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Ci vogliono ossa, carne, pelle e tanto altro per il nuovo Ssn

di Alessandro Giustini

02 MAG - Gentile Direttore,
il confronto sulla situazione della Sanità continua in queste pagine, ma anche in tutta la comunità nazionale per l’importanza che la riforma del SSN riveste nella comprensione e nelle legittime attese di tutti : cittadini, e professionisti. E contemporaneamente per l’importanza nell’economia, direttamente ed indirettamente , del Paese.

Un confronto che fa emergere sempre più chiare opinioni (ad es. i recenti contributi di Battiato, Belleri ed in particolare di Cavicchi) di come sia grave la situazione attuale. Un confronto principalmente tecnico-scientifico che merita una molto maggiore attenzione da parte della “politica” che ha ovviamente grandi responsabilità.

In questo confronto si mostrano però anche, e sempre con maggiore pervicacia gli strenui difensori (e responsabili) delle decisioni assunte negli ultimi 20 e più anni: tutto è stato ben fatto, tutto era giustificato, tutto era fondato su dati solidi, tutti erano d’accordo. Ad esempio si era deciso di dare alle Regioni ed alle Aziende la gestione sempre più autonoma della Salute e questo era una grande riforma per ottenere grandi risparmi . Si era deciso che ospedali e posti letto erano troppi, che il personale era sovrabbondante, che non era necessario neppure formarne altro. Si era deciso che la Salute doveva esser gestita da Aziende ed esperti (??) di nomina politica che dovevano invece solo risparmiare ed esser lautamente premiati per questo.

Solo il destino cinico e baro ha fatto si che il Covid abbia ucciso in Italia molti molti più cittadini che in ogni altro Paese, ha fatto si che gli italiani siano stati costretti a spendere sempre di più di tasca propria per curarsi oppure abbiano rinunciato per l’incapienza delle strutture pubbliche, ha fatto si che gli italiani sempre più siano stati costretti a viaggiare per trovare le cure idonee che invece dovrebbero esser nei loro territori, ha fatto si che le strutture private siano cresciute a dismisura nei guadagni per merito dell’inefficienza procurata in quelle pubbliche, ha fatto si che si siano volatilizzate migliaia di medici ed infermieri dal servizio pubblico per mancanza di programmazione e stipendi inadeguati.

Sempre il destino cinico e baro ha fatto si che i Pronti Soccorsi in tutta Italia manifestino una vergognosa carenza di strutture, assistenza, persino di dignità per i pazienti ma anche per gli operatori che cercano di mandarli avanti.

Sempre il destino cinico e baro ha fatto si che, dopo una lunga serie di Governi di vari colori ma del tutto simili almeno per la politica sanitaria fatta sempre al servizio alle indicazioni finanziarie della Unione Europea, adesso ci sia una maggioranza diversa che dovrebbe assumersi tutte le colpe e dovrebbe anche possedere tutte le bacchette magiche per cancellare gli effetti di questi decenni di errori e sprechi.

Una maggioranza che forse ha trovato i propri successi tra gli elettori anche nella evidente responsabilità dei precedenti governi (nazionali, regionali e locali) rispetto a questi sfracelli.

Ci dovremmo aspettare che almeno alcuni dei precedenti esperti o governanti trovassero un briciolo di correttezza ed onestà intellettuale per riconoscere che la situazione oggi è il frutto amarissimo di un lungo percorso errato e che il SSN ha bisogno urgente di una totale riforma che potrà oggi solo tamponare alcuni problemi e dare i suoi frutti complessivi tra qualche anno.

E invece si leggono grandi apprezzamenti al DM 70 che contiene la piena coerenza con gli errori di impostazione per le attività ospedaliere degli anni passati, si leggono prospettive sui servizi territoriali e comunitari (dal DM 77 al PNRR) che mostrano la completa mancanza di una progettualità nuova basata sui dati di demografia, epidemiologia ,ed in particolare della disabilità in tutte le fasce di età.

Solo per quanto concerne i diritti previdenziali e sociali delle persone in condizione di disabilità si vedono finalmente dei cambiamenti profondi rispetto al passato . Peraltro però non si intravede come questi diritti possano coordinarsi ad un sistema sanitario ancora basato persino nella terminologia oltre che nell’organizzazione su criteri vecchi di decenni e del tutto inefficaci.

Si legge che il problema sarebbe solo dei finanziamenti ma nessuno dice dove trovarli e come potrebbero esser utili in questa situazione di assoluta carenza di strutture, personale e programmi.

