Congresso Fadoi: “Epidemia occasione per migliorare il modo di lavorare negli ospedali”
Ha preso il via sabato l’assise annuale dei medici internisti. Speranza: “Le esperienze nei reparti di medicina interna occasione per un approccio di cura multidisciplinare”. Sileri: “Accertamenti diagnostici per i pazienti post-Covid ticket esenti”.
28 SET - “Le medicine interne hanno gestito il 70% dei pazienti Covid durante questi mesi di emergenza”, ha ricordato il Presidente Fadoi,
Dario Manfellotto. “Ma l’epidemia ha rappresentato anche una grande opportunità di innovazione organizzativa dei nostri ospedali, dove il modello tradizionale di organizzazione dipartimentale è stato superato dal lavoro di equipe interdisciplinari coordinate quasi sempre dai medici internisti”. “Una scelta non casuale – prosegue Manfellotto- perché nell’epoca della medicina spezzatino la capacità di uno sguardo a 360 gradi sul corpo del paziente ha consentito di gestire al meglio gli attacchi multiorgano portati dall’infezione da Sars-Cov 2, superando al contempo gli steccati che ancora spesso dividono le specialità mediche”.
Un modo di ripensare il lavoro in ospedale del quale far tesoro anche per il Ministro della salute,
Roberto Speranza. “Le esperienze maturate nei reparti di medicina interna durante la pandemia – ha affermato nel suo messaggio ai congressisti- devono essere un’occasione di riflessione sull’importanza e la centralità di un approccio di cura multidisciplinare. Necessario ad affrontare in modo efficace anche l’enorme impatto che le patologie croniche hanno sul nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
Sulla fase 3 degli ospedali si è soffermato invece il Vice Ministro della Salute,
Pierpaolo Sileri. “Il blocco delle prestazioni ordinarie che si è verificato durante l’emergenza ha lasciato indietro un milione di interventi chirurgici e un numero ancora maggiore di accertamenti. Purtroppo ancora oggi l’attività ordinaria resta limitata e stiamo lasciando indietro troppi pazienti”. “Per questo -ha aggiunto- l’esperienza clinica dei medici internisti sarà essenziale per velocizzare la ripresa in carico di questi pazienti, utilizzando anche telemedicina e digitalizzazione della sanità, che si sono rilevate preziose nella gestione della pandemia”. Poi la proposta. “I medici internisti ospedalieri hanno avviato a macchia di leopardo in diverse regioni servizi di day hospital per il controllo periodico degli ex ricoverati Covid. Come Ministero favoriremo questi percorsi finanziandoli affinché siano ticket esenti per chi dovrà sottoporsi a una lunga serie di accertamenti periodici”.
Durante i lavori è intervenuto anche Monsignor
Vincenzo Paglia, da poco nominato dal Ministro della Salute alla guida della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. E proprio sulla nomina Paglia ha evidenziato come “nel rispetto delle diversità auspico che l’alleanza sia virtuosa e fruttuosa”. “La Commissione – ha evidenziato - non gestisce nulla, deve solo pensare e formulare proposte raccogliendo le idee di persone di diversa estrazione e specialità per immaginare un nuovo paradigma di cura per gli anziani. E in questo senso sarà importante un confronto con Fadoi per arricchire questo lavoro non semplice e molto ambizioso”.
“Vivo a Ginevra perché l’Oms – ha detto
Ranieri Guerra Assistant Director dell’Oms nel suo intervento al Congresso - sta lì e ho dovuto prendermi cura di molti compatrioti che sono stati ricoverati. Ebbene permettetemi di dire che ho rimpianto il Medico internista italiano per come riesce a gestire l’ignoto, un virus sconosciuto che si abbatte come un uragano sui sistemi sanitari e che si affida alla capacità anche d’inventare rispetto a chi ragiona solo per protocolli senza riuscire a capire chi ha davanti”.
Guerra ha poi analizzato anche l’andamento dell’epidemia. “Abbiamo ancora parecchio da fare, perché l’epidemia si sta allargando, non si sta restringendo”. “Anche in Italia – ha precisato - la curva sta salendo in modo lieve ma costante e questo preoccupa molto. Ho appena partecipato a una riunione del Cts per esaminare una proposta di riapertura degli stadi fino al 25% di capienza, cosa che non credo ci possiamo ancora permettere in un momento in cui sono state riaperte scuole, asili e con il 50% della Pa che lavora in presenza, ovvero 20 mln di persone che sono in movimento”.
28 settembre 2020
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