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Giornata infermieri. Speranza: “Insieme per costruire un Ssn migliore”. E Fnopi chiede assunzioni e nuove competenze


Il ministro della Salute agli infermieri riuniti a congresso: “Dobbiamo lavorare insieme per il futuro del Ssn”. Mangiacavalli: “Gli infermieri dovranno essere anche più presenti nelle istituzioni per tutte le scelte preventive legate alla tutela della salute”.

12 MAG - “Dobbiamo costruire un costruire un Servizio sanitario nazionale migliore – ha detto il  ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo video-saluto al Congresso FNOPI che si sta svolgendo a Firenze -  e in questo contesto c’è il ruolo del mondo che rappresentate, la figura dell'infermiere, di chi ogni giorno nei presidi sanitari si prende cura delle persone. E penso che dentro questo sforzo noi abbiamo indicato la strada giusta, anche con alcune scelte condivise: l’indennità di specificità, la possibilità di implementare e rafforzare la figura dell'infermiere di famiglia. Tutti segnali che vanno nella direzione giusta. Il vostro mondo è fondamentale per rendere più forte il servizio sanitario e l'occasione è ora, questo è il momento giusto per questa nuova consapevolezza che c’è. Abbiamo bisogno di lavorare insieme".
 
E in questo senso la Federazione degli infermieri ha avanzato tre richieste a Governo, Regioni e Parlamento dal Congresso nazionale 2021 della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – il primo anti-covid della storia – che proseguirà in modo “itinerante” in tutta Italia fino a dicembre per mostrare le buone pratiche infermieristiche: 1) più organici per far fronte alla carenza che sta assumendo contorni rischiosi per la tutela della salute; 2) subito specializzazioni e nuove competenze per gli infermieri; 3) più forza alla specificità infermieristica riconosciuta nella legge di Bilancio 2021, ma che ora si deve sviluppare e crescere ancora.
 
“L’adeguamento dei fabbisogni perché la carenza di infermieri, oggi circa 60mila unità in meno, ha dimostrato i suoi effetti negativi proprio durante la pandemia e ora, con il necessario recupero di un’assistenza di qualità anche verso i pazienti non Covid, rischia di trasformarsi in un serio rischio per la salute.
 
Specializzazioni e competenze sono ormai necessarie: le stesse istituzioni hanno chiesto, per far fronte all’emergenza durante la pandemia, infermieri di particolari settori, mettendo in risalto la necessità di professionisti formati ad hoc per necessità diverse, come ad esempio sul territorio è l’infermiere di famiglia e comunità, previsto nel Patto per la salute, nel decreto Rilancio e nel Recovery Plan.
 
La specificità infermieristica c’è, introdotta dalla legge di Bilancio 2021, ma il suo naturale sviluppo non è solo quello del necessario adeguamento economico della relativa indennità. La specificità è anche la base per la creazione di un’area infermieristica in cui le nuove peculiarità possano essere concentrate e declinate secondo i bisogni del sistema e dei cittadini”.
 
A spiegarlo è Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, che aggiunge: “Gli infermieri dovranno essere anche più presenti nelle istituzioni per tutte le scelte preventive legate alla tutela della salute. È la logica conseguenza della crescita, dell’impatto e della rilevanza della professione nell’organizzazione dei servizi, affiancata dalla sua necessaria cultura e identità che non possono più essere snaturate e confuse secondo i bisogni non di salute del sistema. Proprio per questo – prosegue – si deve dar forza al nuovo modello di lavoro che prevede la creazione di una rete di servizi in cui le professioni operano in team senza subordinazioni tra loro e soprattutto senza invasioni di campo. E anche senza costruire muri verso un necessario skill mix che consente lo scambio di alcune tipologie di attività. È indispensabile – conclude - abbandonare modelli obsoleti di rapporti interprofessionali e abbattere le disuguaglianze contrattuali, di posizione e, perché no, anche economiche, che oggi caratterizzano le professioni sanitarie”.
Richieste chiare quindi, per la crescita professionale e la maggiore tutela degli assistiti, dal congresso degli oltre 454mila infermieri presenti in Italia.
Un congresso anti-Covid, senza assembramenti, ma con i componenti del Comitato centrale della Federazione in viaggio con varie tappe da oggi fino a dicembre a Nord Est, Nord Ovest, Centro, Sud adriatico, Sud tirrenico e Isole, limitando al massimo e secondo le normative Covid gli assembramenti, verificando l’assenza di contagi e presentando in ogni occasione le buone pratiche e le eccellenze della professione infermieristica che, soprattutto sul territorio, hanno consentito di affrontare l’assistenza, anche durante la pandemia, rimanendo sempre vicini ai cittadini, non lasciando solo nessuno e  con l’unico obiettivo di soddisfare tutti i diversi bisogni di salute anche durante l’emergenza Covid.
“Un Congresso che è un segno di speranza – ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e componente dell’Ufficio di presidenza di presidenza della Conferenza delle Regioni – sia perché rappresenta con tutte le misure del caso un evento in presenza dopo tanta attesa, sia perché il ruolo degli infermieri è fondamentale per come hanno saputo agire durante l’emergenza, con la crescita della professionalità, dell’impegno e del sacrificio e una forte motivazione professionale ed etica”.
Nel suo messaggio al Congresso, l’assessore toscano alla Sanità Simone Bezzini, impegnato a Roma per il piano vaccini, ricordando che la Toscana è una delle pochissime Regioni ad aver assunto infermieri nel 2020, ha utilizzato per definirli le parole del direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, secondo il quale gli infermieri "sono la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario e oggi, molti di loro si trovano in prima linea nella battaglia contro Covid-19".
 

12 maggio 2021
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