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Medici, convenzione e dipendenza possono coesistere

di Guido Citoni

04 LUG - Gentile Direttore,
ringrazio Roberto Polillo ed Antonio Panti per aver introdotto, nel dibattito sul rapporto di convenzione o dipendenza dei MMG, un concetto fondante, quale il rapporto di fiducia e la “libera scelta”. In una mia precedente lettera avevo suggerito una soluzione che a molti sarà parsa bislacca, consistente in una coesistenza di due regimi professionali, quello in convenzione, per i non esenti dal ticket e quello di dipendenza, per gli esenti. Ma io non mi innamoro delle mie proposte e ben vengano alternative che si dimostrino logicamente superiori o più sostenibili nel tempo.

Vorrei mettere però tre punti fermi:

- al cittadino non importa assolutamente nulla di come è pagato il medico, ma importa che sia un soggetto di fiducia, con cui instaurare, possibilmente, un rapporto di lunga durata. La libera scelta del paziente diventa quindi un cardine anche nell’eventuale rapporto di dipendenza. Al cittadino, inoltre, interessa che i servizi del medico di base siano il più possibile integrati e senza perdite di tempo con quelli di diagnostica e specialistica.

- al SSN interessa che, a parità di efficacia delle cure, non vi siano inutili sprechi di risorse, derivanti da una eventuale ricattabilità o sovraccarico assistenziale, che porti i MMG alla sovraprescrizione. Serve, inoltre, a meno di improvvisi cambi di rotta politici, popolare le costruende Case di Comunità.

- ai MMG, al di là degli specifici interessi corporativi e dell’equivalente remunerazione oraria nei due regimi alternativi, interessa essere riconosciuti dalla società come soggetti indispensabili e dediti alla professione, che hanno onestamente e con sacrificio servito il sistema sanitario.

Ora, a mio avviso, la proposta di Polillo di mettere ad esaurimento il ruolo dei MMG in convenzione, non rispetta il terzo punto: è come dire non abbiamo più bisogno di voi perché non avete ben servito né potrete farlo in futuro.

Viceversa, la proposta di Panti, di mantenere e rivitalizzare il rapporto in convenzione dei MMG non rispetta il secondo punto fermo, e cioè è antieconomico per il SSN e non risolve il problema della futura espansione degli organici.

Torniamo, quindi, al primo punto fermo: fare l’interesse dei cittadini. Ancora, secondo me, una coesistenza dei due regimi della convenzione e della dipendenza, coniugata con la libera scelta dei pazienti e con l’integrazione dei servizi diagnostici e specialistici - purché accoppiata ad una piena valutabilità dei costi e dei risultati dei due sistemi alternativi, e quindi associata ad un sistema informativo integrato per i due regimi, utilizzabile non solo dagli addetti ai lavori ma anche dai ricercatori sanitari - costituisce l’analogo della concorrenza. Può stimolare, per competizione tra i due mondi, l’interesse unico che ci sta a cuore, quello degli italiani.

Guido Citoni
Professore Associato di Economia Sanitaria. Università La Sapienza.

04 luglio 2023
© Riproduzione riservata

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