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Infermieristica ai margini nei programmi dei partiti politici

di Walter De Caro

02 SET -

Gentile Direttore,
nel ringraziarla per la pubblicazione dei programmi per le prossime elezioni dei diversi partiti, sono a manifestare una certa consonanza nell’esprimere sconforto, al pari di altre analisi già pubblicate, per come appare affrontato il tema “salute”, con particolare riferimento ai cenni connessi alla funzione infermieristica.

Non si può non osservare, in fase preliminare, l’eterogeneità nella formulazione dei programmi (alcuni sono di poche pagine, in forma di slogan, altri più argomentati di oltre 200 pagine), tali da non consentire una vera analisi comparativa.

Non appare espresso in tutti i programmi, con chiarezza, un disegno volto a rivitalizzare il sistema salute italiano e la sua complessità regionale-nazionale. Molti gli aspetti nebulosi sulla modalità di messa in atto delle proposte, oltre ad una ampia approssimazione terminologica e una generale frammentazione e tortuosità.

Di seguito, sono ad esprimere alcune riflessioni sulla questione infermieristica, come appare declinata nei diversi programmi.

In termini quantitativi, legati alla frequenza del termine “infermieri” (e connessi), questo è assente in diversi programmi (Centrodestra, Movimento 5 Stelle, + Europa, Italexit, Sinistra e Verdi, Articolo Uno). In altri programmi, appare in limitate occorrenze (Partito Democratico, Impegno Civico, Azione, Fratelli d’Italia) legato prevalentemente a formule generiche di ringraziamento, mentre in quello della Lega è più presente, per via di un programma complessivamente molto più analitico.

Si indicano, di seguito, pur se in forma di analisi preliminare, le proposte presentate dai partiti, limitatamente a quelle centrate sulla professione infermieristica.

La Lega indica, oltre all’aumento delle retribuzioni, la possibilità di libera professione per gli infermieri per dare maggiore opportunità agli anziani di essere seguiti e curati a casa, l’affidamento alla Regioni della programmazione del personale infermieristico, l’adozione di sistemi univoci di classificazione ed equiparazione contrattuale, l’istituzione di una figura intermedia di Operatore Socio-Sanitario “specializzato” e l’istituzione della figura dell’infermiere scolastico.

Fratelli di Italia indica la possibilità per il cittadino di consentire l’accesso al proprio Fascicolo sanitario elettronico anche a infermieri e farmacisti ed il superamento del sistema di accesso alle facoltà a numero programmato e chiuso.

Forza Italia, nel programma che coincide con il programma generale del Centro Destra, indica tra i punti qualificanti per la salute l’incremento dell'organico di medici e operatori sanitari.

Unione Popolare, tra le proposte, indica l’assunzione di personale per un rilancio della prevenzione a livello territoriale, il ripristino del contratto a tempo pieno e indeterminato come norma in tutti i comparti e la reinternalizzazione dei servizi affidati all’esterno.

Il Partito Democratico, oltre che ricordare l’abnegazione degli infermieri nel mettere a rischio la vita per salvare quella di altri ed un richiamo generale alla necessità di uno sforzo straordinario per superare l’attuale condizione di stanchezza ed insoddisfazione delle professioni sanitarie, indica tra le proposte, in linea con il PNRR, la più ampia valorizzazione della salute e dell’infermiere di comunità.

Sinistra e Verdi, oltre all’abolizione del numero chiuso anche per l’infermieristica, la partecipazione ai concorsi pubblici solo di personale infermieristico non obiettore (L. 194), un piano di rafforzamento strutturale del personale, con l’assunzione di complessivi 40 mila professionisti sanitari,  l’internalizzazione dei servizi, l’incremento delle retribuzioni e la creazione di presidi sanitari per assistenza alla disabilità con personale infermieristico.

+Europa, prevede, nell’ambito delle proposte più generali,  il miglioramento delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro del personale sanitario, ivi inclusa la sua sicurezza, che allinei  gli stipendi alle migliori esperienze comunitarie e l’accelerazione per l’incremento degli organici tramite un programma straordinario di assunzioni.

Articolo Uno si richiama al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e allo sviluppo della salute di prossimità

Impegno civico, ricorda l’eroico impegno degli infermieri che ha consentito una grande risposta all’emergenza Covid ed una più ampia attenzione al territorio e alla prossimità.

