la cancellazione del paragrafo che imponeva la vendita dei farmaci di fascia C qualora l’80% delle sedi non fossero state assegnate, “esse sono l’emblema di una ‘sudditanza’ del potere politico agli interessi delle lobby operanti nel nostro Paese”.
“La valutazione più bassa per i farmacisti che hanno operato in parafarmacia rispetto ai loro colleghi che operano nelle farmacie è uno ‘schiaffo’ insopportabile” aggiunge il Mnlf dicendosi pronto a “continuare la lotta per liberare questo settore dai privilegi corporativi. Il Governo e le personalità che ne fanno parte, per la loro storia e per quanto dichiarato in passato hanno deluso”.
 
Omnisalus: “Chiediamo concorsi a tre corsie”
Graduatorie a corsie separate per dividere equamente nuove sedi tra  titolari di farmacia rurale, farmacisti collaboratori e titolari di parafarmacia. È la proposta che arriva da Omnisalus dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto sulle liberalizzazioni. Per Omnisalus, “contraria a ogni ipotesi di ripristino delle vecchie logiche perverse per aiutare il capitale e le grosse lobby del mercato”, questa può essere "l'occasione per cercare in altre direzioni una via d'uscita al problema parafarmacie”.
"Pensiamo che una situazione straordinaria come la nostra - afferma il presidente della sezione parafarmacie dell'associazione, Giancarlo Stival - non possa che essere gestita da norme transitorie e non ordinarie". Ed ecco dunque la proposta: concorsi e graduatorie separate per rurali, collaboratori e titolari di parafarmacia fino al raggiungimento del numero di sedi disponibili titolari di parafarmacia non collegate né a farmacie né a corner e né a gestione mista e né a catene. "Ogni categoria - prosegue Stival - accederà alla graduatoria per le nuove sedi con criteri differenti e bilanciati in base alle effettive realtà titolari di parafarmacia con gli obblighi di legge dei titolari di farmacia previsti con diritto di prelazione, rurali,dipendenti già presenti nel Ssn". "In particolare -- continua Stival - per i titolari di parafarmacia  conteranno l'anzianità di lavoro e l'ordine di assegnazione di codice univoco per la tracciabilità del farmaco assegnato dal ministero della Salute. Inoltre potranno accedere alla graduatoria esclusivamente i farmacisti che sono abilitati alla professione e risultano titolari di parafarmacia come ditta individuale o in società con soli farmacisti abilitati”. In base alla proposta di Omnisalus, quindi, le sedi in via di assegnazione verranno ripartite "come norma transitoria per evitare che il passato ritorni con le sue sfaccettature più meschine e di ambiguità professionale come quello delle parafarmacie private" - conseguenza, secondo Stival, di "una legge dello Stato nata male" -, che "creerebbero, come hanno creato fino ad ora, solo condizioni di disagio sia per il farmacista titolare di parafarmacia, non riconosciuto nel  Ssn (e nemmeno come valutazione del  suo percorso formativo)". Secondo il presidente di Omnisalus, in definitiva, "occorre regolarizzare anziché perseguire una lotta politica inutile quanto dannosa per tutti e senza alcun fine sanitario e né salutistico per i pazienti malati. Il governo Monti deve risolvere e non produrre distorsioni".
Secondo Stival, insomma, "i dipendenti di farmacia non hanno nulla di cui lamentarsi: le sedi ora ci sono e concorrano con le regole che già esistono dentro il Ssn. I rurali hanno la loro farmacia. Gli unici che devono trovare una normativa specifica, ma che sia solo sanitaria, siamo noi farmacisti titolari in parafarmacia. Chiediamo la non equiparazione nostra ai dipendenti di farmacia perché non lo siamo avendo investito su una legge dello Stato che doveva tutelarci e che invece ci ha discriminato. Si chiuda questo capitolo, nato male e che può solo finire peggio. Non abbia paura il governo Monti di capire come stanno le cose e di risolverle".
Quanto agli incentivi per i giovani, Stival afferma che “i giovani siamo noi. Anche i cinquantenni siamo tra coloro che attendono la riforma e che non sono stati con le mani in mano come altri .Noi siamo i veri giovano, solo con qualche esperienza in più. Favorire i giovani laureati che devono ancora imparare cosa significa essere al mondo (la cosiddetta gavetta ) – aggiunge il presidente di Omnisalus -per noi è un semplice abuso con vecchie logiche politiche pubblicitarie. Ci chiediamo se il presidente Monti appena  fresco di laurea ha potuto diventare immediatamente presidente del Consiglio. E lo stesso vale per i ministri che lui presiede con saggezza. Si chiuda quindi con il passato per vedere un futuro migliore”.
 

22 gennaio 2012
© Riproduzione riservata

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