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Il Ssn e le sue inefficienze

di Massimo Tosini

28 GIU -

Gentile direttore,
desidero portare all’attenzione Sua e dei lettori, due casi avvenuti di recente in un ospedale insistente nel virtuoso Veneto, sia per denunciare le inefficienze del sistema ospedaliero, sia per enunciare la via verso la quale andare per superarne la cultura ospedalocentrica ormai obsoleta.

Il primo caso riguarda un camionista che, alla comparsa di un dolore acuto, dopo un lungo viaggio, si è recato al pronto soccorso. Il medico accertava la comparsa progressiva di un deficit di forza al piede, prendeva visione della Tac lombo-sacrale, opportunamente richiesta, prescriveva terapie farmacologiche e riposo assoluto per 15 gg. Dall’ esame radiologico si evidenziava un’ernia L4-L5 e protrusioni discali multiple. Il neurochirurgo di fiducia, a cui il camionista si è rivolto, prescriveva una RMN con priorità B (entro 10 gg), allo scopo di pianificare, al più presto, l’intervento chirurgico. A questo punto iniziavano i problemi: a) non c’erano le condizioni per eseguire la RMN nei tempi prescritti dal neurochirurgo, b) nemmeno la possibilità di sottoporre il paziente all’esame in regime d’urgenza (scritto nel referto del pronto soccorso del 20 maggio c.a. a cui l’assistito si rivolgeva una seconda volta a causa di un dolore resistente alle cure). Questa seconda prestazione, portava alla trasformazione del codice di accesso da verde a bianco e l’assistito si trovava costretto a pagare il relativo ticket.

Al paziente non restava che rivolgersi a una struttura privata e, versando 185,00 €, poteva finalmente sottoporsi a RMN il cui referto descriveva, in maniera ancor più raffinata, il quadro della patologia in essere. L’interessato tornava quindi dal neurochirurgo di fiducia il quale, dopo pochi gg, sottoponeva l’interessato al trattamento chirurgico con tecnica mininvasiva e dimetteva lo stesso il giorno successivo. È quasi passato un mese dall’intervento e, nei prossimi giorni, il cittadino in questione, inizierà l’attività riabilitativa. Non posso certo tacere, in questa sede, che la visita dal neurochirurgo in libera professione intramoenia, costava € 130,00.

Il secondo caso che intendo descrivere è avvenuto nello stesso ospedale pochi gg or sono. Il protagonista è un giovane operaio che, lamentando un dolore all’arto superiore destro, si recava con le proprie gambe al pronto soccorso dove veniva accolto in codice arancione e sottoposto a visita specialistica neurologica, ad una batteria di esami ematochimici e radiologici, ivi compresa la RMN cerebrale e cervicale che, al caso precedente, solo un mese prima veniva negata. il percorso di cura, per questo secondo caso, costava alla Regione Veneto € 1.065,00. Non posso non segnalare che tutte le indagini cui il paziente veniva sottoposto risultavano negative e che la sintomatologia (parestesie all’arto superiore destro) “è gradualmente scomparsa durante l’osservazione clinica” (così è scritto nel referto). Per la cronaca segnalo che l’assistito trascorreva la serata con la fidanzata e rincasava alle quattro del mattino successivo.

Mutuando da Ivan Cavicchi, possiamo tranquillamente asserire che, mettendo a confronto questi due casi, siamo di fronte al cinismo delle incapacità (QS 28 aprile 2023) e ci si chiede quanti casi analoghi si registrano nel nostro Paese tutti i giorni? Il cittadino, con riferimento al Ssn, contribuisce, attraverso la fiscalità generale e alla contribuzione alla spesa, al sostegno del sistema sanitario: perché è costretto a pagare di tasca propria e rivolgersi al privato per ricevere una prestazione (v. il primo caso)? È forse la medicina difensiva, nonostante la L. 24/2017 nota come legge Gelli-Bianco, a indurre il medico a prescrivere esami di dubbia necessità rispetto al quadro clinico (v. il secondo caso)? Urge quindi un profondo intervento sul versante organizzativo e sulla dimensione culturale per debellare le patologie da cui il sistema è affetto. A parere di chi scrive, la prevenzione, il paradigma salutogenico e l’appropriatezza organizzativa e prescrittiva rappresentano i quattro pilastri sui quali rifondare il Ssn. La salvezza dell’albatros (v. Forum Salute pubblica addio di Ivan Cavicchi, 2023) passa per questa Via.


Massimo Tosini
Sociologo della Salute



28 giugno 2023
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