Italexit, nel richiamare l’abbandono del lavoro da parte di personale medico e infermieristico, indica tra i punti il  rinnovo dei contratti del personale sanitario, il superamento numero chiuso e innovazioni nella formazione e assunzione di personale sanitario. Introduce un punto sulla ridefinizione del ruolo degli Ordini delle professioni sanitarie, che privi di connotazioni politiche garantiscano l’indipendenza e la non condizionabilità del sanitario, con la costituzione di un albo nazionale specifico (con abolizione degli ordini provinciali) e capacità disciplinari esclusivamente legate a effettive violazioni del codice deontologico.

Azione, pur in una forma nebulosa, sembra riferirsi in un passaggio alla valorizzazione del personale infermieristico indicando l’ampliamento delle competenze e delle docenze affidate ai professionisti, oltre alla trasversale indicazione di aumento degli stipendi degli operatori sanitari degli ospedali, con particolare attenzione a quelli impegnati nei reparti di medicina d’urgenza e in quelli più soggetti a rischi di burnout. E’ citata la semplificazione del riconoscimento dei titoli per personale straniero.

Per quanto attieni gli infermieri candidati dai diversi partiti tra Camera e Senato, risultano essere solamente dieci: Stefania Mammì,( M5S, Lombardia), Rosina Serratore (M5S Piemonte),  Rita Ragatzu (Forza Italia,  Sardegna) Matilde Marletta (+Europa Emilia Romagna) Maria Luisa Ianni (Abruzzo, Forza Italia)  Valentina Mozzi  (Un. Popolare,  Lombardia)  Teresa Concu (Un. Popolare, Sardegna), Renata Mura (Noi Moderati, Sardegna) Rosa Maria Argiolas (Impegno Civico, Sardegna) e Massimiliano Stellato (Azione, Puglia).

Nel merito specifico, vale bene ricordare che, nel corso di questi giorni di campagna elettorale su sollecitazione degli Enti regolatori, dei Sindacati e delle Società Scientifiche infermieristiche, taluni partiti e candidati, stanno esprimendo posizioni e proposte di maggiore valorizzazione della funzione infermieristica rispetto ai programmi presentati.

In conclusione, in ogni caso, è di tutta evidenza che le proposte presentate, per certi versi condivisibili, sono decisamente lontane da un piano concreto ed organico di sviluppo e di valorizzazione della salute attraverso la funzione infermieristica.

Le linee di azione strategiche per l’infermieristica (formazione, leadership, lavoro e erogazione dell’assistenza) che dovrebbero essere seguite, già esistono e sono approvate da tutti i Paesi nel corso dell’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS. Esse sono state declinate nel nostro contesto nel documento CNAI di implementazione italiana, anche esso inviato ai diversi partiti.

Tra i punti qualificanti della strategia globale, non presente in nessuno dei programmi, la valorizzazione delle competenze infermieristiche avanzate con l’esercizio professionale differenziato, l’ampliamento dell’esercizio autonomo infermieristico con servizi a guida infermieristica e con la prescrizione, la costituzione di strutture dipartimentali al Ministero della Salute e alla Regioni, una riforma complessiva della formazione infermieristica, con strutture universitarie, in linea con gli orientamenti internazionali e i bisogni dei cittadini. Per aumentare l’attrattività professionale, l’aumento delle retribuzioni, la possibilità di esercizio libero professionale, previsione di percorsi di sviluppo professionali, oltre a concreti sistemi di incentivazione per gli studenti infermieri come l’esonero dalle tasse (quest’anno, caso più unico che raro in tutto il mondo, si sono laureati più medici che infermieri in Italia).

Circa l’attrarre infermieri stranieri, oltre a dover favorire preliminarmente il rientro degli infermieri italiani presenti all’estero, ritengo necessarie policy di reclutamento “etico” per non penalizzare ulteriormente la salute dei cittadini Paesi a medio-basso reddito.

Per numerosità, per essere la spina dorsale dei servizi sanitari, per l’impatto positivo sulla salute dei cittadini come evidenziato anche durante la pandemia, il personale infermieristico dovrebbe essere al centro dell’agenda di potenziamento strategico della salute in Italia. Non è così purtroppo.

Gli infermieri sono la soluzione di riferimento per avere una salute migliore per tutti i cittadini.  Dalla lettura dei programmi, i partiti sembrano ancorati ad una visione per molti versi ancora troppo medico-centrica, anche nelle campagne di comunicazione.

Non si può, tuttavia, non rimanere fiduciosi nel futuro ed in un vero cambio di passo positivo, da parte di tutti i partiti, volto a favorire il miglioramento della salute attraverso la professione infermieristica. 

Walter De Caro

Presidente Nazionale
Consociazione Nazionale Associazioni Infermiere/i (CNAI)

 



02 settembre 2022
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