Si leggono fantasiose iniziative a spot, invenzioni di professioni ”di comunità” senza razionale, bonus e simili per far fronte solo in apparenza a bisogni importanti che invece dovrebbero poter esser previsti ed inseriti strutturalmente nella rete del SSN. Si incentiva il ruolo delle farmacie (che sono in fondo attività commerciali che hanno interesse alla spesa e non certo alla prevenzione o alla migliore cura) mentre non si riesce a valorizzare il ruolo del medico “di famiglia” oberato da enormi incombenze burocratiche che invece si vogliono aumentare.

A dire il vero sarebbe sufficiente che questi governanti ed esperti dedicassero un po’ del loro tempo a leggersi i documenti di ONU ed OMS sui temi dei Diritti alla Salute: da anni i nostri Governi sottoscrivono patti e convenzioni, partecipano ad Assemblee mondiali come l’ultima a Ginevra nel 2023, ma poi smentiscono nei fatti tutte queste indicazioni recepite in pompa magna. Con un po’ di lettura potrebbero comprendere come sia grande il nostro ritardo, come la riforma della politica sanitaria italiana sia urgente, ma al tempo stesso profonda e come possano esser chiari i contenuti e le metodologie da applicare.

Ma l’arroganza presuntuosa nella difesa di quanto (mal) fatto negli ultimi decenni prevale su ogni speranza di “redenzione”. E si propone inoltre un congelamento per sempre delle differenze sanitarie ed economiche tra territori: Chi ha avuto ha avuto! Alla faccia dei Diritti di Salute!

La vicenda dei nuovi LEA è senza dubbio clamorosamente significativa di questa incapacità: I LEA attuali sono con tutta evidenza molto dispari e non certo essenziali per come sono non-garantiti da anni agli Italiani. Nel frattempo si fanno statistiche su quanto i LEA vengano realizzati (dimostrando appunto come non siano essenziali, né garantiti e né equitari) ma invece di affrontare alla radice il problema si premiano dirigenti di Aziende e Regioni per i meriti che sono quasi sempre del tutto astratti . I meriti veri di questi dirigenti sono di solito solo di appartenenze e sudditanze.

Poi è stato fissato anni fa un nuovo (??) elenco di prestazioni ospedaliere e territoriali frammentarie e totalmente inadeguate per una seria presa in cura della persona come un Servizio Sanitario Nazionale generalista e democratico dovrebbe poter garantire, sono state anche fissate delle tariffe astruse e del tutto lontane persino dal minimale costo del personale necessario.

Per raggiungere questo meraviglioso risultato ci sono voluti anni di impegno “scientifico e culturale”?

Ed oggi tutto è stato rinviato al prossimo 1 Gennaio, ma con quali fondi? Nel mentre che tutto il privato annuncia lo scioglimento degli accreditamenti e persino i più seri tra i dirigenti del pubblico cominciano a dire che non sarà possibile reggere questa situazione. Incongrua sul piano organizzativo e finanziario.

Continuiamo a chiacchierare del nostro bellissimo SSN che in realtà non esiste più: basterebbe ascoltare le opinioni dei cittadini (specie quando passano purtroppo in un Pronto Soccorso o quando vanno in lista di attesa per una prestazione).

Una sola certezza comunque sempre più tende a prevalere: la situazione è talmente grave ed i cittadini sono talmente stufi di questi ritardi nella Riforma che credo presto si possa arrivare ad una svolta : rivedere in modo unitario nazionale le troppe differenze tra regioni e territori , rivedere in modo complessivo la attività ospedaliera (come hanno ben indicato le 75 Società Scientifiche) collegandola con efficacia a quella della comunità in relazione ai bisogni attuali e futuri degli Italiani (come indicano i documenti ONU ed OMS). Tutto questo ovviamente richiede un maggior finanziamento della Sanità ma questo non deve servire a coprire gli errori del passato (e non sarebbe neppure possibile) ma deve dare il via alla vera Riforma.

Una Politica seria dovrebbe nel Governo riuscire a prendere finalmente queste decisioni ed tra le Opposizioni dovrebbe saper collaborare, seppellendo insieme gli errori del passato se veramente tutti vogliono proteggere e riformare il SSN rispondendo finalmente ai diritti di Salute .

Il Servizio Sanitario deve esser veramente nazionale, ricco di strutture ed infrastrutture sinergiche tra loro , articolato nel territorio e nelle comunità per rispondere ai diversi bisogni e tempi della vita dei cittadini.

Alessandro Giustini

02 maggio 2024
© Riproduzione riservata

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